Notizie dalle Parrocchie: “io abbozzo, voi stenderete i colori”

E’ lo slogan scelto per la festa di don Bosco, che celebreremo in modo solenne domenica 2 febbraio e che avrà al centro la Messa solenne nella chiesa San Giovanni Evangelista, chiesa voluta e realizzata da don Bosco, ma anche luogo in cui ebbe inizio la storia di don Bosco a San Salvario.

Era infatti l’8 dicembre del 1847 quando un gruppo di ragazzi, guidati dal teologo Borel, sfidando allegramente la fitta neve che cadeva, partiva da Valdocco alla volta di Porta Nuova, per dare inizio al nuovo oratorio San Luigi. Si realizzava così il desiderio di don Bosco di realizzare anche qui, a San Salvario, un nuovo oratorio, dopo Valdocco, per offrire uno spazio ai molti giovani immigrati, spesso orfani, che lo avevano loro stessi condotto a vedere i luoghi in cui vivevano e lavoravano.  All’oratorio seguì la costruzione della chiesa San Giovanni Evangelista (1878-1882) e quindi della scuola in via Madama Cristina 1, oggi collegio universitario. Ma la presenza di don Bosco non finisce in questo angolo di San Salvario;  tutto il quartiere ha visto protagonista don Bosco e i suoi salesiani. In particolare l’oratorio dei Santi Pietro e Paolo (in origine si chiamava di san Giuseppe) è stato frequentato, animato e gestito da don Bosco e i suoi salesiani, oratorio fondato nel 1859 dal Cav. Carlo Occelletti nella casa di sua proprietà in San Salvario, sotto la parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo.

Già dal 1963 il Cavaliere, che era intimo amico di don Bosco, lo invitava ad aiutarlo inviando i suoi preti e religiosi, insieme ai ragazzi, per animarlo. Presenza salesiana che continuò ininterrotta fino al 1926. Erano gli inizi di opere educative importanti ma anche della vita del quartiere, che vedevano protagoniste proprio il santo dei giovani.  Allora quella frase scelta come slogan diventa un richiamo a non dimenticare ma soprattutto a continuare il suo sogno per San Salvario.

Slogan tratto da un dialogo interessante avvenuto tra don Bosco, ormai anziano, e un altro sacerdote, don Barberis. Don Bosco, dopo avergli chiesto se continuerà ad essergli amico e ad aiutarlo, continua con queste parole: “Voi compirete l’opera, che io incomincioio abbozzo, voi stenderete i colori”.

E davanti alla paura di don Barberis di rovinare la sua opera, prosegue: “Ecco: adesso io faccio la brutta copia della Congregazione e lascerò a coloro che mi vengono dopo di fare poi la bella. Ora c’è il germe…

Mi piace pensare a queste parole come invito ad ognuno di noi, nel contesto in cui si trova, nel ruolo che occupa, che sia ragazzo o genitore, adulto o anziano, affinché possa dare la propria pennellata al nostro vivere insieme, il proprio contributo originale all’opera iniziata da Don Bosco;  essere presenza viva in tutto San Salvario, e vivere nella comunità la sua identità di genitore, nonno, animatore o educatore, giovane o ragazzo, prete o suora, con la consapevolezza che solo insieme possiamo rendere nuovo e attuale il «disegno di amore e di salvezza» di don Bosco per i giovani, che continua ad essere un sogno valido per tutti.

Si tratta di avere uno sguardo attento, positivo e costruttivo, capace, come dice Papa Francesco, di «individuare percorsi dove altri vedono solo muri, per riconoscere possibilità dove altri vedono solo pericoli. Così è lo sguardo di Dio Padre, capace di valorizzare ed alimentare i germi di bene seminati nel cuore dei giovani» e delle persone che abitano il quartiere.

A tutti, dunque, un augurio che si fa impegno e responsabilità condivisa: stendere i colori sul prezioso abbozzo iniziato dal cuore di don Bosco!

 

don Claudio