Digiuno per andare all’essenziale.
Il digiuno, che deve caratterizzare, insieme alla preghiera e all’elemosina, il cammino quaresimale, scrive un autore, è «un grido di libertà che ci affranca da tutto quanto ci lega a noi stessi e alle nostre passioni». Guai, quindi, a ridurlo a un peso oneroso o a un semplice esercizio estetico assimilabile a qualche dieta sempre più in voga. Inoltre, non meno significativo, preparare una grande festa con il digiuno è un modo per sottolinearne l’importanza. E la Pasqua è la festa più importante per un cristiano.
La tradizione distingue fra digiuno e astinenza, anche se le due tipologie vanno osservate assieme il Mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo. Il digiuno si riferisce principalmente alla quantità di cibo, mentre l’astinenza guarda a ciò che si mangia. Quando si compie il digiuno è possibile fare un solo pasto completo, mentre gli altri saranno “leggeri” in base alle consuetudini. L’astinenza, invece, che è tipica dei venerdì di Quaresima, ma non solo, esclude il consumo di carne, un alimento che può essere sostituito da altri cibi come le verdure o il pesce. Certo, questa legge va sempre osservata senza mettere a rischio la salute delle persone.
Il digiuno ha precise radici bibliche. Nell’Antico Testamento esso rappresenta un richiamo a farsi umili davanti a Dio e rimanda alla totale dipendenza dal Signore, riconoscendo nel cibo, che mantiene l’uomo in vita, un dono dell’Altissimo. Tutto questo rimane valido nel Nuovo Testamento ma, di fronte al pericolo di una certa ostentazione, Gesù raccomanda maggiore discrezione nel modo di fare digiuno, senza mostrare evidenti indizi esterni. In questo contesto rientrano anche le ceneri che esortano alla penitenza. Il digiuno, poi, va a braccetto con l’elemosina e la preghiera, gli altri due “segni” della Quaresima, perché la rinuncia non è fine a se stessa e nemmeno una “prova” di mero dominio personale, come potrebbe essere per un atleta. Se desideriamo essere liberi da quanto ci opprime, è sempre per tornare a Dio, per vivere la carità con tutto il cuore e con tutta l’anima e per amare il prossimo come se stessi.
Ecco perché il digiunare non è solo rinunciare al cibo. Dal momento che intendiamo il digiuno come uno sforzo che ci aiuta a spezzare le catene del peccato, ci possono essere molti modi per compiere questa pratica oltre a quelli che la tradizione ci offre. Così, tanto per dare un suggerimento, possiamo digiunare da alcuni mezzi della comunicazione sociale, a cominciare dall’uso smodato del cellulare. Tutto ciò consente di aprici a Dio e agli altri dedicando anche più spazio alla preghiera e di giungere davvero rinnovati ad accogliere il Risorto.
Guardiamo le nostre vite: quante cose inutili ci circondano! Inseguiamo mille cose che paiono necessarie e in realtà non lo sono. Quanto ci farebbe bene liberarci di tante realtà superflue, per riscoprire quel che conta, per ritrovare i volti di chi ci sta accanto! Digiunare è saper rinunciare alle cose vane, al superfluo, per andare all’essenziale. E’ cercare la bellezza di una vita più semplice.
Digiuna dal giudicare gli altri:
scopri Cristo che vive in loro.
Digiuna dal dire parole che feriscono:
riempiti di frasi che risanano.
Digiuna dall’essere scontento:
riempiti di gratitudine.
Digiuna dalle arrabbiature:
riempiti di pazienza.
Digiuna dal pessimismo:
riempiti di speranza cristiana.
Digiuna dalle preoccupazioni inutili:
riempiti di fiducia in Dio.
Digiuna dal lamentarti:
riempiti di stima per quella meraviglia che è la vita.
Digiuna dalle pressioni e insistenze:
riempiti di una preghiera incessante.
Digiuna dall’amarezza:
riempiti di perdono.
Digiuna dal dare importanza a te stesso: riempiti di compassione per gli altri.
Digiuna dall’ansia per le tue cose: compromettiti nella diffusione del Regno.
Digiuna dallo scoraggiamento: riempiti di entusiasmo nella fede.
Digiuna da tutto ciò che ti separa da Gesù: riempiti di tutto ciò che a Lui ti avvicina.
Don Claudio
Dal vangelo secondo Gv (2,13-25)
Si avvicinava la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe e, là seduti, i cambiamonete. Allora fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori dal tempio, con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiamonete e ne rovesciò i banchi, e ai venditori di colombe disse: ”Portate via di qui queste cose e non fate della casa del Padre mio un mercato!”. I suoi discepoli si ricordarono che sta scritto: ”Lo zelo per la tua casa mi divorerà”.
Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: ”Quale segno ci mostri per fare queste cose?”. Rispose loro Gesù: ”Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”. Gli dissero allora i Giudei: ”Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?”. Ma egli parlava del tempio del suo corpo.
Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.
Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa, molti, vedendo i segni che egli compiva, credettero nel suo nome. Ma lui, Gesù, non si fidava di loro, perché conosceva tutti e non aveva bisogno che alcuno desse testimonianza sull’uomo. Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo. |
Via Crucis
Tutti i venerdì di quaresima (rispettando tutte le precauzioni
previste dalla normativa vigente anti-covid)
- PARROCCHIA SANTI PIETRO E PAOLO – ore 18.00
- PARROCCHIA SACRO CUORE DI MARIA – ore 17.30
- CHIESA SAN GIOVANNI EVANGELISTA – ore 17.15
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Corso in Preparazione al Matrimonio
Venendo incontro ad alcune richieste
vogliamo ripartire con un nuovo Corso in Preparazione al Matrimonio.
Chi fosse interessato a partecipare anche in preparazione ad un futuro prossimo, remoto o ipotizzato matrimonio, chiediamo di farlo presente per organizzarlo al meglio.
(chiedere al Parroco [3384908977] o in segreteria [0116505176]) |
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