Alternanza scuola lavoro al San Luigi: È possibile imparare insegnando?

A fine novembre 2018 è partito un corso di italiano gestito da un gruppo di ragazzi del liceo scientifico statale “Galileo Ferraris” di Torino, sotto la forma del progetto “alternanza scuola-lavoro”.

Il progetto prevede che i giovani del liceo si mettano a disposizione al fine di insegnare attraverso dialoghi, giochi ed altre attività la lingua italiana a dei ragazzi che frequentano l’oratorio San Luigi di Torino, oratorio voluto e fondato da Don Bosco nel 1847.

Spesso i ragazzi che hanno bisogno di imparare la lingua italiana provengano da altre nazioni. Gli “allievi” di questa curiosa classe sono per lo più giovani ospiti di un centro d’accoglienza per minori stranieri non accompagnati con sede in una delle aree dell’oratorio San Luigi e alcuni ragazzi che vivono il progetto educativa di strada attraverso Spazio Anch’Io che si trova all’interno del parco Valentino di Torino.

Molto belle sono le parole usate da alcuni dei ragazzi del liceo che conducono questo progetto:                                                                            

“È possibile imparare insegnando?

Assolutamente sì! Questa esperienza ne offre la prova.

Si tratta di uno scambio: io offro possibilità di esprimersi e di realizzarsi in maniera migliore; allo stesso tempo ricevo il potere di capire e un ripasso sull’empatia. 

I ruoli delle due parti sono assolutamente intercambiabili, non si è insegnanti e non si è allievi, ma si è persone desiderose di progredire nella propria vita.

L’espressione “alternanza scuola-lavoro” viene spesso associata, e ahimè non senza motivo, a inutilità e perdita di tempo. L’esperienza con i ragazzi salva l’alternanza dalla condanna, poiché di inutilità e perdita di tempo proprio non si può parlare. Il mio ovvio consiglio è quindi, di buttarsi in questo percorso di scambio di nozioni, idee e pensieri, per riuscire a capire e riflettere in modo migliore.”

“All’inizio pensavo di poter essere utile a qualcuno, di poter utilizzare ciò che avevo imparato in anni di studio per aiutare chi ne avesse avuto bisogno, imparando una lingua difficile come la nostra.

Ma ciò che facciamo non è semplicemente insegnare le regole di grammatica come maestri o professori, ma instaurare un rapporto tra noi e i ragazzi che abbiamo la fortuna di conoscere.

Così ci troviamo difronte a persone ben disposte, ottimiste e con tanta voglia di imparare quello che sta a fondamento del nostro paese: l’italiano. Nel frattempo, possiamo conoscere qualcosa in più riguardo a culture molto lontane dalla nostra, raccontate da ragazzi che in quel paese hanno vissuto per anni.”                                                            

Certamente è una grande risorsa ed opportunità per i ragazzi che beneficiano del prezioso lavoro dei loro compagni liceali:

“Per me è utile venire qui perché mi preparo all’esame di terza media assieme ai miei amici.

Ho scoperto che potevo venire a questo corso il venerdì pomeriggio perché me lo ha detto il mio professore.

Vengo qui da poco e mi trovo bene.”

“Mi trovo bene perché mi diverto è utile ed è una grande opportunità.” Con poche ma semplici parole ci dice Muslum arrivato da poco in Italia dopo un lungo e duro viaggio dall’Iraq.

Il progetto prevede che siano i giovani che si occupino dei giovani stessi, così come voleva Don Bosco.

La festa di don Bosco al San Giovannino-San Luigi

“Giovannino Bosco aveva per compagno di pascolo un certo Secondo Matta, garzone di una fattoria vicina. Questi di solito riceveva per la colazione un pezzo di pane nero mentre Giovannino riceveva da mamma Margherita una bella fetta di pane bianco. Spesso Giovannino diceva a Secondo: – Mi fai un piacere? – Volentieri. – Facciamo cambio del pane? – Perché? – Il tuo dev’essere più gustoso del mio, o almeno, mi piace di più. Secondo, nella sua semplicità, pensando che Giovannino tro­vasse il suo pane realmente più gustoso, accettava subito. Così continuò per tre primavere consecutive, quan­tunque il pane nero e duro di Secondo non fosse davvero una ghiottoneria. Solo quando fu adulto Secondo Matta si rese conto della bontà di Giovannino Bosco.”

Con queste parole iniziava l’omelia di don Enrico Stasi durante la santa Messa da lui presieduta nella chiesa del San Giovannino domenica 3 febbraio, giorno scelto per festeggiare Don Bosco nella nostra casa. Il ricordo andava a quando, negli anni Settanta, don Enrico frequentava l’oratorio San Luigi e ricevuto un libretto contenente la storia di Don Bosco, si appassionava del nostro santo amico dei giovani. Chiesa stracolma per vivere tutti insieme un giorno importante, un giorno di festa, un giorno di gioia in fraternità. Dopo l’eucarestia tutti in cortile dell’istituto (oggi collegio universitario, un tempo scuola elementare e media) per una indimenticabile foto di gruppo con lo sfondo la chiesa che proprio don Bosco fece costruire nel lontano 1882. Il cortile si animava subito di canti, di balli, di esibizioni, di poesie recitate come piaceva a chi, nel 1847 fondava il nostro oratorio San Luigi. Gli ex-allievi erano presenti con un cartellone di ricordi: tante le foto che ritraevano come eravamo e … come siamo cambiati. Poi l’Auxilium san Luigi con i ragazzi del calcio, il gruppo del catechismo, gli animatori dell’oratorio, l’educativa di strada, gli universitari, il gruppo che segue i corsi professionali, il gruppo anziani e la comunità minori si sono resi protagonisti animando il cortile ciascuno con un proprio stand. Alle 13 tutti a pranzo in oratorio san Luigi: lasagne, carne patatine e tiramisù su hanno tenuto tutti con le gambe sotto i tavoli per un bel momento conviviale. Nel pomeriggio tornei sportivi per i più piccoli e film con tematica educativa per i più grandi. Titolo: “Come diventare grandi nonostante i genitori”, film molto apprezzato sulla tematica della crescita dei nostri ragazzi tra i tanti ostacoli da superare. Insomma una domenica ricca di eventi, ma soprattutto di incontri. Come voleva Don Bosco per vederci felici “nel tempo e nell’eternità” come amava spesso dire lui. Bravi tutti!

Movida Spirituale: intervista di Avvenire a don Mauro Mergola

«È sbagliato catalogare i ragazzi, trattarli come oggetti e non provare neppure ad ascoltarli. Tutto nasce dall’incontro e dal dialogo». Don Mauro Mergola, salesiano, da sempre è vicino ai giovani torinesi, anche quelli dello sballo. A San Salvario, nel quartiere al centro della movida cittadina, guida la parrocchia Santi Pietro e Paolo, ma anche l’oratorio omonimo e il San Luigi (il secondo fondato da don Bosco). Ogni settimana incontra centinaia di ragazzi. «Spesso manifestano una forte rabbia, che in realtà nasce da un grande dolore. una sofferenza provata dagli affetti traditi, soprattutto in famiglia, oppure dall’insicurezza e dall’assenza di senso in ciò che fanno. Pensano che il loro futuro sia stato già mangiato e consumato da altri. La realtà della notte è una realtà parallela dove si possono sentire vivi, perché durante la settimana, nella vita quotidiana, semplicemente sopravvivono e stanno a galla».
Lo sballo e la droga diventano un rifugio in cui nascondersi: «La cannabis viene ormai utilizzata con enorme frequenza,  per fuggire la realtà o per rincuorarsi prima di qualsiasi prestazione. C’è poca stima di se stessi e una terribile paura pensando al futuro. Con lo sballo si evita di pensare, mentre il divertimento sano dovrebbe ricaricarci per affrontare la vita con energia e non distruggerci».
La responsabilità, secondo don Mergola, non può essere completamente addossata ai giovani. Il mondo degli adulti sta abdicando al suo ruolo di educatore, alla capacità di dire dei “no” e dare regole, forse perché ne è ormai incapace: «C’è un alto tasso di crisi di panico e di ansia, sia nei genitori sia nei figli. Paura di affrontare qualsiasi situazione complicata, incapacità di gestire conflitti con le altre persone. Si pensa solo ad andare via o si cade nella violenza, fisica o verbale. È normale che a 15 anni ci siano conflitti con la famiglia, ma non c’è più il tempo, la voglia e la capacità di provare a superarli insieme».
Nell’ottica del consumo finisce anche la sessualità, con adolescenti che si vantano del numero di partner occasionali. Per provare a rispondere a questa “assenza di senso”, dal marzo 2013 don Mergola ogni sabato notte lascia la chiesa aperta fino a tardi, con le porte spalancate per chiunque abbia bisogno di ascolto. «Sul sagrato – conclude – teniamo i calciobalilla, proprio come avrebbe fatto don Bosco. Noi non vogliamo etichettare i giovani e, se i locali notturni li accolgono per i loro portafogli, noi lo facciamo perché sono persone. Si diventa credibili solo stando con loro, ascoltandoli, rispondendo alle domande che fanno».

Articolo di Danilo Poggio tratto da Avvenire 30 gennaio 2019

Giovani progetto Bella Presenza alla scoperta del borgo medioevale

Progetto Bella Presenza: metti un borgo medievale a Torino, metti che chi lo gestisce decida di collaborare con il territorio e per il diritto di tutti ad usufruire della bellezza che la cultura genera. Ed ecco che nasce Bellezza che significa attenzione all’altro.

 

 

Facce da Spazio Anch’io

Le Facce da SpazioAnchio, anche noi con la Loro Storia, dalla fineDelMondo verso il Futuro. Ogni volto ritrae una voce, una storia, una vita.

Voci di ricordi, giorni da balordi
Persi nella noia di un’estate al bar
Voci all’oratorio, voci in bocca ai preti
E a suore un po’ più audaci di quelle dei presepi
Voci che non sento più
Voci che sai solo tu
Manca la tua voce, sai

 

 

 

 

Quartiere San Salvario e Parrocchia Santi Pietro e Paolo: luogo della Movida serale

Il servizio del TGR-Piemonte del 11 dicembre 2018 spiega le cose che succedono nel quartiere di San Salvario e nella Parrocchia Santi Pietro e Paolo alla sera quando non c’è la movida.

Spazio Anch’io : lasciare, raccogliere, valorizzare, portare

Martedì 11/12/18, presso l’Oratorio “San Luigi”, a seguito dell’Assemblea Pubblica indetta dalla Circoscrizione VIII inerente la riqualificazione del Padiglione N. 5 al Parco del Valentino e delle strutture adiacenti alla sede attuale di Spazio Anch’Io; a seguito delle successive riunioni effettuate con l’Assessore Marco Giusta e con la Sindaca
di Torino Chiara Appendino, è stato effettuato un Focus Group intitolato “Proposte per il futuro di Spazio Anch’Io. Una progettazione partecipata attraverso il contributo di attori significativi del territorio. Durante le attività di gruppo si è discusso sul futuro del Servizio all’interno del Parco del Valentino e della possibilità di replicare le attività che si svolgono a Spazio Anch’Io in altri luoghi della Città di Torino.

Al focus group hanno partecipato diverse istituzioni pubbliche e private, varie organizzazioni del Terzo Settore e molti cittadini coinvolti. Grazie a questo metodo di lavoro e alla passione dei partecipanti si sono aperte riflessioni che hanno interessato diverse tematiche: Spazio Anch’Io come luogo, come servizio socio/educativo, come luogo sicuro. Si sono pensati altri luoghi dove la replica del servizio possa sviluppare processi virtuosi alla cittadinanza e agli utenti del servizio. Inoltre sono emerse le diverse criticità e i punti di forza nello spostamento del servizio da dove si trova oggi ad una nuova ubicazione.
Le parole più ricorrenti nell’arco della riflessione sono state: comunità educante, ripartire, spazio, spostare,opportunità, esperienza. 

Ora è il tempo di Riprogettare per la Città di Torino il nuovo Spazio Anch’Io. Come ha detto Isabella Brossa, una delle partecipanti,

È tempo di lasciare, raccogliere, valorizzare e portare…

Se vuoi scaricare la relazione completa del Focus Group clicca qui.

 

Lo Spazio Anch’io del Valentino trasloca e si allarga: arriverà in altre zone della città

Troverete di seguito l’articolo a cura della redazione di Torinoggi.it scritto il 13 dicembre 2018 da Manuelle Marascio. Questo articolo da notizie sul focus group dedicato al futuro di Spazio Anch’io.

Il Padiglione 5 verrà riqualificato e inserito nel nuovo campus universitario del Politecnico. Progetto dell’educativa di strada entro il 25 dicembre

Il Politecnico cresce e l’educativa di strada si reinventa. In vista dell’avvio cantieri nel 2020 per la creazione del Campus universitario all’interno del Valentino, gli attuali ospiti fissi del prato nel Padiglione 5 sono già in cerca di una nuova casa.

All’Oratorio San Luigi si è tenuto martedì un focus group dedicato al futuro di Spazio Anch’io, il luogo di ritrovo, gestito dalla cooperativa sociale ET, per i ragazzi più bisognosi di San Salvario, soprattutto stranieri. Lì, ogni pomeriggio, si tengono laboratori didattici e di intrattenimento, sia d’inverno che d’estate. Ora, con il nuovo progetto del Comune di Torino in partenza, dovrà essere trasferito altrove.

Dopo un primo incontro tra Don Mauro Mergola, parroco della chiesa dei Ss. Pietro e Paolo, e la sindaca Chiara Appendino – che ha visitato personalmente lo Spazio nel 2017, in occasione dei dieci anni della sua fondazione -, gli operatori hanno voluto incontrare cittadini e altre realtà attive nel quartiere in ambito sociale.

La sindaca è molto contenta di ciò che facciamo – ha spiegato Matteo Aigotti, della cooperativa ET – perché il nostro lavoro con i giovani permette di contenere i processi di microcriminalità e devianza. Per questo possiamo ragionare insieme sul suo spostamento“. E non si stratta solo di ricollocarlo in un altro punto del parco, ma di moltiplicare, nella città, le “stazioni” in cui coinvolgere i ragazzi, individuando altri centri urbani problematici dove vi sia un forte rischio di emarginazione e devianza

Tra le domande sottoposte ai partecipanti dell’incontro: perché replicare Spazio Anch’io e cosa c’è di significativo in questa esperienza; quali nuovi luoghi potrebbero ospitarlo; che coinvolgere e in quali fasce orarie; quali elementi non potranno mancare. Erano presenti, tra gli altri, la Casa del Quartiere di San Salvario, Libera, il Gruppo Abele, i servizi sociali territoriali; oltre a tanti adolescenti abituali frequentatori delle attività salesiane.

Entro il 25 dicembre dovrà essere redatto un progetto da sottoporre poi al Comune. In seguito si terrà un incontro per illustrare pubblicamente i risultati e procedere quindi lungo il nuovo percorso.

La magia dello chef e le avventure di Anas

Ecco la testimonianza e le parole di Anas Arrout, buona lettura!

Buongiorno,
mi chiamo Anas Arrout, arrivo dal Marocco e sono da dieci anni in Italia. Sono un ragazzo molto curioso, che non si ferma mai in un punto ma sono in continua evoluzione, amante del sapere. Ho tantissima fiducia della mia città e del mio paese in cui vivo: l’Italia.
Dopo un percorso molto lungo e difficile sono riuscito grazie all’aiuto di diverse associazioni e persone (Fanon, San Luigi, Synergica) ad inserirmi per la prima volta nel mondo del lavoro. La mia prima esperienza lavorativa significativa l’ho fatta grazie ad un tirocinio nella cooperativa sociale “Raggio” dove la mia mansione principale era quella di cameriere e barista. Qui ho trovato persone meravigliose, disponibili che mi hanno insegnato tantissimo sia a livello lavorativo che personale, e grazie a loro sono cresciuto molto. Ho vissuto questa esperienza lavorativa come se vivessi in una grande famiglia, questo mi ha aiutato ad aprirmi ed inserirmi con i miei colleghi, ma soprattutto mi ha aiutato a superare con più facilità gli ostacoli e le difficoltà del lavoro. Ognuno di loro mi ha insegnato e lasciato qualcosa che custodisco nel mio bagaglio di esperienza personale. Finito il tirocinio hanno deciso di tenermi e farmi un contratto di 2 anni. In questi anni ho sviluppato e migliorato le mie capacità grazie all’impegno e la costanza che ci ho messo e l’aiuto e il sostegno che mi hanno dato le persone che mi stanno vicine. Nel frattempo ho fatto diversi corsi professionali/stage di cucina per continuare la mia crescita personale.
Oggi posso dire di essere molto felice ed orgoglioso di me stesso perché sono riuscito a raggiungere tantissimi obiettivi e soddisfazioni fra cui quello di ottenere un contratto di lavoro a tempo indeterminato nella cooperativa “Raggio” come cameriere/barista. Un altro evento accaduto in questi ultimi mesi molto importante e significativo per me e per il mio percorso di vita è stato quello di andare a vivere da solo.
Prima vivevo con mia mamma, ma ad un certo punto della mia vita ho capito che era arrivato il momento di cambiare e fare un passo in avanti. Questo mi ha portato a prendere questa decisione e mi ha dato la forza e l’energia di intraprendere questa avventura con entusiasmo e felicità.
Sono andato a vivere in una casa “magica”, meravigliosa, splendida e spettacolare. E’ da pochi giorni che vivo lì ma mi sembra di viverci da sempre. Ci sono persone con cui condivido la casa e l’impressione che mi hanno dato è che siano persone brave e di cuore. Per me è molto importante questo passo perché questo è un inizio e non una fine. Questo mi darà sempre più responsabilità, e mi darà modo di crescere e sviluppare maggiormente le mie capacità. Inoltre mi sta dando la possibilità di integrarmi ancora di più nella società.
Da questa esperienza ho ricavato l’equazione: lavoro+casa= stabilità (e opportunità di sviluppo personale e sociale). Oggi da questa “avventura” mi aspetto tantissimo, spero di continuare a crescere e di superare tutte le difficoltà e gli ostacoli che si presenteranno.

Vorrei ringraziare Spazio Anch’io, Frantz Fanon, Synergica, Osteria Andirivieni, cooperativa sociale
“Raggio” per l’aiuto e il sostegno in tutti questi anni.

Don Mergola Mauro – Incontro con la sindaca Chiara Appendino

Si è svolto nella giornata di mercoledi 28 Novembre 2018 l’incontro tra Don Mauro Mergola e la sindaca di Torino Chiara Appendino presso il Municipio.

Tema dell’incontro: il futuro di Spazio Anch’io, i servizio socio Educativo dell’oratorio Salesiano San Luigi – Torino. Le proposte sono state quelle di replicare questo servizio in più punti della città, un progetto sarà presentato entro il 25 di Dicembre per provare a dar vita a questo sogno.

Un ringraziamento speciale a Marco Chiesa ed uno alla Sindaca per la sincera accoglienza e la grande disponibilità all’ascolto.