La testimonianza: l’educatore Massimiliano Schilirò all’Oratorio San Luigi per “rubare i segreti del mestiere”

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Massimiliano Schilirò (al centro della foto), educatore alla Casa Don Bosco di Sampierdarena, in provincia di Genova, in avanscoperta dal 7 al 14 maggio all’Oratorio San Luigi di via Ormea a Torino, con l’obiettivo di imparare dall’esperienza più che decennale dei salesiani di San Salvario nell’accogliere i giovani in difficoltà e i minori stranieri non accompagnati:

Lunedì 7 maggio, ore 11.30. Entro per la prima volta all’Oratorio San Luigi di Via Ormea, 4. Chiedo di Giulia e una ragazza mi risponde: “Quale Giulia? Ce ne sono tante qui!”. Comincia così la mia esperienza di una settimana presso l’opera salesiana nel quartiere di San Salvario. Pochi minuti dopo sono già nel centro per minori stranieri non accompagnati (MSNA), accolto dall’educatrice Noemi. Sono stato inviato “in avanscoperta” come membro dell’équipe della Casa Don Bosco di Genova Sampierdarena, dove a settembre aprirà una comunità per 18 MSNA. L’obiettivo della mia visita è quello di imparare dall’esperienza più che decennale con minori stranieri da parte dei Salesiani di Torino. A pranzo conosco la maggior parte dei 15 giovani che vivono al San Luigi, provenienti da Albania, Marocco, Egitto, Senegal, Gambia e Pakistan. Tante strette di mano seguite da nomi difficili da ricordare, anche se da subito faccio del mio meglio per memorizzarli.

Dopo aver mangiato Noemi comincia a rispondere alle mie innumerevoli domande riguardanti l’organizzazione e la gestione del centro per minori stranieri non accompagnati. La nostra lunga conversazione è interrotta da Hassan e Eljon, due ragazzi albanesi, che mi chiedono di andare con loro al Parco Valentino per le attività pomeridiane. Li seguo nel breve tragitto a piedi, rinfrescando le ormai arrugginite conoscenze di albanese, lingua imparata durante il Servizio Civile che ho svolto con i Salesiani in Kosovo nel lontano 2005/06. Arriviamo nella zona occupata dal container e dai gazebo di “Spazio anch’io”, avviato nel 2006 per offrire un luogo sicuro ai margini del parco dove giorno e notte si alternano numerosi spacciatori. Marco, coordinatore e memoria storica del progetto, ne illustra le finalità: offrire lezioni di italiano e opportunità di giocare (a calcetto, ping-pong, ecc) a chiunque venga in questo spazio, giovani e meno giovani, italiani e stranieri. Allo stesso tempo è un luogo di ascolto delle loro storie personali e di consulenza in ambito lavorativo, sociale, legale.

Nel tardo pomeriggio torno al San Luigi e conosco l’altro educatore, Demetrio. Entro anche con lui subito in sintonia e le ore passano veloci. Dopo cena rivedo il responsabile del centro, Don Mauro, conosciuto nel 2015 a Casa Don Bosco all’EXPO di Milano. Mi accompagna al Sacro Cuore di Maria di Via Campana, dove ricevo una stanza. Mi addormento subito, stanco e felice al termine di una prima bellissima e intensa giornata. Per tutta la settimana accompagno i ragazzi nei vari momenti della loro vita quotidiana: pasti, studio dell’italiano, giochi all’oratorio e al Valentino, riunione per definire le regole comunitarie durante il ramadan, ecc. Gli educatori rispondono a ogni mia domanda con molta pazienza, alternando momenti teorici ad altri molto pratici durante i quali osservo le loro strategie di gestione delle inevitabili gioie e dolori della vita in comunità. Le regole costituiscono una base fondamentale, ma altrettanto importanti sono la flessibilità e la capacità di ascolto dei problemi dei ragazzi, per permettere un loro sviluppo olistico. Alla fine del lungo corridoio della struttura l’immagine di Don Bosco è un elemento fondamentale, che rimanda alle mie esperienze, per lavoro e per volontariato, in decine di case salesiane sparse per il mondo, dal Brasile all’India, dall’Albania al Sudafrica.

Nei vari continenti, in paesi diversissimi tra loro, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice portano avanti l’opera del grande santo, offrendo a tanti giovani casa, scuola, oratorio e accompagnamento spirituale. Sono contento che anche i laici come me possano far parte, in vari ruoli, di questa grande famiglia e mi accorgo di essere in ottima compagnia: tutti gli educatori, le animatrici, i volontari e le volontarie si sentono ispirate da Don Bosco. Non è solo un lavoro, è anche un servizio per il prossimo. Per questa ragione si affrontano con forte motivazione le tante sfide che settori così delicati come quelli dell’accoglienza e dell’integrazione inevitabilmente comportano. I giorni trascorrono sempre più velocemente e nel fine settimana conosco alcuni chierici salesiani che completano la squadra della comunità, concedendo il meritato riposo agli educatori. Lunedì 14 maggio dopo pranzo lascio il San Luigi. Il luogo sconosciuto dove sono entrato una settimana fa è diventato la mia casa, i suoi abitanti sono miei amici.

Il miracolo è avvenuto anche questa volta: la gentilezza, l’amorevolezza e il carisma salesiano mi portano ad affermare senza ombra di dubbio che “Dove c’è Don Bosco c’è casa!”. Grazie di cuore per questi fantastici giorni trascorsi insieme e arrivederci, a Torino o a Genova!

Gruppo Medie: weekend a Solomiac con ritiro per i cresimandi il 26 e il 27 maggio

Il 26 e il 27 maggio i ragazzi del Gruppo Medie dell’Oratorio San Luigi di via Ormea e della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, insieme agli educatori e agli animatori,  trascorreranno un campus di formazione a Solomiac, frazione di Cesana Torinese, in Piemonte.

Durante il week-end si svolgerà inoltre il ritiro spirituale per quei ragazzi che si stanno preparando alla cresima, sacramento che riceveranno domenica 3 giugno alle ore 10.30, alla Parrocchia Santi Pietro e Paolo, in presenza del Card. Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino.

Il cammino di preparazione è stato guidato dai catechisti
> Sr Alba Balzano,
> Flavio Picotti,
> Anna Migliardi Misischi,
> Eliana Strona.

I ragazzi che riceveranno il Sacramento, confermando le loro promesse battesimali e ricevendo i doni del Suo Spirito sono: Gianluca Almeida, Roberto Guadamud, Stefano Aloisio, Gabriele Bambara, Giuseppe Bambara, Vanessa Baraka, Maddalena Bizzarri, Marco Blangino, Pietro Bonora, Simone Bravi, Morgan Canale, Davide e Antonio D’Ambrosio, Giovanni Dell’Anna, Greta di Capua, Tommaso Dorna Metzger, Tommaso e Maria Filoni, Ginevra Gallo, Emma Garbaccio, Maria Sole Gardino, Giulia Elettra Genovese, Matteo Geuna, Giovanna Incisa della Rocchetta, Ginevra Maria Lanzetta, Laurence Nà, Mileka Lunanga, Nicolò Marretta, Ferdinando Milani, Pietro Milone, Beatrice Mottigliengo, Niccolo Marretta, Sergio Notario, Massimiliano Odone, Giacomo Palminteri, Virginia Peirolo, Giovanni Pena Caceres, Alberto Perna, Giacomo Palminteri, Raffaele Pezzuto, Fiorella Reyes, Alessia Maldonado, Gabriele Rinaldi, Francesco Rinaudo, Marco Ripa, Omar Sanè, Alessia Simonetta, Paolo Truffo, Pietro Tuninetti. E con loro: Donatella Gentile.

Dalla Liturgia della Pentecoste facciamo nostro il suggerimento a pregare per questi giovani parrocchiani con le parole della Sequenza:

Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce.
Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo.
Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto.
O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina.
Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli che solo in te confidano i tuoi santi doni.
Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Amen.

 

"Insieme è più bello" con il Gruppo Cresimandi 2018

"Siamo pezzi unici, fatti per stare insieme, costruttori di comunità". Ecco i nostri ragazzi che si stanno preparando in vista della cresima che riceveranno domenica 3 giugno, alla Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Largo Saluzzo, in San Salvario.

Publiée par Santi Pietro e Paolo - Torino sur mercredi 23 mai 2018

Oratorio Estivo a San Salvario: segui l’Estate Giovani 2018 settimana per settimana

N.B. La pagina sarà in continuo aggiornamento durante le 4 settimane di EG con i programmi e le fotogallery

All’Oratorio San Luigi di via Ormea 4 è partita l’operazione Estate Giovani 2018. Venerdì 18 maggio, nei locali dell’Oratorio, gli educatori Lele, Anna e Giulia, insieme all’incaricato dell’Oratorio don Mauro Mergola, hanno presentato agli adolescenti del gruppo biennio il programma di Estate Giovani: si tratta di 4 settimane di esperienze, di amicizie, di servizio, di confronto, di crescita, arricchite da gite e campi in montagna. 

Spiega Anna, una degli educatori:

L’Estate Giovani vuole essere un’occasione di crescita, di confronto, un ambiente estivo alternativo in cui divertirsi in maniera sana, oltre che un’opportunità di accompagnamento degli adolescenti della rilettura dell’anno appena concluso per rinnovare le proprie motivazioni nella prospettiva del nuovo anno scolastico e oratoriale.

 

 

Il Rettor Maggiore dei salesiani Don Ángel Artime per le strade di San Salvario

Nella sua terza giornata di visita all’Ispettoria Salesiana del Piemonte e della Valle d’Aosta, lunedì 21 maggio, Don Àngel Artime, Rettor Maggiore dei salesiani, ha incontrato i membri dei vari gruppi della Famiglia Salesiana nel quartiere di San Salvario: nell’Istituto San Giovanni Evangelista si sono radunate più di 200 persone, tra Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, Cooperatori, Ex Allievi, studenti universitari del Collegio, membri della Cappellania Filippina, oltre a volontari, amici e simpatizzanti, che hanno accolto Don Àngel con un gioioso benvenuto.  Successivamente nella vicina Chiesa dedicata a San Giovanni Evangelista Don Luigi Testa, direttore dell’Istitutoha salutato il Rettor Maggiore e dopo un breve discorso introduttivo ha donato a Don Àngel la serigrafia della facciata storica della Chiesa di San Giovanni Evangelista.  

La parola è poi passata a Don Àngel che nel suo discorso di apertura ha invitato ciascuno dei presenti a “vivere nella Chiesa la bellezza della propria vocazione che si realizza appieno accompagnando le persone nella vita cristiana, che non è esente però da difficoltà”; ha ricordato anche che per fare ciò è necessario un cammino profondo di conoscenza reciproca che sta alla base dell’amore per il prossimo, sottolineando come a fondamento di ogni opera ben riuscita è sempre stato principalmente l’entusiasmo a fare da terreno fertile.

Quando in un posto si creano veramente i presupposti per un clima di vita, di vicinanza, di simpatia, di voglia di trovarsi e stare insieme, rivolto a giovani e ragazzi – ha aggiunto don Angel – questo fa sì che tale clima cresca, aumenti, fino a divenire uno spazio di condivisione. È accaduto così tante volte nel ‘900, con l’opera dei santi sociali come il nostro Giovanni Bosco, Giuseppe Cafasso, Giuseppe Cottolengo, Leonardo Murialdo e tanti altri, proprio a Torino e dintorni, e questo perchè quando esiste una realtà bella che viene trasmessa, comunicata, è allora che si può venire contagiati. Una casa come questa del San Giovanni Evangelista, che accoglie gli universitari, la cappellania filippina, il gruppo ex allievi e tanti altri amici dell’opera – ha continuato Don Angel – non deve perdere mai questa caratteristica di essere una casa sempre aperta, che ha la capacità di accogliere e armonizzare culture diverse.

La visita del Rettor Maggiore è proseguita poi al Parco Del Valentino, a Spazio Anch’io, progetto all’interno dell’Educativa di strada promossa dall’Oratorio San Luigi, dove si è svolto un momento di confronto e di ascolto con la Comunità Educativa Pastorale e con i ragazzi ospiti della Comunità per Minori Stranieri non accompagnati.

La visita di Don Angel è stato un evento eccezionale che ha portato tanta gioia tra noi educatori”, ci dice con emozione Matteo Aigotti, referente dell’Educativa di Strada al San Luigi. “Per chi come me lavora con minori e giovani in difficoltà – aggiunge Matteo – è importante sapere di avere qualcuno accanto, sentire di appartenere a qualcosa più grande: con i suoi consigli e le sue attenzioni, Don Angel ci ha donato la giusta carica per affrontare al meglio le sfide educative di tutti i giorni. Abbiamo bisogno che i nostri giovani si meraviglino e meraviglino: molti sono numeri per i centri di accoglienza, per le statistiche della disoccupazione. Per noi, per i salesiani, per Don Angel sono qualcosa di più, sono ragazzi a cui restituire la dignità umana, da motivare, affinchè si impegnino per fare qualcosa di grande.

A Spazio Anch’io, nel Parco del Valentino, Don Angel ha potuto ascoltare la testimonianza dei ragazzi ospiti della Comunità MSNA del San Luigi che hanno raccontato la loro esperienza di crescita umana, cristiana e professionale all’interno dell’opera salesiana. L’incontro si è concluso con i ringraziamenti di Don Angel agli animatori, agli educatori e ai volontari che insieme ogni giorno lavorano per contribuire a rendere sempre più accogliente l’opera salesiana in San Salvario.

La terza tappa della visita si è svolta all’Oratorio Santi Pietro e Paolo, in via Giacosa 8, dove Don Àngel è stato accolto da una folla festante di bambini e ragazzi di ogni età, e dalla comunità salesiana che ogni giorno lavora con sinergia nel quartiere di San Salvario.

Nei locali adiacenti messi a disposizione dall’Oratorio è stato poi inaugurato da Don Àngel Artime il “Ri-generation Lab”, un laboratorio ideato con il contributo dell’Impresa Astelav per insegnare ai giovani in difficoltà a riparare e rigenerare elettrodomestici. All’inaugurazione erano presenti Don Enrico Stasi, Ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle D’Aosta, Don Mauro Mergola, tutore di alcuni giovani che parteciperanno al progetto, Don Stefano Mondin, delegato salesiano della Pastorale Giovanile per l’Ispettoria del Piemonte e la Valle D’Aosta, Sonia Schellino, assessore per il Welfare al Comune di Torino, Monica Cerutti, assessore per le Pari Opportunità alla Regione Piemonte, Giovanna Pentenero, assessore per la Formazione Professionale alla Regione Piemonte.

 

“Se cambiamo la vita anche di un solo giovane, abbiamo fatto un grandissimo lavoro.

Don Àngel Fernández Artime, 10° successore di Don Bosco

 

 

Abbiamo seguito il Rettor Maggiore dei salesiani, Don Ángel Fernández Artime, durante la sua visita all’opera salesiana in San Salvario e siamo andati tra la gente a raccogliere testimonianze, impressioni, aspettative.

Inaugurazione del Ri-Generation Lab per offrire un’occasione di lavoro ai giovani in difficoltà

L’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl, avvieranno la sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Si chiama “Ri-Generation Lab” e vuole offrire l’opportunità, mediante un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici”, di “mettere in pratica valori che si basano sull’economia circolare: creare lavoro per chi è in difficoltà e rimettere sul mercato elettrodomestici che erano destinati alla rottamazione, quindi salvaguardare le persone e l’ambiente. Astelav, forte di una pluriennale esperienza maturata nel campo degli elettrodomestici e dei ricambi, mette a disposizione i propri tecnici, le proprie competenze e capacità per insegnare ai ragazzi le prime buone pratiche per effettuare la riparazione di elettrodomestici e dare così a loro una prospettiva di inserimento sociale e di futuro lavorativo“, come sottolinea Giorgio Bertolino, amministratore delegato di Astelav Srl.

L’inaugurazione del progetto “Ri-Generation Lab” si terrà Lunedì 21 maggio 2018, alle ore 18.00 presso i locali della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, in Via Saluzzo, 39 angolo Via Giacosa a Torino.

Per l’occasione, oltre ai rappresentanti dei diversi Enti coinvolti, sarà presente il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, X successore di Don Bosco, che presiederà la cerimonia del taglio del nastro, perchè per i salesiani “la prima preoccupazione è che i giovani, in particolare i più poveri e bisognosi, possano avere delle opportunità per dare dignità alla propria vita. Papa Francesco dice: “Il lavoro è una priorità umana. E, pertanto, è una priorità cristiana”. Così con questo nuovo progetto vogliamo continuare a ripercorrere le orme del nostro fondatore San Giovanni Bosco” afferma don Enrico Stasi, ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta.

L’esperienza maturata nella formazione dei giovani suggerisce che alcuni minori, a volte in uscita da percorsi di accompagnamento, abbiano bisogno di un “periodo di transizione guidato” per rinforzare le competenze di base acquisite (nel caso di licenza media già ottenuta) e per sviluppare le competenze necessarie ad un inserimento lavorativo e utili per la crescita personale.

In tal senso, il progetto prevede l’attivazione di un corso formativo di breve durata (100 ore con possibilità di successivo tirocinio) per coinvolgere i ragazzi “non ancora pronti” per un’esperienza lavorativa e con difficoltà a re-inserirsi positivamente all’interno di percorsi strutturati di IeFP. Un’esperienza per piccoli gruppi, entro una dimensione comunitaria, con personale qualificato, per offrire ai ragazzi coinvolti un “tempo” dedicato, facendo rete tra gli “spazi” che frequentano: CPIA, oratori, associazioni, centro di formazione professionale.

Il corso è stato co-progettato in maniera congiunta dal partenariato proponente ed integra le attività pratiche, preponderanti in questo tipo di esperienza, con le competenze teoriche di base del settore di riferimento, consentendo il rinforzo delle competenze di base (lingua italiana e asse matematico-scientifico), con un costante accompagnamento educativo.

Il corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici” si terrà in parte nella sede del Cnos-Fap di Valdocco e in parte presso i locali stessa Parrocchia Santi Pietro e Paolo, dove sono state allestite le postazioni di lavoro per l’attività laboratoriale.

Tale iniziativa, anche alla luce dell’eterogeneità degli enti attuatori, si propone di realizzare nuove pratiche inclusive, concorrendo alla sperimentazione di spazi di welfare comunitario, coniugando lavoro, formazione, educazione.

 

Cerimonia di Inaugurazione in diretta streaming su:

 

ANS - Agenzia Info Salesiana
MGS - Piemonte

 

RASSEGNA STAMPA

Si propone una breve rassegna stampa sulla neonata iniziativa di San Salvario – frutto della collaborazione tra l’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl – dal titolo “Ri-generation Lab”, una sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro.

LA VOCE E IL TEMPO, edizione del 13 Maggio 2018. Articolo a cura di Stefano DI LULLO.

SALESIANI – UN PROGETTO PER I MINORI CHE NON VANNO A SCUOLA

I neet di San Salvario ripareranno lavatrici

«Il problema dei neet non si può identificare solo nella mancanza di concrete opportunità formative e lavorative, ma spesso di una comunità che dia fiducia e accompagni anche quei ragazzi che non sono in grado di ‘stare dentro’ a percorsi strutturati». È questa la convinzione che ha portato la Pastorale giovanile dei  Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta ad avviare a San Salvario, da lunedì 14 maggio, un laboratorio  professionale per la riparazione di elettrodomestici rivolto ai ragazzi minori che hanno abbandonato i circuiti della formazione e rimangono «parcheggiati» sulle strade.

«Ri-Generation Lab» è il nome del progetto coordinato dalla parrocchia Ss. Pietro e Paolo, dall’oratorio salesiano San Luigi, dal Centro di formazione professionale Cnos Fap dei Salesiani del Piemonte e dall’azienda Astelav srl di Vinovo. La parrocchia ha concesso all’azienda un locale in via Saluzzo 39 da adibire a negozio per la vendita di elettrodomestici rigenerati, a fianco è stato predisposto un laboratorio- officina che diventerà la scuola per 7 ragazzi che né studiano né lavorano (sono previste 100 ore di corso, più un tirocinio). L’associazione Cnos-Fap si occuperà di riconoscere le competenze acquisite per la qualifica di formazione professionale.

«Questo progetto, che nasce in forma sperimentale», evidenzia don Mauro Mergola, salesiano, parroco di Ss. Pietro e Paolo e direttore dell’oratorio San Luigi, «vuole lanciare un messaggio alle istituzioni sulla necessità di strutturare percorsi di formazione professionale più flessibili e integrati con l’accompagnamento  educativo».

I ragazzi provengono in parte dalla comunità per minori stranieri non accompagnati ospitata all’oratorio San Luigi e in parte sono segnalati dal progetto comunale contro la dispersione scolastica «Provaci ancora Sam» portato avanti dagli oratori salesiani torinesi.

«Nel momento in cui il ragazzo si sente accolto e stimato», conclude don Mergola, «allora può dare il massimo, se si sente un peso ecco che ricerca forme per evadere dalla realtà con il rischio di cadere nella rete della devianza. Ciò che conta è costruire una relazione educativa che permette di raccogliere dei frutti». Il progetto sarà inaugurato ufficialmente lunedì 21 maggio alle 18 in via Giacosa 8 alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernandez Artime.

 

 

TORINOOGGI.IT, 9 maggio 2018 (clicca qui per accedere alla pagina)

Un “Ri-Generation Lab” per offrire un’occasione di lavoro a giovani in difficoltà

L’iniziativa vede impegnati Cnos-Fab, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo e l’impresa Astelav Srl. I ragazzi seguiranno un corso di riparazioni e rigenerazioni di elettrodomestici

L’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl, avvieranno la sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Si chiama “Ri-Generation Lab” e vuole offrire l’opportunità, mediante un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici”, di “mettere in pratica valori che si basano sull’economia circolare: creare lavoro per chi è in difficoltà e rimettere sul mercato elettrodomestici che erano destinati alla rottamazione, quindi salvaguardare le persone e l’ambiente. Astelav, forte di una pluriennale esperienza maturata nel campo degli elettrodomestici e dei ricambi, mette a disposizione i propri tecnici, le proprie competenze e capacità per insegnare ai ragazzi le prime buone pratiche per effettuare la riparazione di elettrodomestici e dare così a loro una prospettiva di inserimento sociale e di futuro lavorativo”, come sottolinea Giorgio Bertolino, amministratore delegato di Astelav Srl.

L’inaugurazione del progetto “Ri-Generation Lab” si terrà lunedì 21 maggio 2018, alle 18 presso i locali della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, in Via Saluzzo, 39 angolo Via Giacosa a Torino.

Per l’occasione, oltre ai rappresentanti dei diversi Enti coinvolti, sarà presente il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, X successore di Don Bosco, che presiederà la cerimonia del taglio del nastro, perchè per i salesiani “la prima preoccupazione è che i giovani, in particolare i più poveri e bisognosi, possano avere delle opportunità per dare dignità alla propria vita. Papa Francesco dice: “Il lavoro è una priorità umana. E, pertanto, è una priorità cristiana”. Così con questo nuovo progetto vogliamo continuare a ripercorrere le orme del nostro fondatore San Giovanni Bosco” afferma don Enrico Stasi, ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Tale iniziativa, anche alla luce dell’eterogeneità degli enti attuatori, si propone di realizzare nuove pratiche inclusive, concorrendo alla sperimentazione di spazi di welfare comunitario, coniugando lavoro, formazione, educazione.

LA STAMPA, 22 maggio 2018, Circoscrizione 8/San Salvario

Il negozio di frighi e lavatrici riparati dai ragazzi in difficoltà

Pier Francesco Caracciolo

Nel nuovo punto vendita Astelav, a San Salvario, si possono comprare elettrodomestici riparati e rimessi a
nuovo da giovani rimasti fuori da percorsi scolastici o dal mondo del lavoro. Ragazzi tra 16 e 18 anni, che non conoscono la nostra lingua o arrivano da contesti familiari difficili, e per questo faticano anche a intraprendere corsi professionali. Il negozio in via Saluzzo 39 (angolo via Giacosa) è stato inaugurato ieri grazie a un accordo con la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. I salesiani, proprietari dei muri, hanno dato in affitto i locali. La ditta di Vinovo, che da 55 anni distribuisce ricambi per elettrodomestici ed è coinvolta
nel salvataggio di Embraco, ha ristrutturato uno spazio in più, il negozio accanto, e messo a disposizione i
propri tecnici. Così ha permesso la nascita di un laboratorio ad hoc: uno spazio in cui 6 giovani italiani e stranieri – provenienti dal centro di accoglienza per minori non accompagnati dell’oratorio San Luigi, in via Ormea, o in arrivo dal progetto contro la dispersione scolastica «Provaci ancora Sam» – possano imparare a «rigenerare» lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi destinati al macero. Gli obiettivi? «Aiutare questi ragazzi ad acquisire autostima e riscoprire interessi e passioni che in contesti difficili si rischia di perdere – spiega don Mauro Mergola, il parroco dei Santi Pietro e Paolo -. Nella speranza che questo possa avvicinarli verso una vera professione».Il progetto, Ri-Generation Lab, è stato realizzato col sostegno della Compagnia di San Paolo. Al taglio del nastro, oltre al fondatore di Astelav Giorgio Bertolino, erano presenti vertici salesiani e istituzioni: il rettor
maggiore don Angel Fernandez Artime, l’ispettore del Piemonte don Enrico Stasi, l’assessora regionale Monica Cerutti e quella comunale Sonia Schellino, il presidente di circoscrizione Davide Ricca. I 6 ragazzi,
da qui a luglio, seguiranno un corso di 100 ore. In parte è teorico, ed è già iniziato la scorsa settimana presso il centro Valdocco, con l’aiuto dei docenti del Cnos-Fap (centro di formazione salesiano). Le lezioni pratiche sono partite ieri nel laboratorio di via Saluzzo. Con successo: i ragazzi hanno fatto ripartire una vecchia Ariston sostituendo la vasca e una resistenza. Appena sarà pronto, sarà il primo degli elettrodomestici in arrivo dal laboratorio messo in vendita nel nuovo negozio. Affiancherà altri frigoriferi o
lavastoviglie usati, recuperati e messi in commercio da Astelav. Al termine del corso, i ragazzi ritenuti idonei parteciperanno a un tirocinio all’interno dell’azienda: «Siamo al lavoro per aiutare i giovani delle fasce più deboli – ha detto don Stasi -. Per questo siamo in contatto con altre aziende: vogliamo far partire a breve progetti analoghi».

 

TORINOOGGI.IT, 22 maggio 2018 (clicca qui per accedere alla pagina)

A San Salvario per don Bosco
giovani stranieri “rigenerano” elettrodomestici

Inaugurato alla presenza del rettor maggiore dei salesiani Ángel Fernández Artime, il progetto “Ri- generation” nasce dalla collaborazione tra l’agenzia formativa Cnos-Fp, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo e l’impresa Astelav, protagonista anche nel dopo-Ebraco

Provengono dal Senegal, dall’Albania, dal Gambia, dall’Ecuador. Oppure sono nati qui da genitori arrivati  in Italia tanto tempo fa, e sentono il richiamo della terra madre. Come tutti gli adolescenti hanno dei sogni nel cassetto, coltivati in una terra non sempre disponibile ad aprirsi all’accoglienza. Vorrebbero mettere da parte qualche soldino, ma spesso non sanno da dove cominciare.

“Se vuoi che i giovani facciano quello che tu ami, ama quello che piace ai giovani“, diceva don Giovanni Bosco. Ed è proprio in suo nome che è partito, a San Salvario, un nuovo progetto sperimentale dedicato ai tanti ragazzi del quartiere che vivono in condizioni non facili e chiedono una mano per incanalare la giusta strada verso il mondo del lavoro.

L’agenzia formativa Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo, in collaborazione con l’impresa Astelav (già protagonista della reindustrializzazione di Embraco, insieme ai cino-israeliani di Ventures Production) e il sostegno della Compagnia di San Paolo, sono gli attori protagonisti di “Ri-generation”, un nuovo format educativo rivolto a minori in situazioni di svantaggio sociale. In occasione del lancio del progetto, ha fatto visita alla sede di via Saluzzo il rettor maggiore dei salesiani don Ángel Fernández Artime, in Piemonte già da qualche giorno.

Da maggio a luglio, i ragazzi preselezionati affronteranno 100 ore di corso pratico di riparazione  elettrodomestici, per poi avviare, a settembre, dei tirocini mirati a un vero e proprio inserimento lavorativo. Alla base di tutto, l’economia circolare, il senso del riutilizzo antispreco, l’abilità manuale nell’aggiustare ciò che comunemente finirebbe nella spazzatura. Un’esperienza pensata per piccoli gruppi, nella dimensione comunitaria della parrocchia, con del personale qualificato capace di unire teoria e pratica in una sola offerta formativa.

All’inaugurazione erano presenti anche l’ispettore salesiano don Enrico Stasi, Giorgio Bertolino, padre fondatore dell’azienda, l’assessora regionale alle pari opportunità e immigrazione Monica Cerutti e  l’assessora comunale alle politiche sociali Sonia Schellino.

“Da tempo i salesiani sono attenti alla dispersione scolastica e alle possibilità lavorative per i giovani”, ha spiegato l’ispettore. “L’idea iniziale è di don Bosco: unire l’educazione all’autonomia professionale. Spesso in soli tre anni di corso i ragazzi non riescono ad apprendere abbastanza, quindi questa nuova proposta formativa vuole essere una possibilità in più in vista di un futuro sostenibile”.

I ragazzi un tempo protetti sotto l’ala del santo sociale per eccellenza, don Bosco, sono oggi i cosiddetti “neet”, acronimo di “not (engaged) in education, employment or training”. In sostanza, giovani senza un lavoro né una base d’istruzione solida e completa.

L’idea è nata due anni fa dall’incontro tra la famiglia Bertolino e il parroco dell’oratorio San Luigi, don Mario Mergola. Ecco l’idea di fornire ai ragazzi lì accolti un’istruzione tecnica, coniugando l’attenzione per l’ambiente alle possibilità concrete di lavoro.

“Rigenerare” prende quindi il significato di “restituzione della dignità” in senso lato: agli oggetti destinati alla spazzatura, alle persone senza lavoro e prospettive.
“La prospettiva futura per questi giovani è di diventare riparatori eccellenti con competenze sia tecniche che commerciali”, spiegano i Bertolino, commossi nel vedere riparata la prima lavatrice Ariston.

Nel laboratorio si prendono elettrodomestici destinati ai rifiuti e si rigenerano rendendoli nuovamente funzionali. Un processo che, nei disegni imprenditoriali illuminati come quelli dell’Astelav, dovrebbe diventare sempre più preponderante.

“L’interdisciplinarità è fondamentale – ha commentato l’assessora Cerutti – e questo progetto ci porta a riflettere sulla sostenibilità mettendo in atto un modello formativo molto più snello. Ragioniamo in termini di discriminazione positiva, riconoscendo le potenzialità di questi ragazzi”.

“La dimensione del sogno per don Bosco era fondamentale – ha aggiunto l’assessora Schellino – e dobbiamo far sì che oggi questi ragazzi possano trovare nella società dei punti di riferimento per realizzare ciò che desiderano. San Salvario va rivalutato come quartiere pieno di solidarietà, capace di far nascere iniziative simboliche come questa, una formazione professionale manuale per la quale i salesiani vantano una lunga tradizione”.

“Aiutiamoli a diventare finalmente dei professionisti”, ha esortato infine don Artime. “Ci sono un’azienda e le istituzioni che si stanno impegnando insieme. Noi salesiani, del resto, nei giovani abbiamo sempre creduto tanto”.

CORRIERE DELLA SERA, edizione di Torino, 22 maggio 2018 

Negozio e laboratorio, Astelav fa il bis in San Salvario

Sette migranti assunti per rigenerare gli elettrodomestici. E alla Embraco si riconvertiranno frigoriferi

Lisa Di Giuseppe

Sette ragazzi da sette Paesi diversi. Vengono da Ecuador, Nigeria, Marocco, Albania, Senegal, Gambia e
Romania gli ultimi arrivati in casa Astelav: l’azienda di Vinovo fa il bis nel business della rigenerazione,
inaugurando a San Salvario il Ri-Generation Shop e il Ri-Generation Lab.
Dopo l’inaugurazione del primo negozio a Porta Palazzo, oggi arriva il secondo: uno store di elettrodomestici rigenerati al portone affianco, in cui ha sede il laboratorio dove gli operai insegnano il
mestiere alle nuove leve. Forze fresche che condividono lo stesso destino: aver raggiunto l’Italia da minori
non accompagnati.

Insieme ai Salesiani della parrocchia di San Pietro e Paolo, la famiglia Bertolino, da 55 anni alla guida della ditta, ha infatti scelto di dar loro l’opportunità di imparare un mestiere. Di qui l’idea di far partire un corso di 100 ore teoriche e pratiche che permetterà ai sette ragazzi di apprendere le basi della professione ed eventualmente di proseguire il lavoro in Astelav.

Ancora una volta, spiegano i Bertolino, nell’attività dell’azienda si cerca di combinare l’attenzione al territorio con il benessere di chi lo abita. Racconta Ernesto, figlio del fondatore Giorgio e responsabile marketing: «Puntiamo sull’economia circolare: recuperiamo oggetti che altrimenti verrebbero buttati. In più, cerchiamo di impiegare persone che sono rimaste senza impiego o si trovano in difficoltà». È questa la storia degli otto dipendenti già assunti nell’ambito del progetto Ri-Generation a Porta Palazzo.
E sarà quella dei 40 lavoratori Embraco che passeranno con l’impresa di Vinovo, se tutto andrà secondo i
piani prestabiliti. «Domani è il giorno dei tavoli, è vero. Vedremo come andrà, ci sono ancora diverse questioni da risolvere», puntualizza Ernesto Bertolino. Che poi però tronca di netto: «Embraco è importante, ma oggi parliamo di un’altra storia».

Insomma, dopo Ri-Generation, si aspetta che arrivi l’ok da Roma per assistere a un lieto fine anche per i dipendenti di Riva di Chieri, che appena possibile dovrebbero iniziare la rigenerazione di frigoriferi nel vecchio stabilimento dell’azienda brasiliana. L’ultimo intoppo burocratico sul passaggio è però di pochi giorni fa: per gestire gli R1, la categoria dei rifiuti speciali di cui fanno parte i frighi, c’è bisogno di un’autorizzazione particolare, che però non è stata ancora concessa a Astelav dalle autorità competenti.

LA REPUBBLICA, edizione di Torino, 22 maggio 2018 

Ragazzi rigenerano le vecchie lavatrici

A San Savalvario aperto un laboratorio organizzato da Astelav, l’azienda che assorbirà 40 dipendenti
Embraco a Riva di Chieri

Un negozio di elettrodomestici rigenerati a San Salvario, che si aggiunge a quello già in attività a Porta Palazzo. E un corso di formazione per ragazzi a rischio emarginazione in collaborazione con i Salesiani.

Sono le due nuove iniziative di Rigeneration, il progetto di economia sociale e sostenibile dell’azienda torinese Astelav. Che anche grazie a queste nuove attività potrà assorbire una quarantina di lavoratori del’Embraco di Chieri.
Ri-generation è un progetto che si basa sui valori della solidarietà, del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente. È nato all’inizio del 2017 dalla collaborazione fra l’imprenditore Giorgio Bertolino, titolare di Astelav, e il Sermig di Ernesto Olivero. Il primo passo è stato l’apertura nella sede di Astelav, a Vinovo (Torino), di un laboratorio per la rigenerazione di elettrodomestici per creare opportunità di lavoro per persone in difficoltà e contribuire a costruire una mentalità di contrasto allo spreco. Un anno fa poi l’inaugurazione in via Mameli 14, del primo Rigeneration Shop italiano, dove si vendono lavatrici e lavastoviglie rigenerate. Ora due altri i passi avanti grazie alla collaborazione con la Famiglia Salesiana: il secondo Rigeneration Shop e il Ri-Generation Lab, un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici” che si terrà nella sede del Cnos/Fap di Valdocco e presso l’Oratorio della Parrocchia di San Pietro e Paolo, in via Saluzzo 39. «Lo scopo – spiega Bertolino è fornire le basi per la riparazione di elettrodomestici e dare ai giovani le conoscenze per un giusto approccio al lavoro». Al corso sono iscritti 8 adolescenti, fra i 15 i 17 anni di 8 Paesi diversi: Ecuador, Nigeria, Marocco, Albania, Senegal, Gambia, Romania, Italia. Nel laboratorio a Vinovo, sono già stati riparati e rigenerati più di 1.200 elettrodomestici. Più della metà di questi erano rifiuti destinati alla rottamazione.

RAI 3 – TGR PIEMONTE, 21 maggio, ore 19.30

Elettrodomestici salvati e rimessi a nuovo dai tecnici salvati dalla disoccupazione

Astelav, azienda torinese che si prepara ad assumere 40 licenziati dall’Embraco, ha inaugurato il suo 2° negozio a San Salvario

Martino Villosio

La testimonianza: Eleonora dell’Istituto Flora di Torino e lo stage al San Luigi

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Eleonora Maria Katia Tartaglia, studentessa dell’Istituto Flora – Liceo della Comunicazione di Torino che ci racconta lo stage svolto all’Oratorio San Luigi:

L’Oratorio è un ambiente di lavoro sostanzialmente accogliente e sereno. Lo stage è stata un’esperienza significativa che mi ha permesso di mettermi alla prova, migliorandomi umanamente. che mi ha permesso di acquisire e rafforzare competenze anche per il lavoro che andrò a svolgere in futuro. Conoscevo in parte questo tipo di servizi, grazie ad esperienze lavorative passate, come il Post-scuola.  Nonostante alcune difficoltà incontrate durante il percorso di stage, in parte nella comunicazione ed in parte nell’aiutare i ragazzi a svolgere i compiti, rifarei questa esperienza; la struttura è ben attrezzata per svolgere varie attività ed è presente il materiale necessario per coinvolgere i ragazzi nei vari laboratori manuali. Lo proporrei anche agli animatori del prossimo ciclo oltre che alle famiglie che intendono scrivere i loro figli all’oratorio, per il personale che è ben accogliente, organizzato e altamente professionale.

A La Voce e Il Tempo la provocazione di Matteo Aigotti dell’Educativa di Strada: “Gli adulti ‘da salotto’ non educano

Matteo Aigotti, assistente sociale, coordinatore dei progetti di Educativa di strada all’Oratorio San Luigi di Torino, Barbara Celia, assistente sociale esperta in ambito giuridico, sono due educatori da alcuni anni impegnati sul fronte della prevenzione del disagio giovanile. Per La Voce e Il Tempo, settimanale della Diocesi di Torino, hanno riflettuto su alcuni fatti di cronaca collegati alla problematica del bullismo, in cui sono protagonisti adolescenti, con l’intento di lanciare una sfida agli adulti.
LA VOCE E IL TEMPO, edizione del 29 Aprile 2018. Articolo di Matteo AIGOTTI, Barbara CELIA
Preoccupazione. Timore. Grandi titoli sui giornali. Una marea che sembra non più incanalabile, che sfugge al nostro controllo e alla nostra azione. Baby gang. Ci si chiede “che succede ai nostri ragazzi? ” Abuso dell’agio o disagio di relazioni, sofferenze affettive, necessità di gridare contro un dolore muto. Emergere da un’apparente normalità per far esplodere un’aggressività inaspettata. Distese di solitudine. Spazi a volte osservati, studiati, ma forse… poco abitati. Per noi oggi il bullismo non è la culla della criminalità. Almeno: non per definizione. A meno che non siamo noi, lentamente, a esiliare una vita possibile in un ambito di emarginazione. La nuova legge sul cyberbullismo che ha preso vita nel giugno 2017 è una norma di diritto mite: vuol dire che passa il testimone al mondo dell’educazione e non alle azioni di polizia. Per innalzare la cura delle relazioni, non per inasprire le pene. Il legislatore ci crede. Ma noi? Cosa provoca in noi il ragazzetto coi pantaloni a vita bassa, che si avvicina in gruppo, col giubbotto di pelle, le mani in tasca o la sigaretta in bocca? Ci sorge il desiderio di incontrarlo o ci assale il terrore? E così lo strafottente a scuola, la figlia della vicina di casa che non mi saluta mai e sbatte le porte; ma allo stesso tempo il giovane silenzioso, quasi invisibile, di cui non c’è traccia nei ricordi di nessuno.
I ragazzi hanno bisogno degli adulti in prima persona, non dei nostri discorsi, e del nostro sdegno

Quando fai educativa di strada queste domande fanno sorridere, perché agganciano le nostre emozioni e si affacciano immagini di volti, nuovi amici, originali relazioni che si colorano riempiendosi di vita dal momento in cui incontri un giovane e gli fai capire che… per te è importante. Nei panni dell’educatore, in particolare in servizi di educativa di strada, devi interiorizzare un approccio che vede l’adulto andare verso un mondo di minori e giovani che, per essere compresi, accolti, indirizzati, necessitano di uno sforzo razionale ed emotivo. Ma a ben vedere l’impegno, l’applicazione razionale ed emotiva non sono peculiarità del mondo adulto? Viceversa assistiamo ad un mondo adulto “da salotto” che all’azione subita, alla quale spesso assiste da spettatore, agisce con l’emotività senza il filtro della razionalità. Da qui la difficoltà a far sostenere la frustrazione di un brutto voto, la fatica di accettare i propri figli per come sono e non per come vorresti che fossero. Come educatori di strada, assistendo agli ultimi fatti accaduti a Torino – e in specifico in P.zza Bodoni – ci siamo chiesti: cosa ci faceva un ragazzino adolescente in quel contesto, a quell’ora della notte? Chi si preoccupava di lui? Chi sono gli adulti che in qualche modo hanno permesso che i fatti accadessero? I rimedi? Spesso le idee semplici sono quelle di maggior successo, spesso ritornare a tempi passati produce innovazione. Come sono lontani i tempi dei giardinetti, dei cortili, dove i bambini e i ragazzi erano figli di tutti. Non era quella responsabilità condivisa e comunitaria?

Fa ancora più male sentire una madre in televisione dire: “quei ragazzini devono essere puniti” riferendosi a minori di età compresa tra gli 11 e i 14 anni. Involontario cogente esempio di adulti da salotto che divengono protagonisti, non già nella vita sociale e comunitaria del territorio, ma del salotto stesso. Ritornare in strada ad incontrare i nostri ragazzi vuol dire, all’opposto, tornare ad esercitare le responsabilità adulte e questo non può e non deve essere prerogativa degli educatori di strada, ma del mondo adulto nel suo complesso. Il vero problema di oggi, forse, non è capire cosa farne di questi bulli, ma scoprire che hanno una storia, un nome, delle ferite e dei desideri. “Giovanni: cosa sai fare bene?” “Niente. Lasciami stare.” Non dedicarsi a cercare spegne la vita. La creatività nello scoprire cosa possiamo fare, chi possiamo essere, invece, la riaccende. Nella vita ciascuno di noi deve potersi sperimentare per mettersi alla prova. Si può sperimentare nel bene. O nel male. L’identità di ciascuno si incardina nelle situazioni in cui usiamo la nostra forza per primeggiare, farci notare; così come si plasma anche attraverso lo sguardo amorevole di chi ci sprona a riprovare, a non mollare, chi asciuga le nostre lacrime nelle delusioni e festeggia per i nostri successi. Queste ultime occasioni dovrebbero avere il sapore del focolare, l’odore della mamma e del papà, delle coccole dei nonni. Ma non possiamo credere che sempre avvenga e che solo quello sia il luogo eletto.

E se le porte di casa si aprono allora ciascuno di noi è interpellato: se ha dato vita ad un figlio, se ha a cuore i giovani, se insegna, se è educatore, se è un nonno… se intesse relazioni con altre storie. Se abita questo mondo, che magari contesta, ma che può essere modificato solo con l’intervento di ciascuno: dai piccoli gesti possibili, non da ideali e lamentele. Ci sono parole e sguardi che danno vita, che restano. Come ci sono parole e silenzi che fanno morire.Se hai voglia di parlare di giovani e se desideri per loro delle occasioni di bene non puoi bluffare. Devi comprometterti, sporcarti le mani, devi perdere il sonno la notte, devi aver voglia di sentire la stanchezza, devi pensare di fallire con un dolore pari alla gioia di quando le soddisfazioni ti fanno scoppiare il cuore per la felicità. Te la senti? Altrimenti possiamo continuare a fare discussioni da salotto, ma… cambiando argomento. I ragazzi hanno bisogno di noi, in prima persona. Non dei nostri discorsi e del nostro sdegno. Hanno bisogno di ritrovare la strada, partendo da lì. Dal luogo in cui sono.

17/05: Saper Decidere: una carta vincente, incontro con Paola Pozzi di PRH Italia

Quale orientamento professionale prenderò? Devo riflettere o seguire ciò che mi attira? Al momento di scegliere, gli altri mi aiutano o mi complicano la vita? Quante volte ci siamo posti domande come queste: interrogativi le cui conseguenze possono pesare non poco. Scegliere è un’arte che si impara. È questa la sfida che la prof.ssa Paola Pozzi, formatore PRH Italia – Personalità e Relazioni Umane, lancerà ai giovani DB il 17 maggio, alle ore 20.30, alla Sala Giovani DB, in via ormea 4, a Torino, all’incontro “Saper Decidere: una carta vincente”. Durante la serata la formatrice proporrà qualche semplice esercizio e presenterà alcune testimonianze raccolte in un libro.

“Il nostro obiettivo – spiega Paola Pozzi, in linea con la filosofia PRH – è di liberare in ogni persona le ricchezze del suo essere e tutte le sue potenzialità, attraverso un metodo per prendere decisioni costruttive per la persona, ma che al contempo tiene conto anche degli altri.”

“Questo metodo, che richiede un tempo di riflessione e si svolge per fasi, è stato utilizzato con profitto da moltissime persone in tutto il mondo e ha contribuito a migliorarne la vita: aiuta, infatti, ad avanzare senza perdere tempo per sperimentare da subito maggiore serenità e più libertà nella vostra vita.”

 

 

10/05: Sindone: una provocazione all’intelligenza, incontro con Bruno Barberis

“Il caso Sindone sarà chiuso il giorno in cui avremo capito che cos’è esattamente e come si è formata l’immagine impressa sul lenzuolo. Il fatto che a oggi nessuno sia ancora riuscito a riprodurre un’impronta come quella della Sindone significa che c’è ancora molto da studiare.”

Lo afferma il prof. Bruno Barberis, uno dei massimi esperti scientifici del Telo custodito nel Duomo di Torino che interverrà, il prossimo 10 maggio, alle ore 20.30, in via straordinaria nel Salone Teatro dell’Istituto San Giovanni Evangelista, ingresso da Corso Vittorio Emanuele II, n° 11.

 

 

03/05: Stare bene con se stessi, confronto tra psicologia e spiritualità alla Sala DB

Conoscersi per stare in armonia con se stessi e con gli altri. È questa la prossima sfida che intende proporre la Sala Giovani DB con l’incontro “Stare bene con se stessi: confronto tra psicologia e spiritualità”, che il salesiano Don Gianni Ghiglione terrà giovedì 3 maggio, alle 20.30, in via Ormea 4, a Torino.

“Stare bene con se stessi – spiega Don Gianni – è la prima cosa di cui bisogna occuparsi per migliorare la qualità della vita, per stare in mezzo agli altri e per portare all’interno della propria esistenza una ricchezza preziosa e costante. Significa in mezzo a qualsiasi difficoltà trovare sempre un’opportunità, o almeno sforzarsi di farlo.”

“Il primo segreto – aggiunge il salesiano – è non lasciarsi vincere mai dalla frustrazione delle difficoltà, ma cogliere sempre le sfide e imparare che qualunque sterrato o altitudine porta sempre a paesaggi prodigiosi. A guardare le sconfitte anche come stimolo. Perché c’è una crepa in ogni cosa: ed è proprio da lì che entra la luce.