Notizie dalle Parrocchie: Accoglienza e Perdono
L’occasione delle Prime Comunioni che celebriamo in queste settimane può e deve essere occasione per riscoprire (ricordavo la settimana scorsa) che l’Eucaristia è il momento in cui si celebrano, rendendoli sacri, nonché fonte da cui attingere forza per viverli, quei momenti che devono essere anche alla base di ogni famiglia; gesti, parole, atteggiamenti, sguardi, segni dell’Eucaristia, sono infatti anche quelli del vivere quotidiano. Incominciamo allora il nostro cammino per evidenziare questi momenti. L’Accoglienza, l’essere accolti Il primo momento della celebrazione è il semplice fatto di radunarsi. Persone diverse per età, cultura, condizione sociale, …, provenienti da diversi luoghi, si radunano in chiesa per celebrare l’Eucaristia perché una voce, quella della fede, li chiama a rinsaldare i loro legami di unità in Cristo. Sono accolti dal Padre per accogliersi reciprocamente. Accolti come fratelli, come membri di una famiglia, come uomini che hanno la loro dignità e meritano perciò attenzione e rispetto. Da questo nasce anche la capacità e il coraggio di accogliere gli altri. Così deve essere in famiglia! “Viversi come accolti”. Tra genitori e figli, nella coppia, con gli “altri” che partecipano a vario titolo alla vita familiare: Dirsi “tu sei importante per me e io sono importante per te”, attenti alle attese, ai desideri, alle intuizioni, ai problemi, alle difficoltà dell’altro. E’ lo stile evangelico celebrato nell’Eucaristia che dovrebbe poi riscriversi nei rapporti quotidiani. Il perdono, l’essere perdonati. Una volta radunati, e quindi non dispersi qua e là nei banchi della chiesa, dopo il saluto iniziale del sacerdote che presiede la celebrazione, si è invitati ad un breve atto penitenziale. E’ riconoscerci peccatori, bisognosi di perdono di Dio, dei fratelli! E’ fare esperienza del sentirsi amati da Dio, perché perdonati da Dio! Perché chi ama realmente non può non perdonare, è il dono più grande dell’amore. E’ quello che deve sostenere la vita di una famiglia, il dono più grande da cui ripartire ogni giorno. Il chiedersi “scusa”, perché tutti sbagliamo! “L’uomo giusto pecca, sbaglia, sette volte al giorno”, scrive il libro dei Proverbi. Il donarsi il perdono. Infatti una famiglia è viva, è sana, è semplicemente umana, prima che cristiana, quando è capace di rigenerarsi continuamente attraverso il vicendevole perdono chiesto e offerto generosamente. Saper perdonare e sentirsi perdonati è un’esperienza fondamentale nella vita familiare. Il riconciliarsi significa il recuperare l’altro e noi stessi alla vera dignità. La riconciliazione sincera ci permette di sperimentare che la persona è sempre più grande del suo sbaglio. Ricordiamoci che dono grande e segreto per essere famiglia felice è quello di non lasciar passare giornata senza essersi perdonato tutto, senza aver fatto pace, perché il perdono dato, la pace fatta, vi permetterà di partire il giorno dopo più leggeri, più entusiasti, mentre il perdono non dato, la pace non fatta, il giorno dopo sarà un macigno sempre più pesante! Ed è quello che viviamo e celebriamo nell’Eucaristia. Pensiamo al gesto del battersi il petto come segno di dispiacere per ciò che è avvenuto; pensiamo allo scambio di pace o di un abbraccio fraterno, che sigilla la riconciliazione avvenuta. Accoglienza e perdono sono l’inizio di ogni Messa ma possono essere anche l’inizio per dare qualità al nostro vivere insieme in famiglia. Chiediamo al Signore di vivere nelle nostre case quello che celebriamo attorno all’altare.
don Claudio