Notizie dalle comunità – il foglietto settimanale si rinnova

La nostra comunità ricorda don Remo Paganelli

Carissimi, il Signore della Vita ha accolto nel suo abbraccio di pace il nostro Caro don Remo Paganelli, delle Comunità di Torino Valdocco, Beato Filippo Rinaldi e San Francesco di Sales, di anni 93 di età, 70 di vita religiosa e 60 di sacerdozio.

La casa del S. Giovanni Evangelista, in particolare gli Ex-Allievi, e le tante persone che l’hanno conosciuto lo ricordano con affetto e gratitudine anche per il suo prezioso servizio come direttore svolto in due periodi diversi. Dal 1976 al 1981 e dal 2001 al 2006.

In allegato gli appuntamenti per il Santo Rosario ed il Funerale.

Gli incontri di suffragio:

Martedì 14 febbraio 2023, ore 20.30 sotto Basilica di Maria Ausiliatrice – Torino Valdocco: il Santo Rosario.

Mercoledì 015 febbraio 2023, ore 10.00 Basilica di Maria Ausiliatrice – Torino Valdocco: il Funerale.

La sua salma sarà tumulata nel Cimitero di Sogliano al Rubicone (FC) suo paese natale.

Lo ricordiamo nella preghiera.

Festa di Don Bosco 2023 a Torino San Salvario

Congresso Mondiale Opere Sociali Salesiane: la strada come luogo di rinascita

Inizio Anno Pastorale

Tre giornate di eventi per iniziare tutti insieme l’anno Pastorale di don Bosco San Salvario: un’unica comunità che cammina insieme!

L’Istituto San Giovanni Evangelista partecipa al Programma di Aiuti Europei agli Indigenti (PO I FEAD)

Siamo lieti di annunciare che l’ente Istituto San Giovanni Evangelista partecipa al Programma di Aiuti Europei agli Indigenti (PO I FEAD) in qualità di Organizzazione partner Territoriale (OpT), provvedendo alla distribuzione di aiuti alimentari cofinanziati dal Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti (FEAD) e all’erogazione di misure di accompagnamento per orientare e sostenere le persone in condizione di bisogno.

Nell’anno 2021 l’OpT ha distribuito n. 258 pacchi alimentari / n. 0 pasti pronti per un totale di n. 141 persone aiutate attraverso il sostegno finanziario del PO I FEAD.

Cortili in preghiera

Nel mese di maggio, il mese mariano, tutta la comunità di don Bosco San Salvario è invitata a partecipare alle preghiere nei cortili.

Saranno 4 gli appuntamenti, nelle 4 domeniche di maggio. Il ritrovo sarà alle 20,45 in uno dei cortili indicati.

Ogni rosario verrà animato da un gruppo della comunità che ci aiuterà a riflettere su una tematica particolare.

Quaresima: La “sorpresa” di Pasqua.

La “sorpresa” di Pasqua

Una delle tradizioni di Pasqua è scambiarsi o regalare uova di cioccolato, soprattutto con i bambini. Con una particolarità: la sorpresa. Anch’io ricordo quando ero bambino. In quel tempo la sorpresa era più importante dell’uovo stesso. Ancora adesso quando si vede un uovo di Pasqua si pensa alla sorpresa che custodisce. Ed immagino gli occhi dei bimbi che assisteranno al momento in cui qualche adulto spaccherà quel loro dolce. Quegli occhi spalancati, pieni di improvviso stupore, sono i veri occhi “pasquali”. Sono gli occhi dei primi discepoli che hanno visto il Risorto. Non riuscivano a crederci, lo guardavano tra la meraviglia e l’incredulità. Troppo bello per essere vero! Troppo grande, troppo entusiasmante, troppo importante, troppo nuovo! Troppo! Un uomo che vince la morte, che non viene inghiottito dal nulla, che trasforma il muro in breccia! Ciò che è solo tenebra diventa all’improvviso luminoso. Non riescono a crederci. Stupore. Incredulità. Quegli uomini esultano e tentennano, poi corrono, saltellano, gridano. La sorpresa li rigenera, li rende leggeri. I due di Emmaus corrono per undici chilometri al buio per andare dagli amici a gridare, con la voce spezzata dell’emozione: Gesù è Risorto. La fine non è più fine; il nulla non è più invincibile. Non siamo più schiavi, ma liberi. La paura, il dolore, il sospetto, la morte… non sono più nemici invincibili. Ora possiamo rialzarci, alzare la testa da persone libere. La vita non finisce nel nulla, ora ha un senso, un fine, una breccia. In ogni momento, anche il più duro e doloroso, c’è un ultimo e ulteriore senso: stare in Lui, nel Risorto. Nulla ci separerà dal suo amore, nulla ci strapperà dalla sua mano. Nemmeno l’ingiustizia della morte. Neppure le sofferenze più forti. Neppure la pandemia che tutti ci coinvolge.

Viviamo una Pasqua ancora segnata dalla persistenza del contagio. Distanziati, con amici ammalati, alcuni gravi, con enormi fatiche lavorative, scolastiche e sanitarie. Ci siamo dentro, tutti nella stessa barca assalita dalla tempesta, come sì è espresso un anno fa papa Francesco. Impauriti, stanchi, delusi, arrabbiati.

E dopo i primi mesi segnati dall’ “andrà tutto bene”, ora in molti lo scoraggiamento, il puntare il dito, le accuse ai privilegiati, la lotta alle inadempienze, la ricerca dei colpevoli. E’ normale . La fatica si fa sentire ed emergono sbagli ed ingiustizie. E’ situazione da affrontare con realismo. Ma non dobbiamo fermarci a questo. La Pasqua arriva per curarci l’anima. Qualcuno ha detto che “la pandemia è iniziata come malattia dei corpi e sta diventando malattia dell’anima”. La Buona Notizia di Pasqua ci dice che non siamo e non saremo mai “incatenati” dalla pesantezza dell’anima. “Se, nonostante tutto siamo ottimisti è perché Cristo è risorto!“, gridava al mondo don Franco Delpiano mentre la leucemia lo stava uccidendo. Combattiamo con una certezza: abbiamo in squadra il Vincitore. Anzi, con una sorpresa in più, quel vincitore è il Crocifisso. E’ colui che ha vinto la morte.

I discepoli, dopo la sorpresa della Risurrezione, hanno una ulteriore sorpresa: la croce non è solo tragedia, bensì un atto d’amore. Lì c’è Dio che si spende per noi, oltre ogni misura. Con lui siamo forti, con Lui possiamo reggere e sperare. Buona Pasqua

Don Claudio

Dal vangelo secondo Giovanni  (20,1-9)

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

 

Quaresima: Settimana Santa in tempo di Covid.

Settimana Santa in tempo di Covid.

Ancora una volta i riti della Settimana Santa saranno in parte condizionati dalle norme per contenere la pandemia, tuttavia, rispetto allo scorso anno, potranno avvenire in presenza dei fedeli. Lo scorso anno, infatti, non fu possibile ai fedeli assistere personalmente ai riti, complice il lockdown che fermò il Paese per oltre due mesi.
I Vescovi italiani, al riguardo, esortano alla presenza durante i riti della Settimana Santa “nel rispetto dei decreti governativi riguardanti gli spostamenti sul territorio e delle misure precauzionali”, e,  aggiungono, che la possibilità di ricorrere all’uso dei social media avvenga “solo dove strettamente necessario o realmente utile”.

Accogliamo allora l’invito del Signore, il quale, ai discepoli che gli chiedevano «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua» (Mt 26,17), risponde che è suo desiderio celebrare la Pasqua non da solo, ma con loro («Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”», Mt 26,18). Desiderio che Gesù confermerà la sera stessa della celebrazione della Pasqua («Quando venne l’ora, prese posto a tavola e gli apostoli con lui, e disse: “Ho tanto desiderato mangiare questa Pasqua con voi, prima della mia passione»,
Lc 22,14-15).

Il desiderio di Gesù è indicazione preziosa per noi, suoi discepoli, che ci apprestiamo a vivere la Settimana Santa, il “centro” dell’anno liturgico e il “cuore” della vita cristiana. Gesù ci ricorda che ci vuole coinvolgere, perché noi siamo i beneficiari della Pasqua, della sua morte e risurrezione.

I riti dell’azione liturgica del Triduo, che culminerà nella Veglia della notte di Pasqua, ci consentiranno di partecipare, in prima persona e come comunità cristiana, alla Pasqua di Gesù, di beneficiare della sua morte e risurrezione. Dalle celebrazioni che si svolgeranno durante questa settimana, ci viene data l’opportunità di ricevere in dono la vita nuova del Signore Risorto, un’opportunità che resta sempre preziosa anche se la situazione di pandemia ci imporrà limitazioni nelle celebrazioni.

In particolare ne ricordo alcune.

La Domenica delle Palme non vivremo processioni, poiché sono vietate, e non ci sarà la distribuzione dei rami di ulivo alle porte, poiché troveremo il nostro rametto sul banco al fine di evitare passaggi di mano e contatti.

Il Giovedì Santo nella Messa in Coena Domini verrà omessa la «lavanda dei piedi».

Il Venerdì Santo non potremo vivere con i ragazzi e bambini la Via Crucis per le vie di San Salvario (si cercherà di sostituirla con una Via Crucis in chiesa dove si rimarrà al posto). Nella celebrazione della Passione del Signore, l’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio sarà «limitato al solo presidente della celebrazione».

Per ultimo, in ragione del coprifuoco, abbiamo dovuto anticipare l’orario di alcune celebrazioni, in particolare quello della Veglia pasquale.

Ma nonostante tutto il mio invito è fare il possibile per partecipare alle celebrazioni liturgiche, con la consapevolezza del dono che ci viene offerto e con la serenità che il dono del Risorto, anche nelle condizioni difficili e sofferte che stiamo vivendo, non viene meno, né perde un po’ della sua ricchezza.

Don Claudio

Dal vangelo secondo Marco  (11,1-10)

Quando furono vicini a Gerusalemme, verso Bètfage e Betània, presso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due dei suoi discepoli e disse loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito, entrando in esso, troverete un puledro legato, sul quale nessuno è ancora salito. Slegatelo e portatelo qui. E se qualcuno vi dirà: “Perché fate questo?”, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma lo rimanderà qui subito”».
Andarono e trovarono un puledro legato vicino a una porta, fuori sulla strada, e lo slegarono. Alcuni dei presenti dissero loro: «Perché slegate questo puledro?». Ed essi risposero loro come aveva detto Gesù. E li lasciarono fare.
Portarono il puledro da Gesù, vi gettarono sopra i loro mantelli ed egli vi salì sopra. Molti stendevano i propri mantelli sulla strada, altri invece delle fronde, tagliate nei campi. Quelli che precedevano e quelli che seguivano, gridavano: «Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore!
Benedetto il Regno che viene, del nostro padre Davide!
Osanna nel più alto dei cieli!».