Notizie dalle Parrocchie: Natale – “Non temete!”

“Non temete!”
“Non temete: ecco vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi è nato per noi un Salvatore, che è Cristo Signore!” (Lc 2,10).
E’ il mio augurio per questo Natale strano, particolare. Un Natale segnato da una giusta prudenza, che ci deve animare per salvare dal Covid 19 il maggior numero di persone; ma al contempo reso più cupo dalla paura del futuro e dalla tristezza per la perdita di qualche persona cara. Augurio che è l’eco delle parole degli angeli ai pastori nella notte di Natale. Parole che annunciano una Presenza che da quell’ “oggi” di più di duemila anni fa, non ha più abbandonato l’umanità: il Figlio di Dio fatto uomo.
In primo luogo voglio sentirmi vicino con la preghiera, affidando a quella Presenza, a quel Bambino, chi è malato, chi sta piangendo un amico o un parente deceduto, chi fa fatica a sorridere, a credere e a sperare.
Ma soprattutto quel “Non temere” irrompa come un raggio di luce nelle fitte tenebre del mondo e fughi ogni paura! E’ una cosa terribile la paura, perché blocca le mani che non riescono più ad abbracciare, i piedi che non ardiscono più di camminare, gli occhi che non scorgono un orizzonte: “La paura, principio di ogni fuga, è il contrario della fede” (Ermes Ronchi).
Ma è il contrario anche della speranza, della carità, della fiducia nell’altro. La prudenza per evitare il contagio da Covid non può essere unita alla paura, ma al coraggio e alla forza di resistere all’impatto di questo momento difficile. Il Natale arriva per annunciarci una verità valida per ogni giorno dell’anno: “Oggi è nato per noi un Salvatore!”. E’ il motivo grande per non temere, perché questo Dio non ci fa fuggire dalla storia e dalla responsabilità, ma si “tuffa” nella nostra umanità, e ci invita ad andare oltre le nostre piccole visioni ristrette, ci rassicura che Dio è premuroso verso i suoi figli, tutti “amati dal Signore”, e ci fa incamminare su una strada che porta alla luce.
Maria, Giuseppe, Zaccaria e i pastori, tutti, dopo aver ricevuto quell’annuncio, e il Vangelo ce lo racconta, “si mettono in cammino”: Maria va incontro a sua cugina Elisabetta, Giuseppe va da Maria per prenderla come sposa, Zaccaria da sua moglie e la rende madre, i pastori vanno a Betlemme e
Venerdì 25 Dicembre 2020
adorano il Bambino avvolto in fasce, deposto in una mangiatoia.
Che sia proprio quel “Non temere!” a rimetterci in cammino.
Iniziamo con la preghiera. Ad un Dio che ci rassicura si dice “Grazie”; si dice: “Mi fido di te!”. Pregate, allora, in famiglia, da soli, amate quel silenzio riempito della presenza di Dio, e quel “Non temete!” invaderà pacificamente ogni angolo buio del cuore!
Curiamo e non abbandoniamo. Prendiamoci cura gli uni degli altri. Il “Non temere” che sentiamo da Dio, divenga come una “valanga d’amore” che travolge tutti con la carità. Curare le relazioni, curare chi è solo, curare chi non è curato!
Siamo prudenti e sentiamoci responsabili della salute degli altri. Evitare il contagio è un atto d’amore gradito a Dio e all’umanità.
Condividiamo, non tanto qualcosa, ma la vita, con i suoi pensieri, le sue risorse, i suoi slanci. E poi perché non pensare tra i regali da fare, anche un dono per una persona sola, povera, emarginata, magari anche sconosciuta? Proviamo a condividere! Diventiamo gli “artigiani della fiducia nel futuro”. E ci sentiremo più felici!
Proviamo a festeggiare un Natale 2020 più semplice e sobrio, e quindi più vero e più bello. Questo Natale inedito ci può aiutare a rileggere le nostre convinzioni e abitudini e anche a riconoscere tante cose a cui possiamo rinunciare. Da questo cambiamento potrà nascere il bene per la società, e sarà un po‘ come la nascita del Bambino a Natale, come l’inizio di una nuova storia.
Valgano per tutti noi le parole pronunciate da papa Francesco quest’anno nella solennità di Pentecoste: “Peggio di questa crisi c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi”.
A tutti voi auguro una festa di Natale piena di speranza con al centro il motivo di questa speranza: Gesù Cristo, il Figlio di Dio e il Figlio di una Madre terrena.
don Claudio

Natale

Dal vangelo secondo Luca (2,1-14)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria. Tutti andavano a farsi censire, ciascuno nella propria città. Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nàzaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide. Doveva farsi censire insieme a Maria, sua sposa, che era incinta. Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio. C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia». E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: «Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama».

 

Domenica 27

Dal vangelo secondo Luca ( forma breve 2,22.39-40)
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

 

 

Notizie dalle Parrocchie: 4° Domenica di Avvento – Per un natale speciale

Per un Natale speciale in tempo di Covid

Ci avviciniamo al Natale. Natale strano quest’anno. Tanti dubbi, tante preoccupazioni. Non solo come cristiani, ad iniziare dall’orario della Messa di mezzanotte, ma anche come persone. Cenone sì o cenone no, in sei o in dodici? Seconda casa sì o seconda casa no?
Tra tante incertezze almeno due certezze le abbiamo. Primo. Siamo in un momento particolare. Interesse di tutti noi è non abbassare la guardia per non ritrovarci al rientro dopo le feste con un nuovo picco di contagi, ricoveri e, purtroppo, anche di decessi. Secondo. Messa di mezzanotte sì oppure no? Il Natale possiamo comunque viverlo, e questo anche e soprattutto come cristiani. Proprio perché momento particolare potrebbe essere l’occasione per vivere un Natale diverso, un Natale speciale.
Provo a suggerire a me e a voi tre piccole indicazioni per fare di questo Natale, un Natale speciale.
Primo. Siamo stati tutti colpiti, fin dall’inizio, dall’impegno di medici e infermieri, che bardati con mascherine e tute, fin da subito si sono impegnati per curare e difendere la salute di tutti noi, mettendo a rischio spesso la loro stessa salute. Se ci pensiamo bene, a Natale celebriamo proprio questo. Gesù si è fatto uomo, sceso in mezzo a noi. Non ha avuto paura di sporcarsi le mani, è
Domenica 20 Dicembre 2020
diventato uno di noi per salvarci, per salvarci dal virus della paura, dell’egoismo, della chiusura in noi stessi. Natale significa in fondo accogliere Gesù che viene a salvarci. Proviamo a domandarci qual è la parte malata di noi per cui vogliamo chiedere a Gesù che viene, di curarci e salvarci.
Secondo. Natale è la festa più bella per chi ha qualcuno con cui possa festeggiarlo. Ecco perché per i poveri spesso non è la festa più bella, perché sono soli, senza nessuno con cui viverla. Ecco perché molti si impegnano ad aiutare i poveri a vivere il Natale in modo diverso. Pensiamo anche alla nostra stessa Caritas. Quest’anno tanti pranzi di Natale non si potranno fare, come altre iniziative che prevedevano il coinvolgimento degli stessi poveri. Ma non per questo dobbiamo dimenticare i poveri. Possiamo aiutarli in qualche modo. Un’ offerta, un pacco viveri. E’ il regalo in più che invitavo a mettere sotto l’albero che sicuramente non impoverisce noi, ma arricchisce qualcun altro. Non risolverà i suoi problemi, ma farà sentire anche a lui un po’ del calore che tutti noi vogliamo vivere in questi giorni, che è il calore di una famiglia in cui ci sentiamo accolti.
Terzo. I poveri non sono solo quelli che girano per le strade senza avere un tetto sotto cui dormire. Poveri siamo anche noi quando ci sentiamo soli, ci sentiamo tristi. E se qualcuno ci dà un gesto di vicinanza, di affetto, di comprensione, nella nostra sofferenza, questo ci dà sollievo.
Forse conosciamo persone che hanno perso persone care o altre che, vivendo da sole, quest’anno non hanno nemmeno quel qualcuno da cui recarsi per condividere quel pranzo o quella cena che diventava il loro Natale. Questo Natale può diventare l’occasione per farti sentire vicino. Una telefonata, un regalino. Un bigliettino scritto a mano. Un panettone con un biglietto scritto dai tuoi bambini. Un bicchiere d’acqua non costa nulla ma, se una persona è sola nel deserto,può salvarle la vita. A noi costa poco, ma un piccolo gesto di vicinanza può permettere ad una persona sola di vivere il Natale con un pizzico di sofferenza in meno e un pizzico di sorriso in più.
E poi, Covid o non Covid, sono cose che possiamo fare sempre e magari non soltanto a Natale.
don Claudio

Dal vangelo secondo Luca  (Lc 1,26-38)

In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te».
A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».
Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio».
Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

 

Orari celebrazioni Natalizie

Per rispettare le regole imposte dal governo italiano, in questa situazione pandemica, di mantenere il coprifuoco alle 22 anche la sera del 24 dicembre, si è dovuto variare  l’orario solito delle celebrazioni.

Pertanto l’orario delle celebrazioni nelle varie chiese, soprattutto per quanto riguarda quelle della vigilia, il 24 dicembre, ha dei cambiamenti (NB. Fare attenzioni alle S. Messe soppresse e l’orario di quella della notte!). Mentre per il giorno 25 dicembre, Natale del Signore, si seguirà l’orario festivo delle S. Messe

L’orario sarà, quindi, il seguente:

Notizie dalle Parrocchie:Andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto

 

Con questa domenica concludiamo le celebrazioni delle “Prime Comunioni” che hanno accompagnato le Messe di questo mese, e con esso concludo anche questo cammino di riscoperta dell’Eucaristia come “fonte viva” per la vita delle nostre famiglie. La consacrazione, la comunione. Il Signore che si offre per me, si fa cibo, “pane spezzato”, rende viva e attuale la sua offerta d’amore per me, il suo morire in croce, l’offrire la sua vita per amore. Si fa mangiare da noi per rendersi presente e vivo nella nostra vita. Il Signore che desidera entrare nella nostra vita, entrare nella nostra casa, per aiutarci ad amarci “da Dio” (cioè secondo l’amore autentico che è quello del Signore). Questo dovrebbe essere lo stile autentico di vivere in famiglia. Lo stile di una famiglia in cui ci si vuole bene, ci si ama. Il diventare, cioè, pane spezzato per l’altro, il farsi mangiare dall’altro. E’ il donarsi autenticamente agli altri che realizza l’amore autentico, e questo mettendo tutto il nostro sforzo nell’accoglierci, nel rispettarci, nell’ascoltarci e parlarci in modo sincero, nel servirci. Possiamo esprimere tutto questo così: “Volete sapere come ci ama Dio? Guardate una famiglia dove ci si vuole bene”. Da qui il compito affidato ad ogni famiglia, soprattutto ad una famiglia cristiana, compito che Giovanni Paolo II, nella “Familiaris Consorti”, riassume nella “missione di custodire, rivelare e comunicare l’amore”. “Custodire” l’amore tra di loro; “rivelare”, attraverso il loro amore, l’amore di Dio per noi; “comunicare”, cioè, donare amore agli altri. Ma Dio, in tutto questo, non rimane spettatore, si lascia coinvolgere se noi lo accogliamo in casa. Ci aiuta. “Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20), leggiamo nell’Apocalisse. Apriamogli allora le porte del nostro cuore, delle nostre case. Il grazie. Dopo la Comunione è il momento del ringraziamento, del dire grazie a Dio per il dono ricevuto. È dire grazie a Dio che entra nella mia vita con tutto se stesso, che vuole essere presente “in”, “per”, “con” me. La parola Eucaristia significa proprio questo: ringraziamento, rendimento di grazie! Significa ringraziare con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutto il proprio essere. Così dovrebbe essere in famiglia: saper dire “grazie”. E dire grazie è riconoscere che gli altri membri della famiglia sono un dono per me! E’ non dare tutto per scontato, tutto per dovuto. La missione. La Messa termina con il saluto del sacerdote. “La Messa è finita andate in pace”, “andate e portate a tutti la gioia del Signore risorto” (uno dei saluti di congedo più belli). “Andate e portate” vuol dire che siamo chiamati a portare con noi a casa, in famiglia, al lavoro, nella società, ciò che abbiamo vissuto nella celebrazione della Messa. Si tratta quindi di testimoniare, annunciare, vivere nel quotidiano i vari momenti della celebrazione eucaristica: essere capaci di accoglienza, sempre disponibili al perdono, aperti all’ascolto e al dialogo, pronti al dono di sé. Uscire da ogni Messa, cioè, trasformati dall’accoglienza divina e in comunione con Dio e con i fratelli e le sorelle, per essere testimoni gioiosi del Vangelo nel mondo. Aiutiamoci, allora, a far sì che ogni celebrazione eucaristica diventi “fonte viva” non solo per ognuno di noi ma anche per la vita delle nostre famiglie. don Claudio

Conoscere Gesù insieme, incontrarlo nella gioia. CATECHISMO 2020-2021

VUOI CON TUO/A FIGLIO/A

un percorso di catechesi nella nostra parrocchia ?

Negli anni precedenti abbiamo sempre aperto gli oratori agli incontri di catechismo con un preciso calendario, dal lunedì al venerdì, dal 1° al 5° anno aperto a ragazzini dai 6-7 anni agli 11-12. e un incontro mensile libero, per adulti .

La situazione attuale ci ha condotti a ripensare e riformulare diverse ipotesi che valuteremo con voi.

Per decidere con voi chi , dove, quando e come  condurre e accompagnarci in questi incontri, abbiamo bisogno di sapere quanti sono i bambini / ragazzi , famiglie che desiderano dichiararsi desiderosi di seguire il cammino da noi.

Pertanto vi chiediamo di compilare il modulo che troverete al seguente link

https://donboscosansalvario.it/portfolio-articoli/attivita-catechesi-ed-iniziazione-cristiana/

(una forma di “pre-iscrizione”) e che troverete anche in cartaceo sugli espositori alle fondo alle chiesa e riconsegnarcelo quanto prima possibile via e-mail, whatsapp, o consegnato a mano ad una catechista o al parroco.

                          GRAZIE A VOI  TUTTI  e  a presto  !    Don Claudio

Catechesi: come ricominciare?

Lunedì 7 settembre 2020 il nostro Arcivescovo, mons. Cesare Nosiglia, ha inviato ai parroci, ai catechisti e alle famiglie due lettere con indicazioni importanti per ricominciare la catechesi in parrocchia con tutti coloro che iniziano o proseguono il loro percorso di Iniziazione alla vita cristiana, nei modi adatti alla situazione pandemica e alle sue incertezze. Trovate qui il testo inviato alle famiglie.

 

Cari genitori,desidero raggiungervi in questo tempo particolare per manifestarvi la mia vicinanza e la mia preghiera: è un periodo complesso e delicato che segna profondamente le nostre vite. Anche la comunità cristiana è stata obbligata a rivedere la programmazione pastorale, i calendari e le possibilità di incontro. Vorremmo ricominciare, nei modi adatti a questa situazione e alle sue incertezze, la catechesi in parrocchia con tutti coloro che iniziano o proseguono il loro percorso di iniziazione alla vita cristiana. Per questo vi invito ad avviare o continuare il dialogo con i catechisti e i preti delle vostre parrocchie, magari coinvolgendo anche padrini e madrine, per pensare insieme come e quando riprendere. In particolare, per i genitori dei ragazzi che attendono di celebrare uno dei sacramenti dell’iniziazione –la (prima) partecipazione all’Eucaristia, la Cresima – o la Riconciliazione e non hanno potuto farlo nel Tempo di Pasqua a causa della pandemia, sarà l’occasione per progettare i tempi e i modi del cammino verso la celebrazione e dell’accompagnamento dopo la festa. I sacramenti potranno essere celebrati tra settembre e dicembre 2020, a piccoli gruppi di ragazzi con le loro famiglie e la comunità riunita. Poiché è nel cuore della comunità che si vive e si testimonia l’unione nella fede e nell’amore, vi invito ad accogliere, con gioia e responsabilità, la proposta di partecipare, insieme con i vostri figli, alla proposta degli incontri e alla messa domenicale. È questa comunità, di cui siete parte, che insieme a voi, ai ragazzi e ai catechisti preparerà al meglio la celebrazione dei sacramenti: partecipando attivamente con canti e preghiere e testimoniando la gioia di accogliere il dono che Dio, in essi, fa alla Chiesa. Per i bambini e i ragazzi che iniziano quest’anno, o riprendono il cammino già avviato negli anni scorsi, e per le loro famiglie, suggerisco di iniziare a incontrarsi in parrocchia in Avvento. I mesi compresi tra settembre e novembre non saranno una “pausa”. Valorizzeremo questo tempo per prepararci al meglio: i catechisti dedicheranno tempo alla formazione e insieme –famiglie, catechisti e comunità tutta – ci incontreremo per continuare a conoscerci e “mantenere i contatti” e per condividere la vita cristiana nella quale desideriamo che i nostri ragazzi crescano. Cari genitori, è attraverso di voi che il Signore rivela ai vostri figli la sua presenza e la sua amicizia. Ciò che i ragazzi vivono in famiglia ha un valore prezioso ed unico per la scoperta e la crescita nella fede. Gesti, atteggiamenti, parole e insegnamenti di vita quotidiana, semplici momenti di preghiera vissuti insieme in casa, la cura delle relazioni e del tempo condiviso sono una palestra di comunione, di fraternità, dei servizio e di perdono che vale molto più di ogni pur necessario insegnamento da parte dei catechisti e dei preti. Vi ringrazio di cuore e invito voi e i vostri figli ad accogliere queste mie indicazioni, preparando con fede e riconoscenza le celebrazioni dei sacramenti e il tempo dell’Avvento. Il tempo di grazia che viviamo in questi mesi ci aiuti a esprimere la nostra riconoscenza al Signore, testimoniando a tutti, fiducia e speranza. Vi benedico di cuore.

Cesare vescovo, padre e amico

Spunti per la Domenica

Carissimi,

in questo tempo difficile, anomalo e incerto, vi pensiamo  e desideriamo vivere ripartendo dalla Buona Notizia:

non siamo soli  , il Signore Risorto cammina con noi , sempre e

proprio ora  possiamo riconoscere la Sua Presenza in tante persone e  gesti .

 La catechesi è fatta di carità ,  preghiera , annuncio

 CARITA’:

per donare o per ricevere…senza vergogna o paura…mettiti in contatto con la Parrocchia

 PREGHIERA E ANNUNCIO :

VI OFFRIAMO uno spunto per  questa domenica  che trovate in versione docx o pdf  , cliccando su questo link:

https://www.diocesi.torino.it/catechistico/wd-appuntamenti/e-dopo-pasqua-suggerimenti-per-la-catechesi-in-casa/

Auguri di buona Pasqua dalla Comunità di San Salvario

Buona Pasqua dalla comunità salesiana di San Salvario

E' Pasqua. La vita rinasce! Buona Pasqua da tutta la comunità di San Salvario!

Publiée par Santi Pietro e Paolo – Torino sur Vendredi 10 avril 2020

Non ci siamo dimenticati di voi. Anzi!
Soprattutto in questi giorni di isolamento forzato!
In questi giorni in cui è importante “restare a casa”:
In questi giorni in cui più lontano stiamo, meglio stiamo.
Proprio in questi giorni noi pensiamo a voi.
Proprio in questi giorni noi pensiamo per voi!
Proprio in questi giorni progettiamo per voi!
Ma soprattutto vi sentiamo vicini, vicini, vicini.
Perchè?
Perchè è Pasqua!
E Pasqua è la festa della vita che non muore.
Pasqua è la vita che risorge.
Pasqua è sapere che l’ultima parola non ce l’ha nemmeno il coronavirus.
Allora auguri di Buona Pasqua.
Buona Pasqua a voi famiglie, la luce del Risorto doni serenità e fiducia per il futuro.
Buona Pasqua a voi giovani, la vita che vince la morte grazie a Gesù, vi faccia sognare cose grandi per il vostro futuro.
Buona Pasqua a voi ragazzi, la vostra gioia e voglia di vivere sia contagiosa per tutti noi.
Buona Pasqua anche a chi sta soffrendo per malattia, solitudine, per la perdita di una persona cara. Perchè l’ultima parola non è della morte, della tristezza ma è della vita, è della gioia.
Buona Pasqua a tutti voi,
o meglio a tutti noi!
Il Risorto aiuti anche il nostro stare insieme a San Salvario, a risorgere a vita nuova,
più forti, più gioiosi, più entusiasti.
E’ Pasqua. La vita rinasce!
Buona Pasqua.

#restoacasaconTE – 3° Puntata

 Carissimi , 
è la prima volta nella  vita  di tutti noi, credo, che non si celebri, nelle chiese e nelle strade, la Domenica delle Palme , che non entri nelle nostre case quel ramo di ulivo, segno di benedizione per tutti noi.
 
Questa, però, può essere l’occasione in cui voi  potete dare anche solo un segno di questa giornata particolare, (l’ascolto di un racconto, un disegno, un gesto, un canto, una preghiera, una “creazione” manuale) , attraverso un’esperienza vissuta,  che certamente rimarrà impressa nella memoria  in questo tempo singolare, entrando così insieme ai vostri figli nel mondo della fede .
 
 Vi offriamo qui tanti spunti diversi :

https://www.diocesi.torino.it/catechistico/?post_type=wd-appuntamenti&p=2090&preview=true

(trovate Resto a casa con Te , sia in formato pdf, sia in formato Word )

 
 Con don Claudio e don Mario, e catechisti tutti , 
teniamoci uniti nella Speranza e nella fiducia !

FDM: che la sfida continui!

Visto che l’emergenza sanitaria si sta prolungando e la noia rischia di invaderci sempre di più, gli Animatori del gruppo FDM hanno deciso di ricominciare a giocare, riflettere, fare gruppo a distanza insieme ai ragazzi, coinvolgendo anche i genitori. Continueremo a stare insieme con delle sfide settimanali che contribuiranno a far avanzare le classifiche per le quali i ragazzi stavano già competendo prima di questo periodo di isolamento:
BEATI QUELLI CHE…
1) Ci stanno! Vince chi partecipa di più, mettendoci la faccia e il cuore…
2) Giocano! Vince chi fa più punti nei giochi proposti…
3) Camminano! Vince dimostra di fare più “passi”  di crescita…
Ed ecco qua la PRIMA SFIDA che lanciamo ai ragazzi per questa prima settimana e che contribuirà alla classifica BEATI QUELLI CHE… Ci stanno!
Prima di questo stop forzato stavamo iniziando a fare un murales nella nostra stanza, il cosiddetto JoyWall. Se siete ragazzi che “ci stanno” provate a fare un disegno di voi stessi o di qualcosa che vi rappresenta e verrà inserito in una bolla del murales. Così come hanno già fatto due membri illustri del gruppo, due fondatori diciamo (Gesù e Don Bosco)! Potete accompagnarlo con una frase oppure se siete coraggiosi con un video di risposta a quello degli animatori (magari raccontandoci un modo originale con cui trascorrete questo periodo di isolamento…). Quando torneremo in oratorio ovviamente il murales da digitale diventerà reale!
Stay On-line!

FDM: che la sfida continui!

FDM: che la sfida continui!BEATI QUELLI CHE…1) Ci stanno! 2) Giocano!3) Camminano!Per saperne di più visita il sito Don Bosco San Salvario

Publiée par Santi Pietro e Paolo – Torino sur Mercredi 1 avril 2020