Vivere la settimana Santa con …un pensiero al giorno

LUNEDI’ SANTO

Ci fermiamo su questa scena del Vangelo, in cui una donna, Maria, cosparge di olio prezioso e
profumato i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli. Questa donna con questo gesto fa qualcosa per Gesù. Ed è qualcosa di nuovo, di bello. Se voi notate, sempre nel Vangelo c’è Gesù che fa qualcosa per qualcuno. Qui Gesù non fa niente: è questa donna che fa qualcosa per Gesù. Qui sta il mistero di questo brano. Questa donna rappresenta ciò che avverrà alla fine del Vangelo: la reciprocità d’amore con il Signore. E’ il senso del Vangelo: Dio è amore e l’amore è presente dove? Dove è riamato, altrimenti è ucciso. Quindi questa donna rappresenta il frutto maturo del Vangelo, il Vangelo ci vuol portare a diventare come questa donna, che è la sposa che ama lo sposo con lo stesso amore.
Gesto che Gesù riconosce e apprezza, “Lasciala fare”, ma diventa anche invito, “ I poveri li avete sempre con voi”, come a dirci che quell’amore che dobbiamo al Signore deve passare attraverso l’amore verso i fratelli, in primo luogo i più poveri, i più bisognosi. Ma se ci pensiamo bene siamo tutti bisognosi, bisognosi di amore. Perché allora non provare a tradurre queste parole in atteggiamento concreto. In questi giorni “costretti” a casa proviamo a versare del profumo sui piedi del Signore, versando attenzioni, servizio, disponibilità, aiuto vicendevole, pazienza… in casa, verso i nostri familiari.
Anche tutta la nostre casa si riempirà dell’aroma di quel profumo.

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MARTEDI’ SANTO

E’ un momento di festa. Gesù festeggia la Pasqua con i suoi amici. I suoi discepoli, con coloro che avevano condiviso con Lui gli ultimi tre anni della loro vita. Avevano lasciato la loro casa, la famiglia, gli amici, il lavoro, spinti dall’amore che è nato nel loro cuore per Gesù. Avevano
compreso che in Lui c’era la loro salvezza, con Lui potevano dare un senso alla loro vita.
Ma succede qualcosa di strano. Avviene un tradimento, è annunciato un rinnegamento!
Ma cosa succede ai discepoli? Perché Giuda lo tradisce e Pietro lo rinnega? Perché, se amavano così tanto quest’uomo, da abbandonare tutto per condividere con Lui la vita, lo hanno tradito e rinnegato? Ma pensandoci bene non succede così anche a tutti noi? Anche noi mettiamo in atto il tradimento! Vogliamo bene a delle persone, però succede che le giudichiamo, le critichiamo, ne parliamo male. Quando noi parliamo male di qualcuno a qualcun altro, in quel momento noi mettiamo in atto il tradimento, come ha fatto Giuda.
Sappiamo che la cattiva parola, uccide quasi più della spada! La cattiva parola toglie la dignità alla persona che subisce il giudizio, ne scredita l’integrità fino ad arrivare a rinnegarla. Accade che si rinnega un affetto e il sentimento che si prova, per interessi personali o per paura.
Eppure, quando leggiamo questo passaggio del Vangelo, ci meravigliamo e pensiamo: ma come ha fatto Giuda a tradire Gesù e, come ha fatto Pietro a rinnegarlo? Fossi stato io al loro posto, non l’avrei fatto! Ma succede così ogni giorno: quando non riconosciamo Gesù in ogni fratello o sorella e ci comportiamo male con loro, quante volte Lo rinneghiamo e mettiamo in atto il tradimento!
Alcuni per raggiungere degli obiettivi, come Giuda, sono pronti a tradire l’amicizia e l’amore, altri per paura, come Pietro, arrivano al punto di rinnegare gli affetti.
Ma Pietro ci insegna che il Signore è sempre pronto a perdonarci, anche dei nostri tradimenti, se noi ci affidiamo a Lui.  In questa settimana Santa, il Vangelo ci invita a guardarci in profondità, ci invita al pentimento e ci
ricorda che noi siamo perdonati da Gesù già dal principio, perché Dio è un Dio misericordioso.
Allora, non dobbiamo rattristarci se vediamo in noi qualcosa che non va, al contrario dovrebbe essere occasione di gioia l’essere riusciti a riconoscere il nostro errore e avere l’opportunità di allontanarlo dal nostro cuore.

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MERCOLEDI’ SANTO
Ancora Giuda protagonista. Ci ha accompagnato in questi giorni. Sembra l’unico colpevole di tutto quello che celebriamo in questi giorni. E’ lui che tradisce! E’ lui che vende Gesù! Ma è realmente l’unico colpevole? A leggere il Vangelo qualche dubbio dovrebbe sorgere. Davanti alla sua domanda «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà», tutti si sentono chiamati in causa.
Ciascuno cominciò a domandargli: «Sono forse io, Signore?». A quella tavola nessuno si sente esente dalla possibilità di essere il traditore. Anche se è Giuda che ha compiuto il passo recandosi dai capi dei sacerdoti, l’annuncio di Gesù lascia tutti con il dubbio di essere i responsabili di un tradimento.
A parte l’orgoglio umano che spesso ci spinge a metterci sempre al primo posto, anche nei confronti di Dio, l’atteggiamento dei discepoli è facilmente condivisibile. Chi può dire, nella propria
vita, di non aver mai tradito Gesù, di non averlo messo da parte, venduto, allontanato per qualcosa di futile, di poco valore. E chi, di fronte al tradimento cerca poi di arrampicarsi sugli specchi trovando valide scuse e cercando giustificazioni per non sentirne il peso? Allora chiediamoci «Signore sono forse io? ». Io che non so perdonare ai miei fratelli? lo che non spezzo il pane della misericordia, dell’amicizia, della solidarietà? Sono io Signore? lo che non mi fermo ad ascoltare, a confortare, ad abbracciare? Sono forse io Signore? lo che non so pregare per i miei fratelli, io che davanti ad una sofferenza preferisco guardare da un’altra parte? Dimmi, Signore, sono forse io? Sono io che chiudo a chiave la porta del cuore standomene al sicuro e tutti gli altri fuori? lo che tradisco il mio amico con le mie parole che feriscono, pur di prevalere? lo che chiudo porte invece di accogliere? lo che tradisco l’amore? Signore, dimmi, sono forse io? «E Gesù gli rispose: “Tu l’hai detto”». Ma nonostante tutto, il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, la fuga di tutti i discepoli Gesù è ora li con loro a mangiare la Pasqua. Si offre a loro per offrirsi ad ogni uomo, in ogni condizione e situazione si trovi. È li con loro per amarli fino alla fine insegnando loro come amare, come servire il prossimo. Che grande amore quello di Dio, sempre presente, fedele, in attesa di un
nostro gesto, di una risposta d’amore.
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Don Claudio