Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019.

Lunedì 24 ore 17,30

SONO SOSPESE
TUTTE LE CELEBRAZIONI RELIGIOSE
COMPRESA LA S. MESSA CON CONCORSO DI POPOLO, FINO A SABATO 29 FEBBRAIO COMPRESO

(anche i FUNERALI)

La celebrazione della Messa con imposizione delle Ceneri è spostata a domenica 1° marzo, salvo nuove indicazioni che potranno essere date.

Di seguito la Comunicazione ufficiale della Diocesi

«In attenta sintonia con quanto disposto dalle Autorità regionali e come misura sanitaria precauzionale nei confronti del diffondersi del coronavirus anche nella nostra Regione, sentiti i pareri degli organismi competenti della Curia, l’Arcivescovo di Torino e Amministratore Apostolico di Susa
DISPONE NELLE DIOCESI DI SUA COMPETENZA QUANTO SEGUE:
1.    nella settimana dal 24 al 29 febbraio sono sospese in tutte le parrocchie le attività pastorali che prevedano la presenza di gruppi di persone, in particolare sono sospese le attività del catechismo e quelle di ogni oratorio;
2.    sono anche sospese tutte le attività pubbliche a livello di Uffici di Curia (conferenze, convegni e corsi) e a livello di Diocesi.
3.    In seguito alla precisazione della Regione pervenuta circa le “manifestazioni religiose”, sono sospese tutte le celebrazioni religiose compresa la S. Messa con concorso di popolo, fino a sabato 29 febbraio compreso.
4.    Circa i funerali si potrà prevedere una benedizione data alla salma presso il cimitero alla presenza dei parenti. La Santa Messa in suffragio si celebrerà in data da stabilire in accordo con gli stessi parenti.
5.    Per quanto riguarda il mercoledì delle Ceneri si sospenda la celebrazione. Invito le famiglie e ogni cristiano a vivere questa giornata secondo lo spirito quaresimale di preghiera, digiuno e opere di carità.
6.    La celebrazione della Messa con imposizione delle Ceneri potrà essere spostata a domenica 1° marzo, salvo nuove indicazioni che potranno essere date.
Torino, 24 febbraio 2020
Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino, vescovo di Susa»

 

Lunedì 24 ore 9,00

In ottemperanza alla ordinanza del Ministro della Salute di Intesa con il Presidente della Regione Piemonte, del 23 febbraio 2020, ed a seguito della comunicazione dell’Arcivescovo di Torino e Amministratore Apostolico di Susa, Mons. Cesare Nosiglia, si comunica che le scuole, gli oratori, i centri di formazione professionale e le altre attività educative, ludiche, sportive e culturali delle opere salesiane del Piemonte e Valle d’Aosta rimarranno sospese da oggi fino al 29 febbraio compreso.

Ordinanza contingibile e urgente n. 1

Il Ministro della Salute

di Intesa con il Presidente della Regione Piemonte

 

Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-2019.

Visti gli articoli 77 e 87 della Costituzione;

Considerato che si sono verificati finora n. 6 casi in tre comuni del territorio della Regione Piemonte e che precisamente, come dettagliatamente illustrato nella relazione inviata dall’Unità di crisi della Regione Piemonte in data odierna al Ministero della Salute:

– per 1 caso è stato accertato il contatto con un soggetto positivo del milanese;

– per 3 casi si tratta di soggetti di nazionalità cinese rientrate da area interessata dal virus (Cina);

– per 2 casi sono tuttora in corso gli accertamenti da parte del Servizio di igiene e sanità pubblica competente al fine di individuare la possibile fonte di trasmissione;

situazione che potrebbe allargare i focolai epidemici anche ad altri territori del Piemonte in quanto, non conoscendo con certezza la fonte e le modalità di diffusione, i casi di infezione possono essere ad oggi imprevedibili nei tempi, nei modi e nei numeri, considerando l’estensione del confine del Piemonte con la Lombardia da cui è riscontrabile una situazione di rischio che potrebbe essere l’origine di un caso di contagio e di altre situazioni di rischio attualmente sotto analisi;

Rilevata pertanto la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni per contenere e contrastare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 si devono adottare misure di contrasto e di contenimento alla diffusione del predetto virus;

Tenuto conto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità il 30 gennaio 2020 ha dichiarato l’epidemia da COVID-19 un’emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale;

Preso atto dell’evolversi della situazione epidemiologica globale, del carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e dell’incremento dei casi e dei decessi notificati all’Organizzazione Mondiale della Sanità;

Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 22 febbraio 2020, e ai sensi dell’articolo 32 Legge 833/78, articolo 117 D.L. 112/98 e articolo 50 D.L. 267/2000;

 

Art. 1

(Misure urgenti per evitare la diffusione del COVID-19)

 

1 Allo scopo di evitare il diffondersi del COVID-19 nel territorio regionale, il Presidente della Regione Piemonte adotta straordinarie misure per il contenimento adeguato per contrastare l’evolversi della situazione epidemiologica.

2 Le misure di cui al comma 1 sono le seguenti:

a) Sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi, in luogo pubblico o privato, sia in luoghi chiusi che aperti al pubblico, anche di natura culturale, ludico, sportiva e religiosa;

b) Chiusura dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali (ivi compresi i tirocini), master, corsi universitari di ogni grado e università per anziani, con esclusione degli specializzandi nelle discipline mediche e chirurgiche e delle attività formative svolte a distanza;

c) Sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura di cui all’articolo 101 dei Codici dei beni culturali e del paesaggio di cui al D.L. 42/2004, nonché dell’efficacia delle disposizioni regolamentari sull’accesso libero o gratuito a tali istituti o luoghi;

d) Sospensione di ogni viaggio di istruzione sia sul territorio nazionale che estero;

e) Previsione dell’obbligo da parte di individui che hanno fatto ingresso nel Piemonte da zone a rischio epidemiologico come identificate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità di comunicare tale circostanza al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda sanitaria competente per territorio per l’adozione della misura di permanenza domiciliare fiduciaria con sorveglianza attiva.

3 Costituiscono misure igieniche per le malattie a diffusione respiratoria sottoriportate:

a) Lavarsi spesso le mani: a tal proposito si raccomanda di mettere a disposizione in tutti i locali pubblici, palestre, supermercati, farmacie e altri luoghi di aggregazione soluzioni idroalcoliche per il lavaggio delle mani;

b) Evitare il contatto ravvicinato con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;

c) Non toccarsi occhi, naso e bocca con le mani;

d) Coprirsi bocca e naso se si starnutisce o tossisce;

e) Non prendere farmaci antivirali né antibiotici, a meno che siano prescritti dal medico;

f) Pulire le superfici con disinfettanti a base di cloro o alcol;

g) Usare la mascherina solo si sospetta di essere malato o si assiste persone malate;

h) Considerare che i prodotti Made in China e i pacchi ricevuti dalla Cina non sono pericolosi;

i) Considerare che gli animali da compagnia non diffondono il Coronavirus  COVID 19;

j) Evitare tutti i contatti ravvicinati;

k) Ricordare che i cittadini che presentino evidenti condizioni sintomatiche ascrivibili a patologie respiratorie, fra cui rientra il Coronavirus COVID 19, possono contattare il numero 1500, il proprio medico di base e le ASL di riferimento ovvero, solo in caso di reale urgenza, il numero 112 e che si devono evitare accessi impropri al pronto soccorso.

4 Le Direzioni sanitarie ospedaliere pubbliche, private, convenzionate ed equiparate devono predisporre la massima limitazione dell’accesso dei semplici visitatori alle aree di degenza. Le strutture residenziali e semiresidenziali territoriali di post-acuzie, fra cui, ad esempio, RSA, RAF, CAVS, Centri Diurni, Comunità Alloggio, devono limitare l’accesso dei visitatori agli ospiti.

5 Si raccomanda fortemente che il personale tecnico (OSS) e sanitario si attenga alle misure di prevenzione per la diffusione delle infezioni per via respiratoria, nonché alla rigorosa applicazione delle indicazioni per la sanificazione e disinfezione degli ambienti previste dalla circolare ministeriale;

6 Deve essere predisposta dagli organismi competenti la disinfezione giornaliera dei treni regionali e di tutto il trasporto pubblico locale via terra, via aerea e via acqua;

7 Sono sospese le procedure concorsuali ad esclusione dei concorsi per personale sanitario;

8 Sono sospesi congedi ordinari del personale sanitario e tecnico nonché del personale le cui attività siano necessarie a gestire le attività richieste dall’Unità di Crisi.

 

Art. 2

(Durata e altre misure urgenti per evitare la diffusione del COVID-19)

I provvedimenti del presente decreto hanno efficacia dalla data della firma del presente documento fino a sabato prossimo 29 febbraio 2020.
La presente ordinanza è soggetta a modifiche al seguito del variare dello scenario epidemiologico.
Ai sensi della vigente normativa, salvo il fatto che non costituisca più grave reato, il mancato rispetto delle misure di contenimento di cui al presente decreto è punito secondo le previsioni contenute del Codice penale.

Copia del Decreto è trasmessa ai Prefetti e ai Nuclei Antisofisticazione (NAS).

Torino, 23 febbraio 2020

Alberto Cirio – Roberto Speranza

COMUNICAZIONE DELL’ARCIVESCOVO DI TORINO E SUSA

In attenta sintonia con quanto disposto dalle autorità regionali e come misura sanitaria
precauzionale nei confronti del diffondersi del corona virus anche nella nostra Regione, sentiti i
pareri degli organismi competenti della Curia, l’Arcivescovo di Torino e Amministratore
Apostolico di Susa

DISPONE NELLE DIOCESI DI SUA COMPETENZA QUANTO SEGUE:

1. per la settimana dal 24 febbraio al 1° marzo sono sospese in tutte le parrocchie le
attività pastorali che prevedano la presenza di gruppi di persone (eccetto le sante
messe), in particolare sono sospese le attività del catechismo e quelle di ogni oratorio;

2. sono anche sospese tutte le attività pubbliche a livello di uffici d curia e a livello di
diocesi;

3. per quanto riguarda le celebrazioni delle SS. Messe feriali e festive si chiede a tutti i
fedeli di ricevere la comunione eucaristica in mano (e non direttamente in bocca), di
astenersi dal segno della pace e di non usare l’acquasantiera (che andrà svuotata);

4. in riferimento al rito delle Ceneri previsto per mercoledì 26 febbraio, si impongano le
ceneri direttamente sul capo dei fedeli senza alcun contatto fisico e non si facciano
celebrazioni per i bambini al fine di tutelarne la salute.

Torino, 23 febbraio 2020

+ Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino
e Amministratore Apostolico di Susa

Notizie dalle Parrocchie: Nuovo testo per il Padre Nostro

 

La preghiera del Padre Nostro è per eccellenza la preghiera universale per tutti i cristiani. Quella che ci è stata consegnata nel giorno del nostro Battesimo; il modo in cui ci rivolgiamo a Dio in qualità di Padre. Rappresenta l’unica invocazione dettata da Gesù agli uomini, con la quale Lui stesso si rivolge a Dio. Per questo sicuramente si può affermare che il Padre Nostro rappresenta il compendio di tutto il Vangelo, come affermava Tertulliano, grande padre della Chiesa.

Questa, che è la prima preghiera che tutti abbiamo imparato, cambia! L’invocazione a Dio “non indurci in tentazione” è stata modificata con una traduzione ritenuta più appropriata: “non abbandonarci alla tentazione”.

Anche se l’uso liturgico obbligatorio sarà introdotto a partire dalle Messe del 29 novembre di quest’anno, prima domenica d’Avvento, già dalla quaresima (ad iniziare dal Mercoledì delle Ceneri) vogliamo incominciare ad usare la nuova versione.

Il motivo per cui i vescovi italiani hanno deciso la modifica di una delle più antiche  e conosciute preghiere cristiane è per una maggiore fedeltà alle intenzioni espresse dalla preghiera di Gesù e all’originale greco. Infatti l’originale greco usa un verbo che significa letteralmente “portarci, condurci”. La traduzione latina “inducere” poteva richiamare l’omologo greco. Però, in italiano “indurre” vuol dire “spingere a..” in sostanza, far sì che ciò avvenga. E risulta strano che si possa dire a Dio “non spingerci a cadere in tentazione”. Insomma, la traduzione con “non indurci in …” non risultava fedele.

Il nuovo “Padre nostro” risponde anche a una precisa indicazione di papa Francesco che più volte è intervenuto sull’argomento, sottolineando come l’invocazione “Non ci indurre in tentazione” non è una buona traduzione, «Anche i francesi – ha detto – hanno cambiato il testo con una formulazione che dice “non lasciarmi cadere nella tentazione”’. Sono io a cadere, non è lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto, un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarsi subito».«Quello che ti induce in tentazione  è Satana, quello è l’ufficio di Satana».

Lo stesso Giacomo lo ricorda. «Nessuno, quando è tentato, dica: “Sono tentato da Dio”; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno» (Giac 1, 13). Il nostro è un Dio che ci soccorre, che ci aiuta a non cadere in tentazione. Non un Dio che in qualunque modo ci tende una trappola. Questa è un’idea assolutamente inaccettabile.

 

don Claudio

 

 

 

Notizie dalle Parrocchie: La regola delle 12 “P”

Ricordo che a scuola mi avevano insegnato la “regola delle 12 P”, una regola considerata d’oro, che ancora oggi potrebbe essere utile: Prima pensa poi parla perché parola poco pensata potrebbe procurare poco piacere.

E’ una filastrocca che richiama a fare attenzione alle parole che usiamo, lo stesso invito che riceviamo dal Signore nel Vangelo di questa domenica: Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Gesù proclama con forza che non si tratta “semplicemente” di non uccidere l’altro, ma è necessario astenersi dall’ira o dalle parole ingiuriose attraverso le quali uccidiamo allo stesso modo i fratelli (“Chiunque odia il proprio fratello è omicida”, 1Gv 3,15).

Quante parole diciamo in un giorno? Sono alla base del nostro stare insieme. Ma come le usiamo?  “Occorre fare attenzione all’uso delle parole, scrive Vittorino Andreoli, ponderarle, rispettarle come la cosa più preziosa che possediamo. Rappresentano il significato stesso dell’essere umano. Noi siamo parola. Ci manifestiamo con la parola, generiamo parole; la parola è l’unico dono che possiamo elargire…. E nel momento in cui la si pronuncia ed esce dalla bocca, la parola sta ad indicare che è avvenuto qualche cosa da cui non è più possibile tornare indietro… la parola fa… Ci sono parole che uccidono e parole che salvano…”. Con la stessa semplicità, esse feriscono o curano, distruggono o costruiscono, offendono o incoraggiano, umiliano o sostengono, fanno, danno o fanno danno, quando tolgono. Per questo, a volte, le parole migliori sono quelle taciute, quelle che si rinuncia a dire. In un’epoca in cui si ergono muri, si chiudono confini e non si risponde più ai bisogni dell’altro; in cui le parole si sono sciolte, prima di tutto nei giornali, alla televisione, sui social, diventando spesso di offesa, di umiliazione, di distruzione dell’altro, riaprirsi al dialogo è fondamentale. Ma dialogo autentico, sincero, che nasce da un uso corretto delle parole. Ecco perché credo sia arrivato il momento di auto-educarci all’uso della parola, al numero di parole che usiamo, alle frequenza con cui le esponiamo. La verità, invece, è che spesso parliamo senza pensare, in un tempo senza ascolto e in uno spazio caotico e senza silenzio. Il silenzio e l’ascolto servono, tuttavia, per dare un senso alle parole. Infatti la parola è un “dono che possiamo elargire”,  è preziosa, è viva, è tagliente e affilata, distrugge e mortifica, ferisce e ti abbatte, ma se ben usata cura, conforta, consola, motiva e rialza…Ricordiamocelo per avere maggior cura delle parole, per imparare ad aver maggior rispetto e maggior cura delle persone e delle relazioni che intratteniamo con esse. Perché le parole dicono di noi più di quanto non sia nelle nostre intenzioni, più di quanto noi vorremmo dire. Possono dimostrare vicinanza, interesse, affetto oppure il contrario, lontananza, noncuranza e indifferenza. Possono far male. E possono, con la stessa facilità, mortificare la speranza, alimentare la solitudine, accrescere l’isolamento.

Concludo con questo racconto dei Padri del deserto. Il padre Or disse: “Se hai parlato male del tuo fratello e la tua coscienza ti percuote, va’ a inchinarti dinanzi a lui e digli: ‘Ho parlato male di te, e assicurandolo che non ti farai più beffe di lui, perché la maldicenza è la morte dell’anima”.

Dice Gesù:“Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono”.

Quando io sparlo, quando io faccio una critica ingiusta, quando io spello un fratello con la mia lingua, questo è uccidere la fama dell’altro. Anche le parole uccidono, facciamo attenzione a questo” (Papa Francesco).

 

don Claudio

 

 

 

Feste di Carnevale per tutte le età

Manca poco alla festa di Carnevale? Stai preparando la tua maschera?

Per i bambini e ragazzi dalla 1° elementare alla 2° media ci troviamo giovedì 20 febbraio in via Giacosa 8 dalle 16,30 alle 19: Festa in maschera!

Per i ragazzi e giovani dalla 3° media alla 2° superiore ci troviamo all’Oratorio San Luigi in via Ormea 4: Young Party!

 

Notizie dalle Parrocchie: “XXVIII Giornata Mondiale del MALATO”

La parrocchia è una comunità in cui si vivono rapporti di prossimità, con vincoli concreti di conoscenza-accoglienza-amore. Nessuno dovrebbe rispondere come Caino: «Sono forse io il custode di mio fratello?». Non possiamo dirci comunità cristiana se non progrediamo nell’amore vicendevole. «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13, 35).

La parrocchia, inoltre, è una comunità in cui ci si fa carico degli abitanti di tutto il territorio, senza esclusione di nessuno, senza possibilità di elitarismo, sentendosi mandati a tutti. E il nostro quartiere, San Salvario, è costellato da molte situazioni di dolore e di sofferenza: malati che soffrono nelle proprie abitazioni, negli ospedali, nelle cliniche; anziani e non autosufficienti che vivono soli o abbandonati nelle Case di Riposo; bambini, troppo piccoli per comprendere il mistero della sofferenza, ma abbastanza grandi per farne esperienza; giovani dipendenti dall’alcool e dalla droga; disabili fisici e psichici; coniugi separati e persone che vivono nella solitudine e nell’abbandono; coloro che, angosciati, piangono la persona cara che non c’è più. In queste situazioni “la persona sente compromessa non solo la propria integrità fisica, ma anche le dimensioni relazionale, intellettiva, affettiva, spirituale; e attende perciò, oltre alle terapie, sostegno, sollecitudine, attenzione… insomma, amore. Inoltre, accanto al malato c’è una famiglia che soffre e chiede anch’essa conforto e vicinanza”. In queste persone la comunità scopre la sua missione di curare i malati. In esse trova le modalità del suo divenire prossimo di chi soffre ed è nel dolore. “La Chiesa vuole e deve  essere sempre più e sempre meglio la “locanda” del Buon Samaritano che è Cristo (cfr Lc 10,34), cioè la casa dove trovare la sua grazia che si esprime nella familiarità, nell’accoglienza, nel sollievo.”. (papa Francesco, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale del Malato). Nella parabola, 10 verbi caratterizzano il comportamento del Samaritano. E questi dovrebbero caratterizzare il nostro agire. Il passare accanto e vedere, cioè l’accorgersi di chi soffre, fatica, vive situazioni difficili, superare l’indifferenza che fa comportare come il sacerdote e levita, cioè il passare oltre. Il farsi vicino, fasciare le ferite e versare olio e vino, che nasce dall’accostarsi all’altro e fermarsi accanto a chi soffre, è imparare ad ascoltare il grido di sofferenza, di solitudine, di angoscia e spesso di disperazione e di stanchezza. A volte non abbiamo un ascolto attento delle persone; pensiamo più a rispondere, che ascoltare l’altro. Il  prendere con sé, portare alla locanda, prendersi cura, consegnare due denari e affidare all’albergatore, cioè il caricarselo addosso che dice mi interesso di te, sei importante per me, mi curvo su di te e ti tendo la mano. Ma soprattutto l’ avere compassione.  Il Buon Samaritano “ebbe compassione”,  ecco il senso del nostro prenderci cura dell’altro. Essa non si identifica con il semplice sentimentalismo o pietismo che dinanzi ad una situazione di sofferenza e di dolore fa’ affiorare la nostra emotività che, essendo momentanea e superficiale, si esaurisce con un sospiro o un’alzata di spalla. Avere compassione è partecipare alla commozione di Dio per ogni uomo, specie se ferito; è lasciarsi ferire, toccare dalle situazioni umane di dolore e di sofferenza; è uscire da se stessi per condividere i dolori e le angosce dell’altro; è impegnarsi a favore dell’altro con tutte le proprie forze. La comunità, come accoglie il Samaritano, è chiamata a ricevere e servire ogni uomo in difficoltà, perché in ognuno di loro è presente il Signore (cfr. Mt 25, 31-45). In questa opera tutta la comunità è coinvolta. L’attenzione ai malati nella nostra comunità non può essere demandato solo ad alcuni, ma deve essere il banco di prova di un cammino di fede, di evangelizzazione, di comunione, di amore. Questo servizio è fondamentale, unico, insostituibile, «non sopporta né indifferenza, né accomodamenti» (Paolo VI, Evangelii Nuntiandi, 5).

 

don Claudio

 

 

 

Festa di don Bosco a San Salvario: tra passato e futuro

“Io abbozzo, voi stenderete i colori” è questo augurio di don Bosco che ha accompagnato la festa della comunità di ieri. La festa è iniziata con la celebrazione della S. Messa nella chiesa San Giovanni Evangelista durante la quale don Claudio ha ricordato come Maria cammina e ci accompagna sempre per le vie del nostro quartiere.

Al termine della celebrazione nel cortile di via Madama è stato offerto un buffet e tre stand hanno coinvolto i partecipanti: le foto di un tempo degli ex-allievi e oratoriani hanno raccontato “chi eravamo”, “chi siamo oggi” consisteva in giochi preparati dai giovani dell’oratorio e infine “guardando verso il futuro” invitava le persone ad immaginare il proprio impegno nella Casa nei prossimi anni.

A seguire il pranzo con oltre 170 persone è stato occasione di condivisione e di famiglia. Un grazie speciale va a Clelia, che insieme al marito e due amici, hanno preparato un pasto delizioso per tutti: polenta, spezzatino, pasta al forno e arrosto! E non possiamo dimenticarci di Fatima e Hisham che hanno creato una favolosa torta a forma di stella per l’occasione.

A conclusione della festa è stata organizzata una grande tombolata a premi per tutti!

Grazie a tutti coloro che hanno aiutato e partecipato, ma grazie in particolare a don Bosco, che ha reso possibile tutto questo, e molto altro, per le via di San Salvario!