Notizie dalle Parrocchie: Elemosina, per imparare ad amare come ama Dio.

 

Elemosina, per imparare ad amare come ama Dio.

L’elemosina, con la preghiera e il digiuno, è l’invito forte che ci giunge all’inizio di ogni quaresima, in quanto pilastri di una vita autenticamente cristiana secondo le parole di Gesù (Mt 6,1-18).

L’elemosina non è la semplice moneta offerta in fretta, senza guardare la persona e senza interessarsi di lei, ma è “un gesto di amore che si rivolge a quanti incontriamo; è un gesto di attenzione sincera a chi si avvicina a noi e chiede il nostro aiuto, fatto nel segreto dove solo Dio vede e comprende il valore dell’atto compiuto” (papa Francesco).

Infatti, il termine “elemosina”, deriva dal greco e significa proprio “misericordia”, “avere compassione”, che nasce e ha il suo modello nella misericordia di Dio per noi. Un Dio che ci ama profondamente, che si strugge per noi, che sta in pensiero per te, che ti vuol bene più di una madre.

Dice infatti il Signore: “Si dimentica forse una donna del suo bambino, così da non commuoversi per il figlio del suo seno? Anche se ci fosse la donna che si dimenticasse, io invece non ti dimenticherò mai” (Is 49, 15). E’ Dio allora il grande Elemosinatore e lo è con ciascuno di noi. Ecco perché per il cristiano l’elemosina più che un compito è un dovere, che assume il significato di restituzione di quanto il Signore ci ha donato.

Da qui il richiamo continuo che troviamo nella Bibbia. Nell’Antico Testamento Dio esige un’attenzione particolare per i poveri che, di volta in volta, sono i nullatenenti, gli stranieri, gli orfani e le vedove. Insieme all’obbligo di ricordarsi di loro, viene data anche un’indicazione preziosa: «Dai generosamente e, mentre doni, il tuo cuore non si rattristi» (Dt 15,10). Ciò significa che la carità richiede, anzitutto, un atteggiamento di gioia interiore. Offrire misericordia non può essere un peso o una noia da cui liberarci in fretta. Bello l’episodio del vecchio Tobia che, dopo aver ricevuto una grande somma di denaro, chiamò suo figlio e lo istruì con queste parole: «A tutti quelli che praticano la giustizia fa’ elemosina. […] Non distogliere lo sguardo da ogni povero e Dio non distoglierà da te il suo» (Tb 4,7-8). Sono parole che aiutano a capire il valore dell’elemosina.

Gesù, poi, ci ha lasciato un insegnamento insostituibile al riguardo. Ci chiede di non fare l’elemosina per essere lodati e ammirati dagli uomini per la nostra generosità, “non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra,  perché la tua elemosina resti nel segreto”. Non è l’apparenza che conta, ma la capacità di fermarsi per guardare in faccia la persona che chiede aiuto.

Non dobbiamo identificare, quindi, l’elemosina con la semplice moneta offerta in fretta, senza guardare l’altro, tacitando così la coscienza. L’elemosina è un gesto di amore che si rivolge a quanti incontriamo; è un gesto di attenzione sincera a chi si avvicina a noi e chiede il nostro aiuto, fatto nel segreto dove solo Dio vede e comprende il valore dell’atto compiuto. Pertanto l’elemosina non è legata soltanto al denaro ma anche ad altri beni più importanti per dignità e per fine. Per esempio puoi fare  elemosina del tuo tempo. Fare elemosina delle tue competenze. Fare elemosina dei doni che Dio ti ha dato. Soprattutto puoi fare elemosina della “tua” fede. Restituendo a Dio e ai fratelli quanto hai ricevuto dal grande e appassionato Elemosinatore, “e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”. Facendo elemosina impariamo ad amare come Dio ama.

Facciamo nostre allora le parole dell’apostolo Paolo: «In tutte le maniere vi ho mostrato che i deboli si devono soccorrere lavorando così, ricordando le parole del Signore Gesù, che disse: ‘Si è più beati nel dare che nel ricevere!’» (At 20,35; cfr 2 Cor 9,7)”.

Don Claudio

 

Dal vangelo secondo Mc (9,2-10)

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elìa con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù:”Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa”. Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: ”Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!”. E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

Via Crucis

Tutti i venerdì di quaresima (rispettando tutte le precauzioni
previste dalla normativa vigente anti-covid
)

  • PARROCCHIA SANTI PIETRO E PAOLO – ore 18.00
  • PARROCCHIA SACRO CUORE DI MARIA – ore 17.30
  • CHIESA SAN GIOVANNI EVANGELISTA – ore 17.15

Corso in Preparazione al Matrimonio

Venendo incontro ad alcune richieste

vogliamo ripartire con un nuovo Corso in Preparazione al Matrimonio.

Chi fosse interessato a partecipare anche in preparazione ad un futuro prossimo, remoto o ipotizzato matrimonio, chiediamo di farlo presente per organizzarlo al meglio.

(chiedere al Parroco [3384908977] o in segreteria [0116505176])

Cresima Adulti

Chi fosse interessato a prepararsi alla Cresima da adulto può comunicarlo al Parroco [3384908977] o in segreteria [0116505176]

Si sta organizzando un “percorso di preparazione