Notizie dalle Parrocchie: Catechesi come ritorno all’essenziale
Catechesi come ritorno all’essenziale.
La situazione attuale ha fatto traballare il modo abituale di vivere. Tamponi, mascherine, lockdown, coprifuoco. Giorni di giallo, arancione, rosso. La vita che ci gira intorno è stata totalmente minata dal Covid. Ha tarpato la vita sociale, le relazioni, gli incontri. Anzi, ci sta distruggendo “dentro,” perché ogni piccolo malessere diventa sospetto di Covid.
Ma la pandemia sta mettendo in crisi anche il nostro modo di vivere la fede. Lo stesso celebrare insieme è cambiato. Il numero di persone diminuito, la paura del contagio che fa preferire le celebrazioni attraverso i mezzi di comunicazione di massa piuttosto che quelle in presenza, le norme da osservare e le precauzioni per il distanziamento. Le stesse attenzioni che devono avere i sacerdoti e i vari animatori liturgici. Il rischio è la rassegnazione, lo scoraggiamento.
Lo stesso pericolo si scorge anche negli altri ambiti della vita pastorale. In primis la Catechesi. Il rischio è la rassegnazione e dire: “rinviamo!”. Rinviamo i sacramenti a tempi migliori, rinviamo il catechismo alla fine della pandemia. Aspettiamo e rinviamo. Come se il Signore lo si rinchiudesse in una sala di attesa attendendo di poter riaprire la porta della nostra casa; come se del suo amore, della sua forza, della sua presenza, ne potessimo fare a meno.
Come fare? E’ l’interrogativo che la Chiesa si è posta, è la domanda che anche noi, chiesa di San Salvario, ci siamo posti.
In primo luogo, come cristiani occorre stare in questa incertezza con stile positivo, con speranza. Si è scelta, quindi, la dinamica del discernimento, per leggere, capire e dare risposte alle sfide del tempo presente. In tutto questo un invito è risuonato forte: “occorre cercare l’essenziale, ripartire dall’essenziale”. Non possiamo più fare le cose che facevamo prima (spesso anche in modo superficiale o come onda lunga in cui tutti ci lasciavamo trascinare), ma dobbiamo veramente riscoprire e mettere alla base quello che è fondante. Anche nel modo di vivere il nostro Battesimo e, soprattutto, nel modo di fare catechesi, per cercare l’essenziale da custodire e da mantenere.
E essenziale è la famiglia, sono i genitori, i nonni. Sono loro i veri protagonisti del catechismo, non il parroco, i catechisti. Troppo spesso il nostro modo abituale di vivere la catechesi aveva fatto supporre a sacerdoti e catechisti, che fossero loro a dover fare tutto e dare tutto (soprattutto informazioni, nozioni) e, ai genitori, che bastava iscrivere e “portare” a catechismo i propri figli, quando si poteva, per aver risolto tutto e avere in premio, di conseguenza, i sacramenti.
L’attuale situazione ci ha fatto riscoprire il ruolo insostituibile e fondante della famiglia, la fede non si appiccica addosso, anche dai migliori catechisti, ma si vive, si celebra, in primo luogo, in famiglia, valorizzando quanto già si vive in casa.
Essenziale, quindi, è vivere e celebrare anche in casa quanto la Chiesa vive e celebra insieme come comunità, ad iniziare dall’anno liturgico con i suoi vari momenti.
Si è iniziato invitando le famiglie a vivere insieme il cammino di Avvento. Le famiglie stesse hanno raccontato e vissuto con i figli il tempo dell’attesa, il Natale del Signore come parte viva della loro e nostra vita, costruendo le corone, accendendo quelle candele di fuoco o di colore del fuoco, allestendo il presepe, cantando per voce di bambino o insieme il significato, la bellezza del Natale. Segni, gesti, parole, con cui proprio ogni famiglia ha aperto la porta al Signore nelle proprie case, con semplicità, col sapore della quotidianità e dell’eccezionalità dell’evento al tempo stesso.
E a noi, comunità tutta, è stata data testimonianza tracciata attraverso foto, disegni, video e messaggi via whatsapp o e-mail , in parte raccolti ed esposti nella nostra casa comune, la chiesa.
Adesso siamo chiamati a vivere il tempo ordinario che è iniziato con il battesimo di Gesù, per riscoprire il nostro e sentirci chiamati a camminare con il Signore durante quest’anno.
Tra un mese inizieremo il tempo di Quaresima per sperimentare e accogliere l’offerta di amore che arriva a dare la vita per noi, del Signore Gesù, per riscoprire che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, nell’offrire che nel pretendere.
Questo non fa venir meno il bisogno di incontrarci, dello stare insieme, che fonda il nostro essere Chiesa, comunità. Ecco la proposta, per chi desidera, rispettando tutte le norme e scelte e non lasciando indietro nessuno, di riprendere anche gli incontri in presenza.
Abbiamo iniziato questa settimana incontrandoci in chiesa. Ogni giorno un gruppo. La risposta è stata molto bella e rivela bisogno di incontrarsi, di stare insieme, di vivere insieme anche la nostra fede, sentendoci chiesa e comunità anche con chi non ha potuto o scelto di esserci. Per qualcuno forse sono briciole, ma io credo che questo sia quei cinque pani e due pesci di cui il Signore ha bisogno per compiere il miracolo di sfamare una moltitudine che, oggi, è il nostro essere chiesa, famiglia di famiglie che insieme vivono la loro fede con al centro il Signore, non più solo ospite in un edificio che è la parrocchia, le nostre chiese, ma nelle nostre case, nella nostra comunità, nel vie del nostro quartiere.
Don Claudio
Dal vangelo secondo Mc (1,14-20)
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». |
Festa di San Giovanni Bosco
domenica 31 gennaio.
Abbiamo sottolineato il mese di don Bosco rilanciando alcune attività dedicate ai ragazzi, come il catechismo, il gruppo dei chierichetti e il coretto dei bambini. In un incontro on-line tenutosi la scorsa settimana, salesiani, educatori, allenatori, catechisti e collaboratori hanno riflettuto sul significato di essere comunità educante secondo il carisma del fondatore.
La solennità di don Bosco, il 31 gennaio, sarà evidenziata con una particolare cura delle celebrazioni eucaristiche.
A San Giovannino le Messe di orario (10.30 e 18.00) raccoglieranno i fedeli nella chiesa voluta e costruita proprio da don Bosco. Nella chiesa parrocchiale di Santi Pietro e Paolo saranno sottolineate in particolare due Ss. Messe: quella delle 10 per le famiglie, e quella delle 11.30 per ragazzi, giovani ed educatori.
Ma anche in tutte le altre celebrazione si sottolineerà la festa.
Il 25 gennaio, durante la Novena di don Bosco, don Claudio, a nome di tutta la Comunità di San Salvario, presiederà la S. Messa delle ore 9.00 nella Basilica di Maria Ausiliatrice. E’ possibile, per chi lo desidera, la partecipazione (fate sapere chi fosse interessato). Sarà l’occasione per affidare tutta la nostra comunità all’intercessione e protezione di don Bosco. Sarà possibile seguire la celebrazione in diretta grazie all’emittente televisiva Rete 7 e sulla Pagina Facebook della Basilica “Il cortile di Valdocco” (lo stesso per tutte le altre celebrazioni del 31 gennaio)
31 gennaio – Celebrazioni a Maria Ausiliatrice (Valdocco)
Per tutte le informazioni visitare il sito: https://basilicamariaausiliatrice.it/festa-di-san-giovanni-bosco-verso-il-31-gennaio-2021
24 gennaio – Festa di San Francesco di Sales
Alcuni libri, scritti dal salesiano don Gianni Ghiglione, che possono aiutare a scoprire e approfondire la vita e spiritualità di questo santo ancora così attuale e vicino a noi:
* San Francesco di Sales: breve vita
* Un anno con san Francesco di Sales: 365 pensieri
* La spiritualità di San Francesco di Sales (vol. I° e vol. II°)
* Don Bosco fu un verso Salesiano? Confronto tra Francesco di Sales e don Bosco
Li potete trovare e/o acquistare in chiesa (o chiedere in sacrestia o in segreteria)