L’intervista: Don Elio Arcostanzo e il futuro salesiano al Sacro Cuore di Maria
Salesiano dal 1960 e sacerdote dal 1971, Don Elio Arcostanzo è vicario parrocchiale dal settembre 2017 alla Chiesa Sacro Cuore di Maria, in precedenza gestita dalla fraternità dei monaci aspostolici diocesani di Torino, ora in mano ai salesiani.
Don Elio, come sono stati accolti i salesiani nel quartiere?
È stata una felicità generale il passaggio e continua a rimanere questa soddisfazione. Sono stato accettato con simpatia da subito: le varie iniziative che si propongono vengono accolte con entusiasmo, anche le attività ordinari che per un certo periodo erano state diciamo trascurate, come ad esempio il rosario nel cortile ogni sera alle 20, con cui siamo impegnati tutti i giorni e abbiamo riempito tutto il mese. E poi ci sono le attività straordinarie come l’ultima Via Crucis che ha riscosso grande successo di folla.
Su cosa state puntando?
Sulla formazione adulti e giovani e sull’azione liturgica: c’è un gruppo che si interessa di preparare l’introduzione per la lettura e la preghiera per i fedeli. Insieme alla parrocchia Santi Pietro e Paolo seguiamo il settore catechesi, io mi occupo della preparazione ai sacramenti del battesimo, comunione e cresima. Ben organizzato è poi il gruppo Caritas anche se non vanta un notevole numero di volontari: il giovedì si radunano in tre solo per l’ascolto di emergenze, sul come intervenire, se solo con i pacchi o economicamente, o con l’assistenza a casa. Si tratta di famiglie, per la maggior parte stranieri, ma appartenenti al nostro territorio. Per le persone della nostra circoscrizione, si considera bene la situazione e come intervenire, a secondo delle necessità.
Rispetto alla passata gestione cosa è rimasto uguale?
L’orario delle messe. Tutto il resto è stato per l’appunto rafforzato: con entusiasmo è stata persino presa la messa – anche al mattino – nei tempi feriali delle ore 9: ho un bel gruppo che partecipa, composto non solo anziani ma da tanti giovani. Due insegnanti ogni mattina vengono a messa prima di recarsi a scuola. Ho spostato la festa parrocchiale che si celebrava nel mese di novembre, al mese di maggio, inserendola all’interno delle concelebrazioni mariane del mese. Ho aggiunto la festa degli anniversari di matrimonio, l’anniversario dei battesimi – la scorsa domenica ai genitori che hanno battezzato i figli negli ultimi tre anni ho dato, a fine messa, un ovetto – e dopo ogni celebrazione ho introdotto un rinfresco. Piccole cose che fanno dire alla gente “questo prete fa tanto per noi!”. La frequenza stessa è cambiata anche per questo. Non faccio miracoli, porto solo la spontaneità salesianità – che ci contraddistingue – nei quartieri.
A proposito di salesianità, esiste un Oratorio?
Si, certo, accanto alla Chiesa. Al sabato mattina è aperto però solo per i ragazzi che fanno doposcuola, che sono seguiti da tre animatori. Le attività di catechismo per i ragazzi vengono invece svolte nella parrocchia di Santi Pietro e Paolo. In Oratorio al Sacro Cuore vado a dire di proposito la preghiera, proprio per incontrare questi ragazzi.
La Parrocchia in passato è stata un santuario mariano. Oggi permane ancora l’impronta mariana?
Tale impronta si è mantenuta abbastanza forte: alla fine di ogni celebrazione la gente si ferma e offre un canto alla Madonna. E’ una devozione che è rimasta, e che va coltivata tra i parrocchiani, giorno dopo giorno. Confidiamo nella Madonna, in Maria Ausiliatrice che per noi salesiani è Madre e guida ispiratrice.