La testimonianza: Krasniqi e Serena raccontano l’esperienza di postulandato all’Oratorio San Luigi

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Krasniqi Drita, 34 anni, kosovara, e di Serena La Bianca, 27 anni, siciliana, entrambe postulanti che hanno chiesto di essere ammessi all’ordine delle Figlie di Maria Ausiliatrice – Salesiane di Don Bosco e sono in attesa di intraprendere il percorso di noviziato. All’Oratorio San Luigi di Torino hanno avuto l’opportunità di vivere la vita salesiana in un ambiente multiculturale, prestando servizio nelle attività di volontariato come il doposcuola, il piedibus e il catechismo per i ragazzi.

Come don Bosco nel sogno dei nove anni, vogliamo lasciarci guidare da Maria e, avendo lei come maestra, imparare a fare tutto ciò che il Signore ci chiederà. Naturalmente vogliamo farlo nello spirito di madre Mazzarello, fondatrice del nostro ordine: tanta semplicità e molta allegria.

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La testimonianza: lo Spazio Anch’io della stagista Giulia al Parco del Valentino

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco le testimonianza di Giulia Cantiere, tirocinante a Spazio Anch’io, attività all’interno dell’Educativa di Strada dell’Oratorio salesiano San Luigi di Torino, che ha finito il suo percorso di tirocinio universitario e ha deciso di scrivere un piccolo resoconto su quello che ha potuto osservare in questi mesi in cui spiega cos’è l’Educativa di strada:

È il punto di partenza della rete dei servizi che da la possibilità  ai ragazzi di fare un primo  passo verso i servizi, è uno spazio non istituzionalizzato e di incontro naturale in cui gli operatori possono inserirsi senza creare disequilibrio ed essere percepiti come un forte punto di riferimento

È un modo per osservare ed interagire con i giovani camminando al loro passo, per conoscere e intercettare la presenza di numerosi ragazzi in un numero fortemente maggiore rispetto a quelli che si incontrerebbero se dovessero essere loro a presentarsi in un servizio. Spazio anch’io è un luogo in cui si possono osservare le dinamiche di socializzazione spontanea e poter intervenire in base ai bisogni emergenti, le forme di devianza e i problemi di integrazione.

È uno spazio meno strutturato in cui è possibile sperimentare ascolto, sostegno lavorativo, relazioni educative, rapporto tra pari, incontro diretto e di integrazione con gli abitanti del territorio, culture differenti e valori, idee e sogni diversi dai propri.

È un luogo in cui sperimentare gratuitamente la lingua, il gioco, lo sport, attività di prevenzione, laboratori e corsi di formazione, risorsa alternativa al penale e alla devianza, risorsa formativa per i volontari, ma soprattutto un’esperienza formativa per ogni essere umano.

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La testimonianza: Giulia Balsamo e l’accoglienza diurna minori stranieri al DI.TE

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco le testimonianza di Giulia Balsamo, educatrice all’Oratorio San Luigi che da gennaio di quest’anno si occupa del centro DI.TE per l’accoglienza diurna dei minori stranieri non accompagnati (MSNA), fuoriusciti da comunità o che vivono in condizioni di precarietà. Spiega l’educatrice:

L’obiettivo del centro DI.TE è quello di creare un ambiente accogliente in cui i ragazzi possano trovare un punto di riferimento e degli educatori con cui instaurare un rapporto sano e di fiducia un posto per chiacchierare, fare una doccia, lavarsi i vestiti, fare la prima colazione, e poter investire in modo positivo sul proprio futuro in percorsi formativi e di avviamento professionale, corsi di italiano, supporto legale, e quant’altro. Il centro si trova in via Giacosa 8, nel quartiere di San Salvario, a Torino, all’interno degli spazi e dei servizi dell’Oratorio Santi Pietro e Paolo, ed è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.30.

Il centro DI.TE si sviluppa all’interno del progetto nazionale M’interesso di te, che è stato pensato per contenere il fenomeno dei minori stranieri non accompagnati, – come riporta salesianiperilsociale.it – per cercare di ricostruire un rapporto di fiducia con questi ragazzi, condividendo i loro bisogni e tentando di reinserirli nel circuito di accoglienza. Le attività, sostenute grazie al fondo beneficenza di Intesa San Paolo, si svolgono a Torino, Napoli e Catania nei quartieri limitrofi alle grandi stazioni.

Al progetto M’interesso di te collabora una rete composta da educatori di strada, psicologi e volontari che garantiscono a ciascun ragazzo intercettato, sostegno e protezione. In una seconda fase, viene offerta loro la possibilità di seguire un corso di lingua italiana, di ricevere assistenza legale per l’iter di riconoscimento, di acquisire competenze professionali e inserirsi nel mondo del lavoro.

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La testimonianza: Giulia, Daniele e Cristian e l’Alternanza Scuola-Lavoro al San Luigi

Cosa vuol dire Don Bosco a San Salvario? Ecco le testimonianza di Giulia, Daniele e Cristian, studenti del Liceo Scientifico Statale Galileo Ferraris di Torino che raccontano in una breve video-intervista la loro esperienza all’Oratorio San Luigi di Torino con l’Alternanza Scuola – Lavoro prevista dal MIUR, una modalità didattica innovativa che attraverso l’esperienza pratica aiuta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini di studentesse e studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio e, in futuro di lavoro, grazie a progetti in linea con il loro piano di studi.

L’Alternanza Scuola – Lavoro è una delle innovazioni più significative della legge 107 del 2015 (La Buona Scuola) in linea con il principio della scuola aperta e si rivolge a studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori. È possibile attivare l’Alternanza Scuola-Lavoro all’Oratorio San Luigi di via Ormea 4, e alla Parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli di Largo Saluzzo, all’interno delle proposte di volontariato previste.

La testimonianza: l’educatore Massimiliano Schilirò all’Oratorio San Luigi per “rubare i segreti del mestiere”

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Massimiliano Schilirò (al centro della foto), educatore alla Casa Don Bosco di Sampierdarena, in provincia di Genova, in avanscoperta dal 7 al 14 maggio all’Oratorio San Luigi di via Ormea a Torino, con l’obiettivo di imparare dall’esperienza più che decennale dei salesiani di San Salvario nell’accogliere i giovani in difficoltà e i minori stranieri non accompagnati:

Lunedì 7 maggio, ore 11.30. Entro per la prima volta all’Oratorio San Luigi di Via Ormea, 4. Chiedo di Giulia e una ragazza mi risponde: “Quale Giulia? Ce ne sono tante qui!”. Comincia così la mia esperienza di una settimana presso l’opera salesiana nel quartiere di San Salvario. Pochi minuti dopo sono già nel centro per minori stranieri non accompagnati (MSNA), accolto dall’educatrice Noemi. Sono stato inviato “in avanscoperta” come membro dell’équipe della Casa Don Bosco di Genova Sampierdarena, dove a settembre aprirà una comunità per 18 MSNA. L’obiettivo della mia visita è quello di imparare dall’esperienza più che decennale con minori stranieri da parte dei Salesiani di Torino. A pranzo conosco la maggior parte dei 15 giovani che vivono al San Luigi, provenienti da Albania, Marocco, Egitto, Senegal, Gambia e Pakistan. Tante strette di mano seguite da nomi difficili da ricordare, anche se da subito faccio del mio meglio per memorizzarli.

Dopo aver mangiato Noemi comincia a rispondere alle mie innumerevoli domande riguardanti l’organizzazione e la gestione del centro per minori stranieri non accompagnati. La nostra lunga conversazione è interrotta da Hassan e Eljon, due ragazzi albanesi, che mi chiedono di andare con loro al Parco Valentino per le attività pomeridiane. Li seguo nel breve tragitto a piedi, rinfrescando le ormai arrugginite conoscenze di albanese, lingua imparata durante il Servizio Civile che ho svolto con i Salesiani in Kosovo nel lontano 2005/06. Arriviamo nella zona occupata dal container e dai gazebo di “Spazio anch’io”, avviato nel 2006 per offrire un luogo sicuro ai margini del parco dove giorno e notte si alternano numerosi spacciatori. Marco, coordinatore e memoria storica del progetto, ne illustra le finalità: offrire lezioni di italiano e opportunità di giocare (a calcetto, ping-pong, ecc) a chiunque venga in questo spazio, giovani e meno giovani, italiani e stranieri. Allo stesso tempo è un luogo di ascolto delle loro storie personali e di consulenza in ambito lavorativo, sociale, legale.

Nel tardo pomeriggio torno al San Luigi e conosco l’altro educatore, Demetrio. Entro anche con lui subito in sintonia e le ore passano veloci. Dopo cena rivedo il responsabile del centro, Don Mauro, conosciuto nel 2015 a Casa Don Bosco all’EXPO di Milano. Mi accompagna al Sacro Cuore di Maria di Via Campana, dove ricevo una stanza. Mi addormento subito, stanco e felice al termine di una prima bellissima e intensa giornata. Per tutta la settimana accompagno i ragazzi nei vari momenti della loro vita quotidiana: pasti, studio dell’italiano, giochi all’oratorio e al Valentino, riunione per definire le regole comunitarie durante il ramadan, ecc. Gli educatori rispondono a ogni mia domanda con molta pazienza, alternando momenti teorici ad altri molto pratici durante i quali osservo le loro strategie di gestione delle inevitabili gioie e dolori della vita in comunità. Le regole costituiscono una base fondamentale, ma altrettanto importanti sono la flessibilità e la capacità di ascolto dei problemi dei ragazzi, per permettere un loro sviluppo olistico. Alla fine del lungo corridoio della struttura l’immagine di Don Bosco è un elemento fondamentale, che rimanda alle mie esperienze, per lavoro e per volontariato, in decine di case salesiane sparse per il mondo, dal Brasile all’India, dall’Albania al Sudafrica.

Nei vari continenti, in paesi diversissimi tra loro, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice portano avanti l’opera del grande santo, offrendo a tanti giovani casa, scuola, oratorio e accompagnamento spirituale. Sono contento che anche i laici come me possano far parte, in vari ruoli, di questa grande famiglia e mi accorgo di essere in ottima compagnia: tutti gli educatori, le animatrici, i volontari e le volontarie si sentono ispirate da Don Bosco. Non è solo un lavoro, è anche un servizio per il prossimo. Per questa ragione si affrontano con forte motivazione le tante sfide che settori così delicati come quelli dell’accoglienza e dell’integrazione inevitabilmente comportano. I giorni trascorrono sempre più velocemente e nel fine settimana conosco alcuni chierici salesiani che completano la squadra della comunità, concedendo il meritato riposo agli educatori. Lunedì 14 maggio dopo pranzo lascio il San Luigi. Il luogo sconosciuto dove sono entrato una settimana fa è diventato la mia casa, i suoi abitanti sono miei amici.

Il miracolo è avvenuto anche questa volta: la gentilezza, l’amorevolezza e il carisma salesiano mi portano ad affermare senza ombra di dubbio che “Dove c’è Don Bosco c’è casa!”. Grazie di cuore per questi fantastici giorni trascorsi insieme e arrivederci, a Torino o a Genova!

La testimonianza: Eleonora dell’Istituto Flora di Torino e lo stage al San Luigi

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Eleonora Maria Katia Tartaglia, studentessa dell’Istituto Flora – Liceo della Comunicazione di Torino che ci racconta lo stage svolto all’Oratorio San Luigi:

L’Oratorio è un ambiente di lavoro sostanzialmente accogliente e sereno. Lo stage è stata un’esperienza significativa che mi ha permesso di mettermi alla prova, migliorandomi umanamente. che mi ha permesso di acquisire e rafforzare competenze anche per il lavoro che andrò a svolgere in futuro. Conoscevo in parte questo tipo di servizi, grazie ad esperienze lavorative passate, come il Post-scuola.  Nonostante alcune difficoltà incontrate durante il percorso di stage, in parte nella comunicazione ed in parte nell’aiutare i ragazzi a svolgere i compiti, rifarei questa esperienza; la struttura è ben attrezzata per svolgere varie attività ed è presente il materiale necessario per coinvolgere i ragazzi nei vari laboratori manuali. Lo proporrei anche agli animatori del prossimo ciclo oltre che alle famiglie che intendono scrivere i loro figli all’oratorio, per il personale che è ben accogliente, organizzato e altamente professionale.

La testimonianza: Renato e il Servizio Civile al San Luigi

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Renato, 26 anni, dalla Sardegna, studente al quinto anno della magistrale in ingegneria civile al Politecnico, che all’Oratorio San Luigi ha svolto il Servizio Civile:

Ciao mi chiamo Renato, ho 26 anni e vengo dalla Sardegna; sono uno studente di ingegneria civile al Politecnico e sto frequentando il 5° anno. Le mie esperienze passate di scout mi hanno dato tanto e ricercavo il modo di poterle vivere anche adesso. Così ho pensato di svolgere il Servizio Civile e viverlo in un oratorio.

La testimonianza: la famiglia italiana di Alagie

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza Alagie, giovane originario del Gambia, ospite della Comunità per minori non accompagnati dell’Oratorio San Luigi, che ha trascorso un week end con la sua famiglia italiana grazie al progetto “Adotta un minore non accompagnato”, promosso da don Mauro Mergola. Una opportunità aperta a tante altre famiglie e di cui Alagie ci racconta i bei frutti:

Mi chiamo Alagie e provengo dal Gambia. Sono arrivato in comunità da qualche mese, frequento il corso di italiano e gioco a calcio… la mia vera e unica passione. Durante il weekend o in alcune serate ho la fortuna di trascorrere dei bei momenti nella mia “famiglia italiana”, composta da Federica e Alberto, che mi hanno accolto nella loro casa e con cui trascorro del tempo, quattro chiacchiere, e che mi dispendiano consigli e offrono ottime occasioni di confronto. Non mancano prelibate cenette, le uscite… e lo stadio!

Alagie durante il corso di italiano ha anche avuto la possibilità di immedesimarsi in un rapper… ascoltate le sue parole…

La testimonianza: Denise, Julia, Luca, tirocinanti di scienze dell’Educazione al San Luigi

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Denise, Julia e Luca, giovani studenti di scienze della Educazione all’Università di Torino che al San Luigi hanno avuto la possibilità di svolgere il tirocinio curriculare previsto nel proprio piano di studi universitario:

Ciao! Sono Denise e studio all’Università degli Studi di Torino alla facoltà di Scienze dell’Educazione, indirizzo Socio-culturale. Ho appena cominciato il tirocinio all’Oratorio San Luigi di Torino. Perché ho scelto questa sede? Ebbene, quale posto migliore per sperimentare il ruolo di educatore! Qui, infatti, sono richieste diverse competenze in campo umanitario per rapportarsi con minori, stranieri, persone in difficoltà. Spero che questa esperienza possa approfondire e ampliare le qualità che deve avere un educatore. Perché Educare è una continua riflessione su se stessi, e qui lo imparerò!

Ciao! Sono Julia, arrivo dalla Spagna e studio Scienze dell’ Educazione Socioculturale. Sto facendo il tirocinio presso l’Oratorio San Luigi. Mi aspetto di imparare dai ragazzi e conoscere tanta gente differente che mi faccia crescere come persona e a livello professionale.

Sono Luca Velotta, sono al terzo anno di scienze dell’educazione. Sono un tipo sportivo ho sempre praticato sport nella mia vita con particolare interesse per le palestre e il calcio, mi piace il teatro e trovo appassionante la politica e le differenze tra classi sociali. Ho cominciato lunedì il mio percorso di tirocinio. Le motivazioni? La curiosità di provare in prima persona a vivere una realtà altamente formativa come quella oratoriana e di vedere come un’organizzazione cristiana si muove nel campo del sociale, inoltre mi era stata suggerita da diverse persone come realtà positiva.
P.s. sono dislessico!

La testimonianza: Saranki e il Servizio Civile al San Luigi

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Saranki, 22 anni, originaria dello Sri Lanka e residente a Torino da molti anni, che ha conosciuto l’Oratorio come semplice volontaria, dove poi ha svolto il Servizio Civile come animatrice socio-educativa:

Ciao mi chiamo Saranki, ho 22 anni e sono originaria dello Sri Lanka, ma vivo a Torino ormai da molti anni. Ho iniziato a frequentare l’oratorio San Luigi nel 2008, soprattutto per fare i compiti, e mi sono molto affezionata all’ambiente e alle persone che ci lavoravano. Dopo le superiori, ho frequentato un corso professionale di due anni per prendere la qualifica di Animatrice Socio-Educativa. Sono qui per fare un’esperienza che sia per me al tempo stesso significativa e professionalizzante, dal momento che questo è il lavoro che vorrei fare nella mia vita.