Articoli

Iscrizioni Oratorio 2023/2024

Sono aperte le iscrizioni per l’Oratorio dell’anno 2023/2024 (1 settembre 2023 – 31 agosto 2024).

È possibile iscriversi il lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 18.00 alle 19.00 in via Ormea 4.

Per info:

  • don Eligio – 393 307 3731

L2L Maker Lab San Luigi – Intervista ai protagonisti del cortometraggio “Gli 8 Pazzi”

(Labs to Learn) – Proponiamo il racconto della produzione di un cortometraggio, a cura di 8 giovani studenti della scuola media Peyron di 3 classi di 2°media, risultato dell’azione del Maker Lab presso l’oratorio salesiano del San Luigi di Torino.

Per saperne di più sul Digital Lab del San Luigi:

Che esperienza incredibile! Questa prima edizione sperimentale del Digital Lab volge al termine e, pare, con tanta soddisfazione da parte dei ragazzi che ne hanno fatto parte, ma anche dei loro insegnanti.

Non sapete di cosa si sta parlando? E allora scopritelo leggendo le prossime righe dove vi racconteremo come è nato un gruppo di 8 ragazzi di 3 classi di 2°media, appassionati delle tecnologie più innovative, e desiderosi di apprendere tutti i segreti di come si realizzano video, con poco ma di vera qualità!

Il Digital Lab è un laboratorio pieno zeppo di dispositivi tecnologici (pc, tablet, Ipad, videocamera, fotocamera, drone, e tanto altro…) che si trova all’Oratorio salesiano San Luigi e che ha aperto le porte per una mattina alla settimana a questi 8 ragazzi. Perché proprio a loro? Perché i loro insegnanti, i loro genitori e loro stessi hanno creduto alla possibilità che provare a “fare scuola” in maniera un po’ diversa dal solito li avrebbe motivati nel riconoscersi delle capacità nascoste e a prendere sul serio, con vero impegno, un percorso di creazione di un cortometraggio e magari, di riflesso, anche il loro percorso scolastico.

Ci sono riusciti? Beh lo abbiamo chiesto a loro…

In che cosa pensate che vi abbia aiutato a crescere il Digital Lab?

Vasile ha risposto così: “A prendermi le mie responsabilità e a darmi da fare; fare le riprese mi stancava abbastanza ma mi ha dato molte soddisfazioni.” Anche Alessandro ha avuto la sensazione che questo laboratorio lo abbia “aiutato a organizzare meglio il lavoro”. C’è chi invece, come Leonardo, ha imparato “quanta pazienza ci vuole per realizzare un cortometraggio” in tutte le sue fasi, dalla stesura dello storyboard, alla realizzazione delle riprese, fino al montaggio. Aly addirittura ora si sente “più maturo, riesce a fare meno casino”. Tutti si riconoscono anche delle abilità tecniche in più: adesso conoscono i nomi delle differenti inquadrature utilizzate nel cinema e di conseguenza a realizzarle maneggiando come si deve la videocamera. Marcus, come altri (Alessandro, Leonardo, …) sono orgogliosi di poter dichiarare che ora sanno come pilotare un drone ma anche tutte le regole e le accortezze per poter farlo volare in sicurezza.

Qualcuno di loro, per partecipare, riconosce di avere perso molto, magari ore di lezione della materia preferita, chi invece ore di quella materia su cui hanno un po’ di difficoltà e ciò li ha messi in una situazione svantaggiosa: gli tocca faticare il doppio per poter stare al passo coi compagni o peggio dover recuperare. Però tutti riconoscono che accogliendo questa proposta hanno guadagnato molto…

Leonardo: “Più sicurezza in quello che faccio”, Diego: “Nuove amicizie e nuove conoscenze”, Marcus: “Il bello di poter giocare a calcio o a basket durante gli intervalli”, Gianluca: “Più possibilità di scelta sui miei obbiettivi del futuro”, Aly: “Capacità tecniche informatiche”.

Parola ad Alessandro

Ciao, io sono Alessandro, uno degli otto componenti del gruppo e voglio parlarvi del percorso che ci ha portati alla realizzazione del video finale, il cortometraggio degli “8 Pazzi”.

Durante i primi incontri abbiamo testato le nostre capacità e conoscenze sul mondo digitale e seguito lezioni da parte di professionisti su tecniche, modalità di realizzazione dei video e l’utilizzo di alcuni strumenti (ad esempio il drone). Alla fine di alcune lezioni Lele e Rachele (un educatore e una studentessa volontaria) ci hanno proposto delle sfide a quiz (con Kahoot) per testare la nostra attenzione e interesse rispetto agli argomenti trattati, è stato molto divertente ma soprattutto stimolante.

Successivamente, abbiamo deciso il tema di quello che sarebbe stato il video finale del Digital Lab e da quel momento è iniziato il lungo processo di realizzazione. Siamo partiti con la stesura del soggetto, la creazione di uno storyboard e per concludere la parte più progettuale abbiamo scritto la sceneggiatura.

A questo punto abbiamo iniziato a fare le riprese, al Digital Lab, a casa e anche a Valdocco dove abbiamo passato una giornata diversa dal solito e ci siamo divertiti molto (mi sentivo un po ‘ un regista sul set di un film…). La parte più delicata del lavoro penso si possa riscontrare nel montaggio, dove tutto il materiale è pronto per essere assemblato; con l’aiuto di John e Vadim (due ex studenti della scuola di Valdocco, quindi professionisti nel campo) abbiamo realizzato il montaggio con alcuni programmi come ad esempio Adobe Premiere.

Quando in anteprima abbiamo visto il nostro cortometraggio, siamo rimasti entusiasti del lavoro che siamo riusciti a fare in così “poco tempo” e alla qualità del prodotto che abbiamo realizzato, spero che sia solo l’inizio di un lungo percorso che ci porterà a fare della nostra passione un lavoro o comunque a non smettere di coltivarla.

Parola a Rachele

Ciao mi chiamo Rachele, ho 23 anni, sono una studentessa di comunicazione e, conoscendo l’oratorio fin da bambina, quando Lele (educatore dell’oratorio) mi ha proposto di partecipare alla realizzazione di questo progetto non ho esitato un attimo nell’accettare.

In questo laboratorio sono stata il braccio destro di Lele e un supporto per i ragazzi; avendo studiato al liceo artistico e specializzandomi nel multimediale ho portato il mio sapere nel gruppo con l’obiettivo di aiutare e aggiungere interesse nei ragazzi.

Per me questi 8 ragazzi si sono rivelati tutti speciali, a modo proprio, con tanto da dare in tutti i sensi, sia a livello “lavorativo” sia a livello umano. Ho legato con tutti, dal più esuberante al più silenzioso instaurando con ognuno un rapporto speciale che, al termine di questa bella esperienza, mi dispiace veramente molto interrompere. Hanno mostrato interesse, partecipazione, ma soprattutto entusiasmo nel voler imparare cose nuove.

Partecipando ho dovuto talvolta saltare delle lezioni universitarie ma ho appreso e imparato cose che nessun corso e nessuna lezione mi potevano dare.

La buona notizia è che il Digital Lab continua anche al pomeriggio, chissà che qualcuno di loro non si riaffacci, magari portandosi con sé qualche nuovo amico della scuola Peyron!

Proponiamo anche un video interattivo con una simpatica presentazione del Team che ha lavorato per il cortometraggio:

All’Oratorio Santi Pietro e Paolo è festa di fine anno per la sportiva Auxilium di Torino

Venerdì 8 giugno, all’Oratorio Santi Pietro e Paolo in via Giacosa 8, nel quartiere di San Salvario, a Torino, si è svolta la festa di fine anno della società sportiva Auxilium San Luigi, con la cena condivisa e la premiazione dei gruppi sportivi presenti alla serata: la squadra di basket, il gruppo di Introduzione al calcio, i due gruppi di calcio Under 12, i tre gruppi di calcio Under 14, le categorie Allievi, Juniores, e il gruppo di volley.

Tra i ringraziamenti e i vari interventi che si sono alternati durante la serata, ha preso anche la parola Don Mauro Mergola, parroco della Chiesa Santi Pietro e Paolo, e presidente dell’A.S.D. Auxilium San Luigi, che così ha commentato:

Voglio rivolgere un grazie particolare a tutti coloro che volontariamente si sono messi a servizio dei 200 ragazzi che hanno scelto l’A.S.D. Auxilium San Luigi per fare sport. Sono 25 gli adulti che oltre il loro lavoro, il loro impegno di famiglia hanno dedicato tempo per i ragazzi con l’animo di chi desidera vedere i ragazzi crescere con piedi buoni, se giocano a calcio, o mani buone se fanno pallavolo o basket, collegando insieme testa e cuore. La testa per l’intelligenza impegnata anche nello studio e un cuore capace di costruire relazioni. Su quest’ultimo aspetto pongo l’attenzione.

L’altro aspetto su cui vogliamo puntare è lo stare insieme. L’esperienza dell’A.S.D. Auxilium San Luigi è un’esperienza di oratorio e soprattutto di comunità, affinché tutte le squadre si sentano parte di una realtà comune. Il terzo elemento da evidenziare è: corresponsabilità. In Oratorio non si vende un servizio ma si propone un progetto in cui ciascuno mette a disposizione, le proprie competenze e la propria disponibilità per il bene di tutti, affinché i ragazzi si accorgano che tra salesiani, educatori, allenatori, famiglie c’è un’alleanza educativa, perché la vera squadra è, appunto, la comunità.

Presente alla premiazione anche Andrea Bertolino, direttore sportivo dell’A.S.D. Auxilium San Luigi che riferendosi alla società, si dice molto soddisfatto per le performance delle squadre, e sopratutto per la crescita in numeri e opportunità della società dal 2011, anno di nascita, ad oggi:

L’Auxilium è una realtà oramai molto consolidata qui a San Salvario: quando siamo partiti con questo progetto, nel 2011, eravamo solo 3 piccole squadre, adesso possiamo vantare 12 squadre in tutto, poco più di 200 ragazzi, in una fascia d’età compresa tra i 6 anni e i 18 anni (i giocatori del basket quasi tutti maggiorenni) che vengono seguiti da una rosa di 23 allenatori. E oramai, lo dico con fierezza, i numeri sono questi già da alcuni anni.

I risultati sportivi non mancano, siamo andati persino a Roma a disputare le finali del torneo al CSI (Centro Sportivo Italiano), ma la soddisfazione maggiore è la possibilità che diamo a tutti questi ragazzi di poter praticare un’attività sportiva in ambienti sani. Soprattutto a quei ragazzi in difficoltà che per svariate ragioni non potrebbero permettersi economicamente di praticare uno sport, a cui provvediamo noi, a spese nostre e con gli aiuti delle altre famiglie, ad acquistare scarpe, maglie e l’attrezzatura necessaria.

[AFG_gallery id=’4′]

Blocco dei fondi regionali per l’Oratorio: a La Voce e Il Tempo parla Don Mauro Mergola: “Così si nega l’inclusione per i più disagiati”

Sul quasi azzeramento del fondo regionale per gli Oratori è intervenuto Don Mauro Mergola, salesiano che gestisce la missione oratoriana nel quartiere multietnico di San Salvario, che al settimanale La Voce e Il Tempo ha spiegato quanto sia difficile, con i fondi regionali bloccati all’anno 2014-2015, operare nei quartieri di periferia segnati dall’emergenza e farsi carico delle fatiche di tanti nuclei familiari che non possono persino permettersi di pagare la quota di iscrizione all’oratorio estivo, che è un’occasione per avvicinare le famiglie in difficoltà e iniziare con loro un percorso di sostegno e accompagnamento.

LA VOCE E IL TEMPO, edizione del 7 Giugno 2018. Articolo a cura di Stefano DI LULLO

Quasi azzerato il fondo regionale per gli Oratori

Risorse al lumicino –  La legge prometteva 1 milione di euro, invece nel 2017 ne sono stati stanziati 333 mila e non sono stati ancora erogati. Per il 2018 tutto tace. E gli Oratori Estivi per farsi carico delle famiglie in difficoltà economiche che non possono pagare le quote di iscrizione si affidano alle collette di solidarietà. Parlano i preti di periferia

Proprio nei giorni in cui si intensifica l’attività degli oratori, luoghi di frontiera e integrazione, che lungo tutto l’anno portano avanti progetti sociali in quartieri e comuni torna a far discutere l’odissea burocratica che ormai da anni coinvolge parrocchie, associazioni oratoriane, la Pastorale giovanile della diocesi e l’associazione Noi Torino in relazione all’erogazione dei fondi relativi alla legge regionale 26/2002 sugli oratori.

Nelle casse degli oratori non arriva un centesimo dalla Regione da tempo. I contributi sono bloccati dall’anno pastorale 2014-2015. Gli ultimi fondi versati riguardano, infatti, il saldo dei progetti relativi al 2014-2015.

La legge, dopo uno stallo, è stata rifinanziata per l’anno 2016-2017 con uno stanziamento di  «quattro dodicesimi», ovvero un terzo dei contributi erogati in passato che ammontavano a poco più di un milione di euro. Si tratta nello specifico di 333 mila euro che dovranno essere suddivisi fra le diverse confessioni ed enti di culto che portano avanti attività di oratorio in tutto il Piemonte. «Si tratta di briciole», sottolinea don Luca Ramello, direttore della Pastorale giovanile diocesana, «che rischiano di essere ulteriormente frammentate e dispersi fra i vari progetti, considerando anche le capziose procedure burocratiche per la presentazione dei bandi».

Ed ecco che la Pastorale giovanile regionale e la Noi Torino hanno stabilito di investire la cifra su progetti diocesani. Per l’anno pastorale 2017-2018 la presentazione dei progetti è di nuovo bloccata.

Anche l’Arcivescovo Nosiglia nelle scorse settimane è intervenuto scrivendo al presidente della Regione Sergio Chiamparino e all’assessore alle Politiche sociali Augusto Ferrari. Dal Palazzo della Regione è stata sempre manifestata disponibilità al dialogo, ma non è arrivata alcune risposta, solo ulteriori promesse e rinvii. Tutto tace. In sostanza, come informano dalla Regione, lo stanziamento dei fondi dipende dall’assestamento di bilancio.

«Si tratta di fatto di una legge vuota», sottolinea don Stefano Votta, presidente della Noi Torino, «che ormai esiste solo sulla carta (e sulle promesse), ma di cui gli oratori e le diocesi non possono far conto per strutturare le diverse attività sociali sul territorio».

 

 Oratori estivi mobilitati per chi fatica

Con il termine delle lezioni scolastiche diventa sempre più imponente ed essenziale l’impegno di circa 200 oratori mobilitati in tutta la diocesi torinese nei mesi estivi con migliaia di educatori, animatori e volontari, giovani e adulti per settimane all’insegna della crescita e della condivisione con lo stile educativo dell’oratorio. Soprattutto sono le parrocchie a farsi carico delle fatiche di tanti nuclei familiari che non possono permettersi di pagare la quota di iscrizione, una cifra contenuta rispetto ai centri estivi comunali che gli oratori chiedono per la copertura parziale delle spese organizzative.

Ed ecco la gara di solidarietà per recuperare fondi in modo da non lasciare nessuno per strada ed offrire a tutti, in particolare nei quartieri di periferia segnati dall’emergenza, l’opportunità di crescita anche in vista di scelte per il proprio futuro. Non si tratta solo delle ordinari attività aggregative: gli oratori aprono anche alla sera e nei week-end per giovani e famiglie che non frequentano le parrocchie, numerosi i progetti che favoriscono l’inclusione dei disabili, dei migranti, dei ragazzi svantaggiati.

San Salvario 

Nel quartiere multietnico gli oratori Santi Pietro e Paolo e San Luigi affidati ai Salesiani organizzano 9 settimane di estate ragazzi con circa 250 iscritti. Don Mergola in merito ai contributi erogati dall’Ufficio Pio auspica l’istituzione di un Tavolo di confronto in cui possano sedere anche i centri estivi che offrono il servizio, che aggiunge:

Dobbiamo reperire oltre 4.000 euro per le famiglie in difficoltà, abbiamo dunque da un parte avviato il progetto solidale ‘Adotta un bambino per l’estate’, dall’altra chiediamo alle famiglie di contribuire al progetto estivo con un proprio servizio in base alle proprie competenze (decoratore, pulizie …). L’iscrizione all’oratorio estivo diventa occasione per avvicinare le famiglie in difficoltà e iniziare con loro un percorso di sostegno e accompagnamento.

LA STAMPA, edizione del 9 Giugno 2018. Articolo a cura di Maria Teresa MARTINENGO

LA VOCE E IL TEMPO, edizione del 25 Giugno 2018. Articolo a cura di Stefano DI LULLO

 

Il Reportage: “Una vita a misura di minore” grazie all’accoglienza al San Luigi di Torino

Minori stranieri non accompagnati e giovani adulti in Italia: le storie, i numeri, l’accoglienza, perchè sono partiti e quello che hanno vissuto in viaggio. Su questo e altro cerca di rispondere il giornalista Giovanni Godio con il reportage “Una vita in minore” pubblicato, giovedì 31 maggio 2018, sulla rivista “Dimensioni Nuove”, edita dalla casa editrice salesiana Elledici, di cui pubblichiamo di seguito un breve stralcio:

I ragazzi ospiti della comunità per minori stranieri non accompagnati (sigla social-burocratese MSNA) dell’Oratorio San Luigi oggi sono 15 e sono arrivati sotto le Alpi, oltre che da Somalia ed Egitto, dal Marocco, dal Senegal, dall’Albania, dalla Costa d’Avorio e dal lontano Pakistan. «Insomma, una succursale del Palazzo di Vetro dell’ONU», scherza don Mauro Mergola, salesiano, direttore del San Luigi, parroco della vicina parrocchia dei SS. Pietro e Paolo nonché affidatario di questi ragazzi.

Missione fiducia

La comunità è stata aperta su richiesta dell’ufficio Minori stranieri del Comune, oggi fa parte della rete dei progetti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (lo SPRAR). E, in collaborazione con i centri di formazione professionale e con quelli per l’istruzione-formazione di giovani e adulti (i CPT), ma anche grazie al valore aggiunto delle attività dell’oratorio che la ospita, di certo non si accontenta di offrire un pranzo, una cena e un letto.

«Lavoriamo per accompagnare questi ragazzi verso l’autonomia, non solo lavorativa, in un cammino di integrazione che li aiuti a capire che non tutto gli è dovuto ma, soprattutto, che li aiuti a sentirsi veramente accolti e stimati, nello stile di don Bosco – spiega don Mauro – . Sono partiti sentendosi adulti, hanno superato mille traversie, poi qui in Italia sono stati accolti come ragazzini. In realtà sono adolescenti, in fondo come tutti gli altri. Sono arrivati con la loro cultura e senza genitori, hanno incontrato il nostro Paese “ricco”, con le sue luci e le sue contraddizioni.

E intanto sulle loro spalle pesa, in un modo o nell’altro, il debito di chi in patria ha investito per il loro viaggio: a volte le famiglie si aspettano subito delle rimesse, a volte quando i ragazzi iniziano a guadagnare qualcosa si sentono in dovere di spedire tutto laggiù, anche se qui non è certo facile mantenersi… Però qui, fin dall’inizio, la cosa più difficile per loro è conquistarsi fiducia. E trovare qualcuno di cui fidarsi: noi, le istituzioni, oppure lo “zio” o i connazionali che magari ti dicono “non farti incastrare in comunità”, o “prendi solo quello che ti serve”?».

Il progetto di Housing Sociale

Nella parrocchia di don Mergola (ci troviamo nel “quartiere multietnico” di San Salvario) è partito nello scorso autunno il cantiere per una residenza di co-housing , cioè con spazi privati e comuni. Per periodi di 18 mesi accoglierà 14 giovani, fra cui alcuni neo-diciottenni del centro di accoglienza del San Luigi, proprio per accompagnarli meglio verso l’autonomia e il lavoro nel difficile giro di boa della maggiore età. Gli altri ospiti, in un mix pensato per creare scambio e relazione fra diverse situazioni di vita, saranno studenti universitari fuori sede, italiani e immigrati. I lavori per la “San Salvario house”, frutto della collaborazione fra Salesiani, Diocesi e Comune (con il finanziamento della Compagnia di San Paolo), termineranno entro questo mese di maggio.

«Ai ragazzi – ha sottolineato don Mauro – chiederemo di aderire a un progetto educativo in cui si impegnano a versare una quota mensile, a condividere spazi e attività, a raggiungere i loro obiettivi di studio e di lavoro, ma anche a fare un po’ di volontariato nei servizi della nostra comunità».

Leggi il reportage integrale: