Notizie dalle Parrocchie: “La cultura della cura come percorso di pace”
“La cultura della cura come percorso di pace”
Mettere i soldi delle armi in un fondo contro la fame. È l’idea di Papa Francesco nel messaggio per la 54ª Giornata mondiale della pace (1° gennaio 2021) «La cultura della cura come percorso di pace», «come impegno comune, solidale e partecipativo, per proteggere e promuovere la dignità e il bene di tutti e per interessarsi alla compassione, alla riconciliazione e alla guarigione, al rispetto, all’accoglienza», via privilegiata per la costruzione della pace. Il Papa si rivolge ai capi di Stato e di governo, ai capi spirituali, ma è messaggio attuale per ogni cristiano, per ciascuno di noi e soprattutto un ottimo auspicio, augurio e impegno per l’anno che inizia. Il Covid-19 ci ha insegnato «l’importanza di prenderci cura gli uni degli altri e del creato, per costruire una società fondata su rapporti di fratellanza», dice il Papa.
Davanti alla domanda di Dio: «Dov’è Abele, tuo fratello?» Caino rispose: «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9). E noi? Qual è il mio rapporto con ciò che è esterno a me: lo uso o lo porto a fioritura? Lo elimino come ostacolo o lo accolgo come dono da far crescere?
Ricordiamocelo. La radice della pace, ma anche della concordia, della serenità, di un vivere più felice, è scoprire l’altro, il diverso talmente bello da desiderare che fiorisca, per un mondo di fratelli nella giustizia e nella pace.
Ne siamo consapevoli? Siamo pronti per questo? Guardando al mondo, alla nostra società, anche attorno a noi, sembrerebbe di no! Anche nella emergenza sanitaria “accanto a numerose testimonianze di carità e solidarietà, prendono purtroppo nuovo slancio diverse forme di nazionalismo, razzismo, xenofobia e anche guerre e conflitti che seminano morte e distruzione”.
Abbiamo davvero bisogno di una nuova cultura, di un modo nuovo, cioè, di far crescere l’uomo e l’umanità: è la «cultura della cura per debellare la cultura dell’indifferenza, dello scarto e dello scontro, oggi spesso prevalente».
Ed è una cultura che nasce dal prendere a cuore, sentire come proprio ogni battito di vita che è attorno a noi, proveniente da ogni creatura di Dio Padre. Per questo il Papa ci ricorda l’avvicinarsi, il rendersi prossimo che il Vangelo ci ha consegnato nella pagina che mostra come Gesù sia il Buon Samaritano che si china sull’uomo ferito, medica le sue piaghe e si prende cura di lui (cfr Lc 10,30-37).
In questo messaggio ci offre anche «la “grammatica” della cura: la promozione della dignità di ogni persona umana, la solidarietà con i poveri e gli indifesi, la sollecitudine per il bene comune, la salvaguardia del creato».
«Quanto ciò sia vero e attuale ce lo mostra la pandemia del Covid-19, davanti alla quale “ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme” perché “nessuno si salva da solo”». E questo è vero nei rapporti tra Stati ma anche tra di noi, ad iniziare dalle relazioni con chi ci vive accanto. Infatti “prendersi cura” è dire all’altro tu sei importante per me; non sei nemico, ma alleato per un futuro migliore; non sei un peso, ma una risorsa. Di questo il Papa ci invita ad essere profeti e testimoni, cominciando in famiglia, poi nelle scuole, nella nostra comunità e quartiere.
Santa Teresa di Calcutta insegnava: «Il frutto del silenzio è la preghiera; il frutto della preghiera è la fede; il frutto della fede è l’amore; il frutto dell’amore è il servizio; il frutto del servizio è la pace». Il servizio, che si fa accoglienza, solidarietà, aiuto concreto, ci aiuta a vedere l’altro non come un mezzo da sfruttare e poi scartare quando non più utile, ma come nostro prossimo, compagno di strada, chiamato a partecipare, alla pari di noi, al banchetto della vita a cui tutti sono ugualmente invitati da Dio. «Non cediamo alla tentazione di disinteressarci degli altri, specialmente dei più deboli, non abituiamoci a voltare lo sguardo, ma impegniamoci ogni giorno concretamente per formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri». Allora, nonostante tutto, sarà veramente un felice 2021.
Don Claudio
Venerdì 1 Gennaio 2021 – Maria SS.Madre di Dio
Dal vangelo secondo Luca (2,16-21) In quel tempo, i pastori andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
Domenica 3 Gennaio 2021 – II Domenica dopo Natale Dal vangelo secondo Giovanni (1,1-18) |