A San Salvario non solo abiti alla moda per la sfilata “La Stoffa dell’Amore”

Sabato 2 giugno, ore 22.30. La piazza ottagonale di Largo Saluzzo, nel quartiere multietnico di San Salvario, comincia a riempirsi di giovani pronti a vivere il consueto appuntamento con la movida al sabato sera. Dal portale spalancato della Chiesa di Santi Pietro e Paolo questa sera però corre una passerella su cui un gruppo di quattro giovani ventenni si appresta a dare il via ad uno spettacolo di moda “controcorrente” dove non è importante l’abito che sfila, ma la ragazza che lo indossa, aprendo un confronto tra palco e piazza, intorno alle tematiche dell’amore e delle relazioni.

Ha così inizio “La Stoffa dell’Amore”, la sfilata di moda inserita nelle attività salesiane della Movida Spirituale, pensata e voluta da don Mauro Mergola, parroco salesiano della Parrocchia dei SS. Pietro e Paolo, momento che permette di accogliere molti giovani in uno dei luoghi di aggregazione privilegiati della vita notturna della città di Torino, attraverso incontri e colloqui affiancati a momenti di preghiera, opere di sensibilizzazione ed educazione civica e ambientale. La sfilata è organizzata in collaborazione con l’associazione Turris Eburnea, realtà che da anni usa il linguaggio della moda e dell’eleganza, per generare un confronto creativo tra i giovani intorno a tematiche come l’amore, la donna, il linguaggio del corpo e le relazioni.

“Nel corso degli anni ho imparato che ciò che è importante in un abito è la donna che lo indossa“: con Yves Saint Laurent apre la passerella Antonia, giovane milanese che lavora nell’event management, che aggiunge:

Questa sera sfateremo il mito che l’abito non fa il monaco, ci renderemo conto della potenza comunicativa del nostro abbigliamento e della percezione che gli altri hanno di noi attraverso ciò che indossiamo. Parleremo di amore e di coraggio ma anche di perdono. Della vera eleganza, che come dice Dior, deve essere la giusta combinazione di distinzione, naturalezza, cura e semplicità. Fuori da questo, credetemi, non c’è eleganza. Solo pretesa.

Comincia dunque la sfilata delle modelle, cadenzata da citazioni e riflessioni dei ragazzi della Turris Eburnea che dialogano con i giovani della piazza su varie tematiche, sul linguaggio del corpo e sull’importanza di costituire oggi più che mai solide relazioni che durino nel tempo, come spiega Henriette, studentessa ventiduenne di design della moda al Politecnico di Milano:

La relazione d’amore tra un uomo e una donna può essere paragonata al processo di creazione di un abito su misura, dall’idea alle finiture, passando per la scelta della stoffa, cioè della persona con cui cucire la relazione. Quindi, se io ho del jersey e ho in mente di fare un cappotto rigido per quanto posso mettermi a stirarlo non funziona, ed è meglio se lo uso per cucire una maglietta. Insomma, se in una relazione le cose importanti per ciascuno sono opposte, o adatto il mio progetto anche sulle esigenze dell’altro, senza trascurare il mio valore, oppure è meglio che trovi qualcuno che ritenga importanti le mie stesse cose!

Sul valore della fedeltà interviene invece Gabriele, studente di medicina a Torino che, riprendendo le parole dello scrittore francese Michel Quoist, spiega:

Essere fedeli non è non smarrirsi, non combattere, non cadere. È rialzarsi sempre e sempre camminare, è voler perseguire fino alla fine il progetto preparato insieme e liberamente deciso.

Gli fa da eco Maddalena, ventiduenne torinese d’origine rumena che sul palco, rivolgendosi al pubblico rivela come:

Noi giovani in questo periodo siamo molto insicuri, abbiamo paura di tutto ciò che non conosciamo, e per questo è molto difficile a volte decidere di intraprendere nuove avventure. Questa paura a volte è cosi forte che ci blocca, e non riusciamo a fare niente di più. Citando i padri oblati, perseverare non significa non inciampare mai, ma sempre rialzarsi e proseguire per la via che è mia, magari zoppa per qualche tempo o per sempre.

E se il vestito si rovina, si sporca o nel peggiore dei casi si strappa? “La prima nostra reazione sarebbe buttare il vestito, come la società contemporanea dell’usa e getta ci suggerisce spesso di fare, dimenticando tutto ciò che ci aveva spinto a comprarlo”, risponde ancora Maddalena, che aggiunge:

Magari ci aveva ricordato qualcosa, c’erano piaciuti i colori. Invece adesso proprio perché ha una macchia o perché è strappato decidiamo di buttarlo, così, come se nulla fosse. È quello che facciamo anche con i rapporti umani, sia con noi stessi che con gli altri. Con noi stessi quando facciamo fatica a perdonarci per aver commesso un errore. Oppure quando facciamo qualcosa che ci fa apparire in modo diverso agli occhi degli altri. Questo accade molto di più quando sono gli altri ad essere giudicati, è facile provare a giudicare qualcuno. Ci basta evidenziare qualcosa che non ci convince fin da subito. Perchè è diverso da noi e siamo subito pronti a giudicare.

Urge allora riscoprire un mestiere che fino a qualche tempo fa era molto diffuso, soprattutto tra le donne, e che oggi rischia l’estinzione, cioè quello del sarto, come ricorda Gabriele, che aggiunge:

Di fronte ad un abito rotto il sarto fa dei lavori straordinari, sa trasformarlo. È sempre lo stesso abito, ma il sarto può renderlo davvero diverso, seppur mantenendo la sua unicità. Questo sarto noi lo chiamiamo Misericordia. Un abito dunque, anche se rotto, può essere sempre riparato. Così una relazione, se faccio uso della Misericordia, che devo saper rivolgere prima verso me stesso, verso l’oggi e soprattutto verso il passato, benedicendo la mia storia e soprattutto ogni mia caduta.

Perché non è la caduta, l’errore, ad averla vinta e ad avere l’ultima parola, se io lo voglio: l’ultima parola ce l’ha la riposta che io cerco di dare a questa caduta, la forza che metto nell’affrontare la debolezza che mi fa cadere. E rivolgere il perdono verso di me è la via per poterlo rivolgere anche verso l’altro, chiunque esso sia. Ed ecco che solo nel perdono reciproco una coppia, pur nelle difficoltà che inevitabilmente ci saranno, può trovare la capacità di andare avanti e reinventarsi, qualunque cosa succeda. E ve lo dice uno che è stato perdonato molte volte.

La sfilata di moda si chiude, come da tradizione, con l’uscita in passerella di una modella in abito da sposa, indossato per l’occasione da Greta, giovane arpista da poco laureatasi in lettere, intervistata da Lorenzo, studente di medicina; alla domanda su “quale sia per lei il valore dell’abito bianco” risponde così:

Chi non ha mai sperimentato nella vita, soprattutto in momenti difficili, il desiderio di qualcosa di tutto e solo bello, di una bontà pulita, di un abbraccio puro, integro? Avere questo rapporto con la persona che si ama, amarsi in modo pulito, sincero, fedele, profondo. Ecco cosa rappresentano per me, questo abito e il suo colore. E non si tratta solo di una purezza fisica: è una purezza soprattutto morale, interiore. Il matrimonio è qualcosa di preparato, di vissuto intimamente e profondamente in tutta la sua grandezza e bellezza. È il punto d’inizio di tutto, in una relazione: di una vita nuova in due, tenendosi per mano».

Alla fine i ruoli si ribaltano ed è Greta a rivolgersi all’intervistatore e a chiedergli cosa pensa lui sul matrimonio, che prontamente risponde:

Per me il matrimonio è prendersi l’impegno di tenere la persona che ami per sempre accanto a te, e credo che quel “Qualcuno” che vi ha fatto incontrare, in quel momento, promette di starti sempre accanto, di darti la forza di portare avanti il tuo amore, con bellezza, serenità e pienezza. Sposarsi è dare la vita per un altro, la possibilità di ricominciare sempre insieme.

Grande stagione calcistica per i “blu” under 12 dell’Auxilium San Luigi

Nella stagione sportiva 2017/2018 la squadra di calcio Under 12 blu dell’Auxilium San Luigi è stata completamente rinnovata, con l’entrata di molti nuovi giocatori – anche ragazzi alla primissima esperienza con la scuola calcio – a rinfoltire le file della squadra. Un restyling che ha dato i suoi frutti, come ci rivela Giorgio, uno degli allenatori:

Siamo riusciti a giocare un girone di Oratorio Cup – evento calcistico che vede in campo le squadre degli Oratori – e a classificarci secondi, a pari punti con la prima e solo per lo scontro diretto siamo arrivati dietro. Abbiamo riscontrato una crescita umana e sportiva in alcuni ragazzi, grazie all’aiuto dei genitori con i quali si è subito creato una situazione di intesa reciproca. Alla società ed alla dirigenza rivolgo un ulteriore ringraziamento, per l’impegno e per l’aiuto rivolto alla crescita educativa dei nostri ragazzi.

I giocatori: Matteo, Daniele, Luca, Dalì, Leo Gueli, Leo Mrelo, Marco, Vittorio, Filippo, Miriam, Emma, Chumi, Lorenzo, Alessandro, Simone, Samuele, Carlos, Orghito, Manuel, Andrea, Cristian, Martin

Gli allenatori: Giorgio, Lorenzo, Gregorio

All’Oratorio Cup l’Auxilium San Luigi porta a casa un secondo posto

Grande stagione sportiva quella che si è appena conclusa per i ragazzi della categoria B dell’A.S.D. Auxilium San Luigi che si sono contraddistinti per un’ottima performance nel campionato invernale e che hanno concluso la stagione con un secondo posto all’Oratorio Cup, evento calcistico che vede in campo le squadre degli Oratori.

Di un importante risultato parla Sebastiano, studente al Politecnico che, insieme a Marco e Max, allena la squadra gialla dal 2017 e che riferendosi ai ragazzi aggiunge:

È un gruppo unito, affiatato, che ha visto una crescita, da parte di tutti, sia sportiva sia personale. Soprattutto dopo che abbiamo partecipato alla creazione del video “Campioni nella vita”, in cui è stata presentata la realtà dei volontari che ogni giorno, nell’Oratorio San Luigi, spendono un po’ del loro tempo per le famiglie in difficoltà del quartiere di San Salvario.

“Campioni nella vita” non è stato solo girare il video, è stato molto di più. È stata un’esperienza significativa, che ha toccato da vicino i cuori dei ragazzi e ci ha fatto riflettere su cosa significa davvero vivere un’esperienza di gruppo. Grazie ancora a tutti e forza Auxilium!

In alto da destra: Sebastiano, Yanda, Nizar, Alessandro, Thomas, Stefano, Max, Alessandro, Alessandro, Simone, Jacopo, Emanuele Marco
Da destra seduti: Davide, Emanuele, Matteo, Cristian, Mattia, Luca, Luca, Leonardo, Mohamed
Nuovi “acquisti”: Cristian e Darius / Prestiti: Ilias, Tommaso e Martin

JUNIOR TIM CUP “CAMPIONI NELLA VITA” A.S.D. AUXILIUM SAN LUIGI

 

All’Auxilium San Luigi una “stagione indimenticabile” con la Volley Under 12

Alessia, Bianca, Chiara, Gaia, Emma, Eva, Manuela, Marina e Micol: sono loro le ragazze del volley Under 12 dell’A.S.D. Auxilium San Luigi che quest’anno sono riuscite, nonostante varie avversità, a costituire la squadra di pallavolo, rendendo indimenticabile l’esperienza di questa stagione. Dello stesso parere è il loro allenatore che per il prossimo anno intende sognare ancora più in grande, così dichiarando:

Nonostante non sia stato possibile partecipare ad un campionato, per motivi di numero ancora esiguo ed età diverse per poter creare una squadra di categoria, le nostre pallavoliste sono riuscite a dimostrare che la passione per uno sport va oltre ogni agonismo, alla possibilità di disputare partite o campionati. Speriamo che dopo la pausa estiva, al rientro dell’attività anche altre ragazze abbiamo voglia di unirsi a queste meravigliose.

Allenamento dopo allenamento è cresciuta in loro certo la preparazione atletica, ma soprattutto la gioia di essere una squadra, di divertirsi insieme e creare un gruppo per il solo piacere di stare insieme nello sport. Alla fine dell’anno sportivo sono riuscite a giocare insieme alla squadra Over 12 la loro partita del cuore contro tutti i loro genitori, sempre sperando di batterli “almeno in campo”.

Con grande entusiasmo tutte hanno partecipato al ritiro a Stresa, dove si sono cimentate anche nel gioco del calcio, creando amicizie con altri ragazzi della squadra calcio dell’Auxilium San Luigi.

 

 

 

La testimonianza: Giulia Balsamo e l’accoglienza diurna minori stranieri al DI.TE

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco le testimonianza di Giulia Balsamo, educatrice all’Oratorio San Luigi che da gennaio di quest’anno si occupa del centro DI.TE per l’accoglienza diurna dei minori stranieri non accompagnati (MSNA), fuoriusciti da comunità o che vivono in condizioni di precarietà. Spiega l’educatrice:

L’obiettivo del centro DI.TE è quello di creare un ambiente accogliente in cui i ragazzi possano trovare un punto di riferimento e degli educatori con cui instaurare un rapporto sano e di fiducia un posto per chiacchierare, fare una doccia, lavarsi i vestiti, fare la prima colazione, e poter investire in modo positivo sul proprio futuro in percorsi formativi e di avviamento professionale, corsi di italiano, supporto legale, e quant’altro. Il centro si trova in via Giacosa 8, nel quartiere di San Salvario, a Torino, all’interno degli spazi e dei servizi dell’Oratorio Santi Pietro e Paolo, ed è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.30.

Il centro DI.TE si sviluppa all’interno del progetto nazionale M’interesso di te, che è stato pensato per contenere il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, – come riporta salesianiperilsociale.it – per cercare di ricostruire un rapporto di fiducia con questi ragazzi, condividendo i loro bisogni e tentando di reinserirli nel circuito di accoglienza. Le attività, sostenute grazie al fondo beneficenza di Intesa San Paolo, si svolgono a Torino, Napoli e Catania nei quartieri limitrofi alle grandi stazioni.

Al progetto M’interesso di te collabora una rete composta da educatori di strada, psicologi e volontari che garantiscono a ciascun ragazzo intercettato, sostegno e protezione. In una seconda fase, viene offerta loro la possibilità di seguire un corso di lingua italiana, di ricevere assistenza legale per l’iter di riconoscimento, di acquisire competenze professionali e inserirsi nel mondo del lavoro.

Maggiori informazioni sul CENTRO DI.TE

A San Salvario è IftarStreet: oltre duemila le presenze alla cena di fine Ramadan

Anche quest’anno si è svolto a Torino l’IftarStreet, nella sua quinta edizione, l’iniziativa più attesa di Ramadan nella città sabauda inserita all’interno del programma Moschee Aperte – Spazio per tutt@. Più di 2 mila partecipanti si sono ritrovati domenica scorsa, dalle ore 20.30, nel quartiere di San Salvario in una tavolata di oltre 125 metri con inizio in via Saluzzo 18 e termine in Largo Saluzzo, davanti alla Parrocchia di Santi Pietro e Paolo e hanno condiviso il pasto serale con la cena di “Iftar”, la rituale rottura del digiuno che sopraggiunge al calar del sole, aperta a persone di ogni provenienza, fede religiosa, cultura, accomunate dal piacere di stare insieme, conoscersi, dialogare.

L’obiettivo principale dell’IftarStreet – ci spiega uno degli organizzatori – è proprio quella di creare un momento conviviale, aperto, nel quartiere di San Salvario, in cui persone di tutta la città di Torino possano vivere l’esperienza di fine digiuno giornaliera, in arabo chiamato Iftar, mangiando in compagnia della comunità islamica.

L’evento nasce nell’ambito del Patto di Condivisione firmato nel 2017 dalla Città di Torino e dai Centri islamici, come importante segnale di apertura e reciproca fiducia da parte della comunità musulmana e della città nel suo complesso, frutto di un percorso di crescita e di condivisione che la Città promuove da decenni.

All’IftarStreet hanno partecipato i ragazzi della Comunità minori stranieri non accompagnati (MSNA) dell’Oratorio San Luigi di via Ormea, in compagnia del responsabile Don Mauro Mergola che per l’occasione ha lasciato aperta la Parrocchia Santi Pietro e Paolo, di cui è parroco, Davide Ricca, presidente della circoscrizione 8 – San Salvario, che si è detto soddisfatto per una manifestazione che “da 5 anni a questa parte, qui a San Salvario” continua a dare i suoi frutti, in un quartiere multiculturale “dove ci sono 2 moschee e dove tutta la cittadinanza viene invitata a rompere il digiuno insieme alla comunità musulmana. È un evento – ha aggiunto Ricca – che aiuta a comprendere gli usi e i costumi dell’Islam, e che fa dialogare da anni cattolici, musulmani, ebrei, attorno ad una tavola imbandita di prelibatezze arabe. Perchè – si sa – a tavola si può fare solo la pace”.

Presente all’evento anche l’imam Walid della Moschea Omar Ibn Al-Khattab di via Saluzzo 18, nel quartiere di San Salvario, a Torino che ha spiegato come l’Iftar sia un altro modo per conoscere se stessi, con l’esercizio dell’autocontrollo e del digiuno, aggiungendo che:

L’Iftar facilita la convivenza tra la nostra comunità di fede islamica e le altre comunità di credenti presenti in un quartiere vivace come quello di San Salvario. È una manifestazione che organizziamo da 5 anni per comunicare il messaggio che siamo pacifici, fratelli, anche se di credo diverso. Perché prima di tutto siamo umani e, in quanto tali, fratelli. Figli di un unico Padre che è Dio. Questo cerchiamo di trasmettere ogni anno insieme ai fratelli ebrei della Sinagoga e a Don Mauro della Parrocchia Santi Pietro e Paolo.

La testimonianza: Giulia, Daniele e Cristian e l’Alternanza Scuola-Lavoro al San Luigi

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco le testimonianza di Giulia, Daniele e Cristian, studenti del Liceo Scientifico Statale Galileo Ferraris di Torino che raccontano in una breve video-intervista la loro esperienza all’Oratorio San Luigi di Torino con l’Alternanza Scuola – Lavoro prevista dal MIUR, una modalità didattica innovativa che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio e, in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi.

L’Alternanza Scuola – Lavoro è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) in linea con il principio della scuola aperta e si rivolge a studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori. È possibile attivare l’Alternanza Scuola-Lavoro all’Oratorio San Luigi di via Ormea 4, e alla Parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli di Largo Saluzzo, all’interno delle proposte di volontariato previste.

A.A.A. Cercasi famiglie “adottanti” all’Oratorio San Luigi il 30 Maggio

Mercoledì 30 maggio, alle 19.30, all’Oratorio San Luigi in via Ormea 4, verrà presentato il progetto di volontariato rivolto alle famiglie per l’affido leggero dei minori stranieri non accompagnati, residenti nella comunità MSNA dell’Oratorio. Sarà inoltre occasione per cercare di formare un gruppo di famiglie che elabori un percorso di accompagnamento dei giovani che vivranno nell’Housing Sociale, nei locali della canonica di via Saluzzo 25 bis.

Don Mauro Mergola, parroco di Santi Pietro e Paolo e Incaricato dell’Oratorio racconta così il progetto di affido leggero:

Una delle esperienze che il Rettor Maggiore ha apprezzato durante la sua visita a San Salvario è stata quella del coinvolgimento delle famiglie nella vita della nostra comunità parrocchiale, soprattutto per quanto riguarda il percorso dei giovani immigrati.  Per questo motivo vorremmo costituire un volontariato di famiglie, perché il servizio di accompagnamento per un giovane senza famiglia coinvolge tutto il nucleo, secondo le proprie situazioni, aiuta la famiglia a confrontarsi su esperienze nuove quali quelle della immigrazione, fa percepire ai figli che anche loro possono dare il proprio contributo e che questo servizio non toglie loro nulla, anzi, arricchisce la qualità delle relazioni familiari.

Cosa bisogna fare?

Intanto si può cominciare con il rendersi disponibili a conoscere e a incontrare i minori stranieri non accompagnati residenti nella Comunità dell’Oratorio, magari proponendo loro qualche momento insieme da vivere in famiglia, in modo tale da creare un clima di accoglienza che li aiuti a percepire quell’aria di casa che hanno lasciato da diverso tempo.

A cosa serve il servizio di affido leggero?

Ad aiutare i giovani ad avere un’esperienza positiva di famiglia che, insieme a quella di origine, li possa aiutare nel progettare la propria vita in Italia, prendendo il meglio da entrambe. Inoltre permette loro di non sentirsi soli ed emarginati, evitando che cadano nei giri di sfruttamento operati molto spesso anche dai loro connazionali. Vi aspettiamo intanto mercoledì sera per progettare insieme questo percorso. Seguirà un rinfresco con i ragazzi in cui verrà offerto a tutti un primo, il resto verrà condiviso.

Per ottenere informazioni più specifiche occorre rivolgersi agli educatori della comunità in via Ormea 4. È gradita la conferma della presenza al 3387257105 oppure scrivendo una mail a noemi@sanluigitorino.org.

 

La testimonianza: l’educatore Massimiliano Schilirò all’Oratorio San Luigi per “rubare i segreti del mestiere”

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Massimiliano Schilirò (al centro della foto), educatore alla Casa Don Bosco di Sampierdarena, in provincia di Genova, in avanscoperta dal 7 al 14 maggio all’Oratorio San Luigi di via Ormea a Torino, con l’obiettivo di imparare dall’esperienza più che decennale dei salesiani di San Salvario nell’accogliere i giovani in difficoltà e i minori stranieri non accompagnati:

Lunedì 7 maggio, ore 11.30. Entro per la prima volta all’Oratorio San Luigi di Via Ormea, 4. Chiedo di Giulia e una ragazza mi risponde: “Quale Giulia? Ce ne sono tante qui!”. Comincia così la mia esperienza di una settimana presso l’opera salesiana nel quartiere di San Salvario. Pochi minuti dopo sono già nel centro per minori stranieri non accompagnati (MSNA), accolto dall’educatrice Noemi. Sono stato inviato “in avanscoperta” come membro dell’équipe della Casa Don Bosco di Genova Sampierdarena, dove a settembre aprirà una comunità per 18 MSNA. L’obiettivo della mia visita è quello di imparare dall’esperienza più che decennale con minori stranieri da parte dei Salesiani di Torino. A pranzo conosco la maggior parte dei 15 giovani che vivono al San Luigi, provenienti da Albania, Marocco, Egitto, Senegal, Gambia e Pakistan. Tante strette di mano seguite da nomi difficili da ricordare, anche se da subito faccio del mio meglio per memorizzarli.

Dopo aver mangiato Noemi comincia a rispondere alle mie innumerevoli domande riguardanti l’organizzazione e la gestione del centro per minori stranieri non accompagnati. La nostra lunga conversazione è interrotta da Hassan e Eljon, due ragazzi albanesi, che mi chiedono di andare con loro al Parco Valentino per le attività pomeridiane. Li seguo nel breve tragitto a piedi, rinfrescando le ormai arrugginite conoscenze di albanese, lingua imparata durante il Servizio Civile che ho svolto con i Salesiani in Kosovo nel lontano 2005/06. Arriviamo nella zona occupata dal container e dai gazebo di “Spazio anch’io”, avviato nel 2006 per offrire un luogo sicuro ai margini del parco dove giorno e notte si alternano numerosi spacciatori. Marco, coordinatore e memoria storica del progetto, ne illustra le finalità: offrire lezioni di italiano e opportunità di giocare (a calcetto, ping-pong, ecc) a chiunque venga in questo spazio, giovani e meno giovani, italiani e stranieri. Allo stesso tempo è un luogo di ascolto delle loro storie personali e di consulenza in ambito lavorativo, sociale, legale.

Nel tardo pomeriggio torno al San Luigi e conosco l’altro educatore, Demetrio. Entro anche con lui subito in sintonia e le ore passano veloci. Dopo cena rivedo il responsabile del centro, Don Mauro, conosciuto nel 2015 a Casa Don Bosco all’EXPO di Milano. Mi accompagna al Sacro Cuore di Maria di Via Campana, dove ricevo una stanza. Mi addormento subito, stanco e felice al termine di una prima bellissima e intensa giornata. Per tutta la settimana accompagno i ragazzi nei vari momenti della loro vita quotidiana: pasti, studio dell’italiano, giochi all’oratorio e al Valentino, riunione per definire le regole comunitarie durante il ramadan, ecc. Gli educatori rispondono a ogni mia domanda con molta pazienza, alternando momenti teorici ad altri molto pratici durante i quali osservo le loro strategie di gestione delle inevitabili gioie e dolori della vita in comunità. Le regole costituiscono una base fondamentale, ma altrettanto importanti sono la flessibilità e la capacità di ascolto dei problemi dei ragazzi, per permettere un loro sviluppo olistico. Alla fine del lungo corridoio della struttura l’immagine di Don Bosco è un elemento fondamentale, che rimanda alle mie esperienze, per lavoro e per volontariato, in decine di case salesiane sparse per il mondo, dal Brasile all’India, dall’Albania al Sudafrica.

Nei vari continenti, in paesi diversissimi tra loro, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice portano avanti l’opera del grande santo, offrendo a tanti giovani casa, scuola, oratorio e accompagnamento spirituale. Sono contento che anche i laici come me possano far parte, in vari ruoli, di questa grande famiglia e mi accorgo di essere in ottima compagnia: tutti gli educatori, le animatrici, i volontari e le volontarie si sentono ispirate da Don Bosco. Non è solo un lavoro, è anche un servizio per il prossimo. Per questa ragione si affrontano con forte motivazione le tante sfide che settori così delicati come quelli dell’accoglienza e dell’integrazione inevitabilmente comportano. I giorni trascorrono sempre più velocemente e nel fine settimana conosco alcuni chierici salesiani che completano la squadra della comunità, concedendo il meritato riposo agli educatori. Lunedì 14 maggio dopo pranzo lascio il San Luigi. Il luogo sconosciuto dove sono entrato una settimana fa è diventato la mia casa, i suoi abitanti sono miei amici.

Il miracolo è avvenuto anche questa volta: la gentilezza, l’amorevolezza e il carisma salesiano mi portano ad affermare senza ombra di dubbio che “Dove c’è Don Bosco c’è casa!”. Grazie di cuore per questi fantastici giorni trascorsi insieme e arrivederci, a Torino o a Genova!

Gruppo Medie: weekend a Solomiac con ritiro per i cresimandi il 26 e il 27 maggio

Il 26 e il 27 maggio i ragazzi del Gruppo Medie dell’Oratorio San Luigi di via Ormea e della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, insieme agli educatori e agli animatori,  trascorreranno un campus di formazione a Solomiac, frazione di Cesana Torinese, in Piemonte.

Durante il week-end si svolgerà inoltre il ritiro spirituale per quei ragazzi che si stanno preparando alla cresima, sacramento che riceveranno domenica 3 giugno alle ore 10.30, alla Parrocchia Santi Pietro e Paolo, in presenza del Card. Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino.

Il cammino di preparazione è stato guidato dai catechisti
> Sr Alba Balzano,
> Flavio Picotti,
> Anna Migliardi Misischi,
> Eliana Strona.

I ragazzi che riceveranno il Sacramento, confermando le loro promesse battesimali e ricevendo i doni del Suo Spirito sono: Gianluca Almeida, Roberto Guadamud, Stefano Aloisio, Gabriele Bambara, Giuseppe Bambara, Vanessa Baraka, Maddalena Bizzarri, Marco Blangino, Pietro Bonora, Simone Bravi, Morgan Canale, Davide e Antonio D’Ambrosio, Giovanni Dell’Anna, Greta di Capua, Tommaso Dorna Metzger, Tommaso e Maria Filoni, Ginevra Gallo, Emma Garbaccio, Maria Sole Gardino, Giulia Elettra Genovese, Matteo Geuna, Giovanna Incisa della Rocchetta, Ginevra Maria Lanzetta, Laurence Nà, Mileka Lunanga, Nicolò Marretta, Ferdinando Milani, Pietro Milone, Beatrice Mottigliengo, Niccolo Marretta, Sergio Notario, Massimiliano Odone, Giacomo Palminteri, Virginia Peirolo, Giovanni Pena Caceres, Alberto Perna, Giacomo Palminteri, Raffaele Pezzuto, Fiorella Reyes, Alessia Maldonado, Gabriele Rinaldi, Francesco Rinaudo, Marco Ripa, Omar Sanè, Alessia Simonetta, Paolo Truffo, Pietro Tuninetti. E con loro: Donatella Gentile.

Dalla Liturgia della Pentecoste facciamo nostro il suggerimento a pregare per questi giovani parrocchiani con le parole della Sequenza:

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Amen.

 

"Insieme è più bello" con il Gruppo Cresimandi 2018

"Siamo pezzi unici, fatti per stare insieme, costruttori di comunità". Ecco i nostri ragazzi che si stanno preparando in vista della cresima che riceveranno domenica 3 giugno, alla Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Largo Saluzzo, in San Salvario.

Publiée par Santi Pietro e Paolo - Torino sur mercredi 23 mai 2018