Notizie dalle Parrocchie: Sognare con don Bosco

Sognare con don Bosco.

Uno dei video utilizzati per raccontare don Bosco, che festeggiamo questa domenica, è un filmato dal titolo: “Giovanni, il ragazzo del sogno”.  Definisce bene don Bosco, un uomo che fin da ragazzo aveva un sogno. In particolare un sogno fatto a nove anni che lo accompagnerà per tutta la vita. Lui stesso scrive, all’inizio delle Memorie dell’Oratorio in cui racconta l’inizio della sua opera: “tuttavia non mi fu mai possibile togliermi quel sogno dalla mente“. Era il capitale più prezioso che aveva, un sogno, un sogno da realizzare, e per questo ha speso tutte le sue energie.

E oggi lo direbbe anche a noi (personalmente, ma anche come comunità): “Realizza il tuo sogno!”. Cioè: “Vuoi una vita qualunque o vuoi cambiare il mondo?”. Domanda da porsi ogni giorno: “oggi mi accontento o voglio realizzare qualcosa di grande?”. Perché avere un sogno significa dare un senso, una direzione, alla propria vita; significa non accontentarsi; significa chiedersi :”cosa è realmente importante per me?”

E don Bosco si è dato una risposta: “trasformare quei lupi del sogno (ragazzi che si picchiavano, bestemmiavano) in agnelli”. E’ diventata convinzione. I giovani, scrive infatti, “su cui si fondano le speranze di un felice avvenire, hanno veramente bisogno di una mano benefica, che si prenda cura di loro, li coltivi, li guidi”, di qualcuno che li aiuti a diventare “buoni cristiani ed onesti cittadini”. Era quasi un ritornello per lui. Ecco perché quel sogno è diventato missione, un magnifico compito da portare a termine.

E chi ha un sogno non butta via niente. Fin da piccolo, don Bosco è una “spugna”che assorbe e impara da tutti: il latino dal vecchio parroco, i giochi di prestigio dai giocolieri delle fiere, ripete pronomi e verbi mentre zappa, impara la musica, a cucire e confezionare giubbotti, pantaloni e panciotti da un sarto, la santità dall’amico Comollo, impara a confezionare dolci e liquori.

Inoltre chi ha un sogno grande non lo può tenere per sé. E don Bosco fa così.  Lo racconta! Lo condivide.  Comunica le sue idee con tale forza da convincere ragazzi e investitori a sostenere la sua visione e accompagnarlo nel viaggio.

E lo dice anche a noi: “Se non avete un sogno, che ci fate qui?”.

Nel sogno di don Bosco Gesù e Maria lo prendono per mano. Lui non lascerà mai quelle mani. Si affiderà a Maria, avrà una fede incrollabile nel Signore. Diventano la sua forza, la sua energia, anche davanti alle difficoltà che sembrano insormontabili.

Ecco perché senza tanti fronzoli, senza mistiche e cervellotiche evoluzioni, nella semplicità del quotidiano don Bosco viveva in compagnia di Dio e di Maria.

E oggi lo dice anche a noi, anche in questo momento tragico della pandemia, continuate a sognare e a confidare nel Signore e affidarvi a Maria. Perché, se il Signore e Maria lo vorranno, il vostro sogno si realizzerà, anche oggi, anche qui a San Salvario!

Da qui nasce il suo ottimismo, la sua forza.

Allora forza, ripeterebbe, realizzate il vostro sogno, mantenete viva la speranza, anche e soprattutto in questo momento di pandemia, perché come scrive il Rettor Maggiore (superiore di tutti i salesiani) nella Strenna per il 2021 (messaggio augurale e programmatico per l’anno), “Mossi dalla speranza: ‘Ecco, io faccio nuove tutte le cose’ (Ap 21,5)”, il Signore farà grandi cose per noi a partire anche e specialmente da questo periodo. Ma soprattutto non abbandonate le mani di Gesù e Maria e “siate entusiasti, vivete la vita come una festa e la fede come felicità”.

Infine ripeterebbe anche a noi quello che disse un mese prima della sua morte, raccogliendo le poche forze che aveva, a don Rua e monsignor Cagliero , due dei figli più cari:  “Vogliatevi tutti bene come fratelli; amatevi, aiutatevi e sopportatevi a vicenda come fratelli.” Più tardi, con un filo di voce, aggiunse ancora: “Promettetemi di amarvi come fratelli“.

Don Claudio

Dal vangelo secondo Mt (1,14-20)

In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo:

«Chi è dunque il più grande nel regno dei cieli?».

Allora Gesù chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me.

Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino e fosse gettato negli abissi del mare.

Guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

Festa di San Giovanni Bosco domenica 31 gennaio.

Nonostante le precauzioni e le restrizioni, la festa di Don bosco si farà!

I giovani dell’oratorio si sono preparati a festeggiare il santo dei giovani tramite delle sfide (dando vita alla “DB challenge”) per mettere in gioco i propri talenti come ha fatto lui per gli altri.

          Il giorno della festa, domenica 31 gennaio,

sarà evidenziata con una particolare cura delle celebrazioni eucaristiche.

A San Giovannino le Messe di orario (10.30 e 18.00) raccoglieranno i fedeli nella chiesa voluta e costruita proprio da don Bosco; in particolare la Messa delle ore 10.30 sarà animata dagli Universitari che risiedono nel Collegio Universitario. Nella chiesa parrocchiale di Santi Pietro e Paolo saranno sottolineate in particolare due Ss. Messe: quella delle 10 per le famiglie, e quella delle 11.30 per ragazzi, giovani ed educatori e sarà animata dai giovani e dal nuovo coretto dei bambini.

Ma anche in tutte le altre celebrazione si sottolineerà la festa.

Non si ferma quindi la gioia e l’affetto per il nostro santo, padre, maestro e amico dei giovani.

31 gennaio – Celebrazioni a Maria Ausiliatrice (Valdocco)

Sarà possibile seguire tutte le celebrazioni in diretta grazie all’emittente televisiva Rete 7 (canale 12 del Digitale Terrestre) e sulla Pagina Facebook della Basilica  “Il cortile di Valdocco” .

Per tutte le informazioni visitare il sito:

https://basilicamariaausiliatrice.it/festa-di-san-giovanni-bosco-verso-il-31-gennaio-2021

Inoltre:

ore 10.55 su Rai Uno dalla basilica del Sacro Cuore di Gesù a Roma sarà trasmessa la Celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal Rettor Maggiore dei salesiani, don Ángel Fernández Artime.

Terzo incontro del percorso Community Lab – San Luigi TO

Nella serata del 18 gennaio, tramite un collegamento online, si è svolto il terzo incontro del percorso di Community Lab, condotto dal team di Generazione Oratori presso l’Istituto salesiano San Luigi di Torino.

Tramite le parole di Erika Castagneri, educatrice dell’housing SSPP e referente in Labs to Learn per questa azione di progetto, raccontiamo l’appuntamento:

Lunedì 18 gennaio si è svolto il terzo incontro delle CEP, ovvero della comunità educativa pastorale, anche in questo incontro siamo stati accompagnati nelle riflessioni dall’impresa sociale On del progetto Generazione Oratori (GO).
All’incontro abbiamo partecipato in 22, c’erano tutte le rappresentanze della nostra grande comunità, l’appuntamento si è svolto come sempre online, certamente è diverso rispetto al vedersi in presenza ma almeno riusciamo ad incontrarci in maniera alternativa.
Il nostro appuntamento questa volta si è aperto con la seguente riflessione: “ Racconta un episodio in cui senti di aver educato qualcuno”, queste domande ci portano a scavare nelle nostre esperienze e risulta sempre un momento molto interessante la condivisione.

Lunedì abbiamo poi fatto un’interessante analisi SWOT sulla nostra comunità analizzando punti di forza e di debolezza interni e le opportunità e le minacce esterne. Tra i punti di forza abbiamo trovato l’essere una seconda casa ed il sentirsi come in una grande famiglia rispettando gli spazi altrui nonostante le difficoltà sia del momento che di collaborazione, è stato visto come un importante punto di forza la professionalità degli educatori affiancati dal lavoro dei volontari ma anche la compresenza tra figure laiche e religiose e come esse osservino e siano radicate sul territorio.

Nei punti di debolezza si è osservato come al contempo l’essere una così ampia comunità porta al rischio di una frammentazione settoriale nel proprio ramo di azione perdendo così di vista la comunità nel suo insieme, un’altra analisi che è stata fatta è inerente ai componenti
della comunità educante che con il passare del tempo varia la sua composizione dovendo così ritrovare un nuovo equilibrio. Analizzando le opportunità esterne ci siamo resi conto come il contesto multietnico nel quale la comunità è nata e si è inserita ci porti ad essere non solo vicini agli ultimi ma proprio questi ci permettono di osservare i cambiamenti dei vari bisogni del territorio che vengono portati in dialogo ed in condivisione con le realtà presenti nel quartiere, a livello locale e nazionale.

Infine l’ultima analisi relativa alle minacce esterne ha portato alla luce come il quartiere sia in rapida evoluzione e le risorse ricercate attraverso la partecipazione a bandi che mettono a disposizione finanziamenti non sempre riescono a soddisfare il fabbisogno educativo e di intervento necessario al territorio stesso, complice di tutto ciò vi è la cultura individualista che ormai si è radicata all’interno della nostra società. L’ultimo appuntamento con ​il percorso per la comunità insieme a GO sarà mirato a concretizzare la presenza di una comunità educante in quanto tale sul nostro territorio sentendoci non più come una parte del tutto ma come un insieme forse è proprio da lì che si deve ricominciare.

Erika Castagneri, educatrice dell’housing Santissimi Pietro e Paolo

Notizie dalle Parrocchie: Catechesi come ritorno all’essenziale

Catechesi come ritorno all’essenziale.

La situazione attuale ha fatto traballare il modo abituale di vivere. Tamponi, mascherine, lockdown, coprifuoco. Giorni di giallo, arancione, rosso. La vita che ci gira intorno è stata totalmente minata dal Covid. Ha tarpato la vita sociale, le relazioni, gli incontri. Anzi, ci sta distruggendo “dentro,” perché ogni piccolo malessere diventa sospetto di Covid.

Ma la pandemia sta mettendo in crisi anche il nostro modo di vivere la fede. Lo stesso celebrare insieme è cambiato. Il numero di persone diminuito, la paura del contagio che fa preferire le celebrazioni attraverso i mezzi di comunicazione di massa piuttosto che quelle in presenza, le norme da osservare e le precauzioni per il distanziamento. Le stesse attenzioni che devono avere i sacerdoti e i vari animatori liturgici. Il rischio è la rassegnazione, lo scoraggiamento.

Lo stesso pericolo si scorge anche negli altri ambiti della vita pastorale. In primis la Catechesi. Il rischio è la rassegnazione e dire: “rinviamo!”. Rinviamo i sacramenti a tempi migliori, rinviamo il catechismo alla fine della pandemia. Aspettiamo e rinviamo. Come se il Signore lo si rinchiudesse in una sala di attesa attendendo di poter riaprire la porta della nostra casa; come se del suo amore, della sua forza, della sua presenza, ne potessimo fare a meno.

Come fare? E’ l’interrogativo che la Chiesa si è posta, è la domanda che anche noi, chiesa di San Salvario, ci siamo posti.

In primo luogo, come cristiani occorre stare in questa incertezza con stile positivo, con speranza. Si è scelta, quindi,  la dinamica del discernimento, per leggere, capire e dare risposte alle sfide del tempo presente. In tutto questo un invito è risuonato forte: “occorre cercare l’essenziale, ripartire dall’essenziale”. Non possiamo più fare le cose che facevamo prima (spesso anche in modo superficiale o come onda lunga in cui tutti ci lasciavamo trascinare), ma dobbiamo veramente riscoprire e mettere alla base quello che è fondante. Anche nel modo di vivere il nostro Battesimo e, soprattutto, nel modo di fare catechesi, per cercare l’essenziale da custodire e da mantenere.

E essenziale è la famiglia, sono i genitori, i nonni. Sono loro i veri protagonisti del catechismo, non il parroco, i catechisti. Troppo spesso il nostro modo abituale di vivere la catechesi  aveva fatto supporre a sacerdoti e catechisti, che fossero loro a dover fare tutto e dare tutto (soprattutto informazioni, nozioni) e, ai genitori, che bastava iscrivere e “portare” a catechismo i propri figli, quando si poteva, per aver risolto tutto e avere in premio, di conseguenza, i sacramenti.
L’attuale situazione ci ha fatto riscoprire il ruolo insostituibile e fondante della famiglia, la fede non si appiccica addosso, anche dai migliori catechisti, ma si vive, si celebra, in primo luogo, in famiglia,  valorizzando quanto già si vive in casa.

Essenziale, quindi, è vivere e celebrare anche in casa quanto la Chiesa vive e celebra insieme come comunità, ad iniziare dall’anno liturgico con i suoi vari momenti.

Si è iniziato invitando le famiglie a vivere insieme il cammino di Avvento. Le famiglie stesse hanno raccontato e vissuto con i figli il tempo dell’attesa, il Natale del Signore come parte viva della loro e nostra vita, costruendo le corone, accendendo quelle candele di fuoco o di colore del  fuoco, allestendo il presepe, cantando per voce di bambino o insieme il significato, la bellezza del  Natale. Segni, gesti, parole, con cui proprio ogni famiglia ha aperto la porta al Signore nelle proprie case, con semplicità, col sapore della quotidianità e dell’eccezionalità dell’evento al tempo stesso.
E a noi, comunità tutta, è stata data testimonianza tracciata attraverso foto, disegni, video e messaggi via whatsapp o e-mail , in  parte raccolti ed esposti nella nostra casa comune, la chiesa.

Adesso siamo chiamati a vivere il tempo ordinario che è iniziato con il battesimo di Gesù, per riscoprire il nostro e sentirci chiamati a camminare con il Signore durante quest’anno.

Tra un mese inizieremo il tempo di Quaresima per sperimentare e accogliere l’offerta di amore che arriva a dare la vita per noi, del Signore Gesù, per riscoprire che c’è più gioia nel dare che nel ricevere, nell’offrire che nel pretendere.

Questo non fa venir meno il bisogno di incontrarci, dello stare insieme, che fonda il nostro essere Chiesa, comunità. Ecco la proposta, per chi desidera, rispettando tutte le norme e scelte e non lasciando indietro nessuno, di riprendere anche gli incontri in presenza.

Abbiamo iniziato questa settimana incontrandoci in chiesa. Ogni giorno un gruppo. La risposta è stata molto bella e rivela bisogno di incontrarsi, di stare insieme, di vivere insieme anche la nostra fede, sentendoci chiesa e comunità anche con chi non ha potuto o scelto di esserci. Per qualcuno forse sono briciole, ma io credo che questo sia quei cinque pani e due pesci di cui  il Signore ha bisogno per compiere il miracolo di sfamare una moltitudine che, oggi, è il nostro essere chiesa, famiglia di famiglie che insieme vivono la loro fede con al centro il Signore, non più solo ospite in un edificio che è la parrocchia, le nostre chiese, ma nelle nostre case, nella nostra comunità, nel vie del nostro quartiere.

Don Claudio

Dal vangelo secondo Mc (1,14-20)

Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».
Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono.
Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

Festa di San Giovanni Bosco

 

domenica 31 gennaio.

Abbiamo sottolineato il mese di don Bosco rilanciando alcune attività dedicate ai ragazzi, come il catechismo, il gruppo dei chierichetti e il coretto dei bambini. In un incontro on-line tenutosi la scorsa settimana, salesiani, educatori, allenatori, catechisti e collaboratori hanno riflettuto sul significato di essere comunità educante secondo il carisma del fondatore.

          La solennità di don Bosco, il 31 gennaio, sarà evidenziata con una particolare cura delle celebrazioni eucaristiche.

A San Giovannino le Messe di orario (10.30 e 18.00) raccoglieranno i fedeli nella chiesa voluta e costruita proprio da don Bosco. Nella chiesa parrocchiale di Santi Pietro e Paolo saranno sottolineate in particolare due Ss. Messe: quella delle 10 per le famiglie, e quella delle 11.30 per ragazzi, giovani ed educatori.

Ma anche in tutte le altre celebrazione si sottolineerà la festa.

 

Il 25 gennaio, durante la Novena di don Bosco, don Claudio, a nome di tutta la Comunità di San Salvario, presiederà la S. Messa delle ore 9.00 nella Basilica di Maria Ausiliatrice. E’ possibile, per chi lo desidera, la partecipazione (fate sapere chi fosse interessato). Sarà l’occasione per affidare tutta la nostra comunità all’intercessione e protezione di don Bosco. Sarà possibile seguire la  celebrazione in diretta grazie all’emittente televisiva Rete 7 e sulla Pagina Facebook della Basilica “Il cortile di Valdocco” (lo stesso per tutte le altre celebrazioni del 31 gennaio)

       

31 gennaio – Celebrazioni a Maria Ausiliatrice (Valdocco)

Per tutte le informazioni visitare il sito: https://basilicamariaausiliatrice.it/festa-di-san-giovanni-bosco-verso-il-31-gennaio-2021

24 gennaio – Festa di San Francesco di Sales

Alcuni libri, scritti dal salesiano don Gianni Ghiglione, che possono aiutare a scoprire e approfondire la vita e spiritualità di questo santo ancora così attuale e vicino a noi:

* San Francesco di Sales: breve vita
* Un anno con san Francesco di Sales: 365 pensieri 

* La spiritualità di San Francesco di Sales (vol. I° e vol. II°)
* Don Bosco fu un verso Salesiano? Confronto tra Francesco di Sales e don Bosco

Li potete trovare e/o acquistare in chiesa (o chiedere in sacrestia o in segreteria)

Notizie dalle Parrocchie: Il nuovo Messale. Non soltanto parole o silenzi. A Messa conta anche il corpo.

Il nuovo Messale. Non soltanto parole o silenzi. A Messa conta anche il corpo.

La Messa ha bisogno di «una complessiva e armonica attenzione verso tutte le forme di linguaggio previste dalla liturgia: parola e canto, gesti e silenzi, movimento del corpo, colori delle vesti liturgiche». E «possiede per sua natura una varietà di registri di comunicazione che le consentono di mirare al coinvolgimento di tutto l’essere umano», spiegano i Vescovi italiani nell’introduzione alla nuova edizione italiana del Messale Romano.

Non solo l’ascolto e le preghiere, ma anche i gesti corporei entrano nei riti. L’Ordinamento generale del Messale Romano (Ogmr), collocato in apertura del volume, precisa che «l’atteggiamento comune del corpo, da osservarsi da tutti i partecipanti, è segno dell’unità dei membri della comunità cristiana riuniti per la sacra Liturgia: manifesta infatti e favorisce l’intenzione e i sentimenti dell’animo di coloro che partecipano». I gesti e gli atteggiamenti da seguire nella Messa sono indicati dal Messale stesso (n. 43 dell’Ogmr).

 

Si sta in piedi dal canto d’ingresso fino alla colletta (preghiera che introduce le letture); si è seduti durante la prima e seconda Lettura e il Salmo responsoriale; si torna in piedi dall’acclamazione al Vangelo all’acclamazione che conclude la proclamazione del Vangelo; l’omelia e il breve silenzio successivo si seguono restando seduti; di nuovo in piedi dall’inizio della professione di fede fino alla conclusione della Preghiera dei fedeli; ci si siede alla presentazione e preparazione dei doni, ma ci si alza per l’incensazione dell’assemblea; se non si usa l’incenso, ci si alza comunque prima dell’orazione sulle offerte (in pratica dopo aver risposto all’invito alla preghiera dicendo «Il Signore riceva dalle tue mani questo sacrificio…») fino all’epiclesi sui doni (gesto dell’imposizione delle mani) esclusa; in ginocchio, se possibile, dall’inizio dell’epiclesi che precede il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia fino all’acclamazione «Mistero della fede»; si è di nuovo in piedi fino alla Comunione, dopo la quale si potrà stare in ginocchio o seduti. Ai riti di conclusione si sta in piedi dall’orazione dopo la Comunione sino alla fine della Messa.

Ci aiutino questi atteggiamenti da vivere insieme a rendere più belle e vive le nostre celebrazioni.

Il 16 gennaio è la data della festa della parrocchia del Sacro Cuore di Maria fin dai tempi della sua fondazione, la cui titolazione originaria è Sacro Cuore di Maria rifugio dei  peccatori; un titolo che si ispira alla denominazione di una confraternita dedicata al Santissimo e Immacolato Cuore di Maria per la conversione dei peccatori, nata a Parigi nel 1836 nella chiesa parrocchia di Notre Dame des Victoires, dall’abate e parroco Des Genettes.

Il parroco, dopo alcuni anni di ministero pastoralmente infruttuoso, decise di rinunciare al suo incarico. Mentre però celebrava una delle sue ultime messe, udì una voce che gli ingiungeva di consacrare la sua parrocchia al Sacro e Immacolato Cuore di Maria Rifugio dei peccatori. Il parroco non tardò ad obbedire e il 16 gennaio del 1836 mise in atto tale consacrazione. La parrocchia da quel momento conobbe, inspiegabilmente, un rifiorire di vita cristiana e di conversioni, a cui si accompagnarono guarigioni e fatti miracolosi.

Questi fatti si verificarono in un epoca che conosce la progressiva diffusione a livello popolare, soprattutto in Francia, della devozione al Cuore Immacolato di Maria: diverse nuove Congregazioni religiose vi si richiamano nelle loro denominazioni, sorgono confraternite laicali ad esso titolate, si diffonde la pratica della “consacrazione al Sacro Cuore di Maria”. Tra le tante iniziative connesse alla diffusione di questa devozione vi è anche la costruzione della chiesa al Sacro Cuore di Maria.

Essa fu edificata nel corso dell’ultimo decennio del 1800 su disegno del famoso architetto Carlo Ceppi (progettista di svariate altre chiese ed edifici residenziali, nonché della stazione ferroviaria di Porta Nuova). La dedicazione della nuova chiesa avvenne nel 1900 per mano del card. Agostino Richelmy, arcivescovo di Torino. Essa funzionò per circa un decennio come santuario mariano e chiesa succursale della parrocchia Santi Pietro e Paolo, fino all’ 1 novembre 1910, data in cui venne eretta in parrocchia autonoma.

Dal vangelo secondo Giovanni (1,35-42)

In quel tempo Giovanni stava con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: «Ecco l’agnello di Dio!». E i suoi due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.
Gesù allora si voltò e, osservando che essi lo seguivano, disse loro: «Che cosa cercate?». Gli risposero: «Rabbì – che, tradotto, significa maestro –, dove dimori?». Disse loro: «Venite e vedrete». Andarono dunque e videro dove egli dimorava e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio.
Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» – che si traduce Cristo – e lo condusse da Gesù. Fissando lo sguardo su di lui, Gesù disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; sarai chiamato Cefa» – che significa Pietro.

RIPRESA del Catechismo

Dopo mesi, dopo anche l’esperienza del cammino di Avvento fatto in lontananza, desideriamo ripartire con la Catechesi anche in presenza, pur nel rispetto di tutte le normative. Ripartiamo con un primo incontro tutti insieme per anno di catechismo, sarà anche occasione per suddividere i gruppi. In quell’occasione presenteremo l’ipotesi di cammino.

  • 1° anno di catechismo (2° elem.) – Lunedì 18 gennaio
  • 2° anno di catechismo (3° elem.) – Martedì 19 gennaio
  • 3° anno di catechismo (4° elem.) – Mercoledì 19 gennaio
  • 4° anno di catechismo (5° elem.) – Giovedì 20 gennaio
  • 5° anno di catechismo (1° media) – Venerdì 21 gennaio

Gli incontri si svolgeranno nella Chiesa SS. Pietro e Paolo Ap. (L.go Saluzzo), orario: 17.15 – 18.00 

Salvo cambiamenti nelle normative legati ai vari DPCM

 

RIPRESA delle messe feriali al Sacro Cuore di Maria

Da Martedì 19 gennaio riprendono le Messe feriali al Sacro Cuore di Maria Martedì e Giovedì alle ore 18.30

Secondo incontro del percorso Community Lab – San Luigi TO

Nella serata del 14 dicembre, tramite un collegamento online, si è svolto il secondo incontro del percorso di Community Lab, condotto dal team di Generazione Oratori presso l’Istituto salesiano San Luigi di Torino.

Tramite le parole di Erika Castagneri, educatrice dell’housing SSPP e referente in Labs to Learn per questa azione di progetto, raccontiamo l’appuntamento:

Il 14 dicembre c’è stato il secondo incontro delle Cep riunite, purtroppo la situazione pandemica ci ha impedito di vederci di persona ma la tecnologia ancora una volta ci ha permesso di vederci online,il tema del nostro secondo appuntamento era sempre sull’educazione ed è ripartito dallo spunto di riflessione con il quale ci eravamo salutati a novembre. I ragazzi di GO ci avevano chiesto di raccontare un episodio che per noi era stato significativo in cui ritenevamo di essere stato educati da qualcuno, una domanda la cui risposta risulta essere meno semplice di quel che sembra, ciò nonostante le testimonianze non sono mancate, ma procediamo con ordine.

Dopo un primo momento di preghiera condotto da Giorgio, il referente dei ragazzi universitari, i ragazzi di On ci hanno chiesto di prestare attenzione a cinque spezzoni di film da loro selezionati aventi come tema l’educazione, per ogni scena mostrata la consegna era quella di trovare una parola che secondo noi descriveva al meglio il processo educativo in atto in quella scena, i film che sono stati selezionati erano: Whisplash, Captain Fantastic,Moonrise Kingdom, Lady Bird e Jimmy’s hall.

La seconda parte dell’incontro è stato completamente incentrato sul confronto delle nostre esperienze, questo è stato reso possibile grazie alla suddivisione in piccoli gruppi nei quali dopo aver riportato ciascuno la propria testimonianza si è cercato di definire per ognuna di esse quale fosse il messaggio educativo.

Ci siamo salutati lasciandoci un nuovo spunto di riflessione “Pensare ad un episodio in cui abbiamo educato qualcuno”, lunedì 18 gennaio ci incontreremo per il terzo incontro ed avremo modo di scoprire le varie esperienze!

Erika Castagneri, educatrice dell’housing Santissimi Pietro e Paolo

Notizie dalle Parrocchie: “Riscoprire e vivere il Battesimo” – BATTESIMO DEL SIGNORE

Riscoprire e vivere il Battesimo

La festa del Battesimo di Gesù è l’occasione annuale per riflettere sul nostro battesimo.  Infatti il battesimo di Gesù al Giordano richiama il Battesimo sacramento proprio per questa discesa dello Spirito Santo, che discende su Gesù in forma di colomba, come discende e impregna ciascuno di noi nel sacro rito dell’immersione nell’acqua battesimale.

Molti pensano, anche cristiani, che il battesimo sia un entrare a far parte di una realtà umana – la Chiesa – di cui forse non si condividono tutte le posizioni; riducendolo così solo nella sua dimensione orizzontale. Di qui, davanti soprattutto a scandali o prese di posizione non condivise, tante crisi e abbandoni e oggigiorno perfino richieste di cancellare il proprio nome dal registro dei battesimi. Ma il battesimo è infinitamente di più. È entrare in una relazione stabile con Dio Padre come figli, con Gesù come membra del suo corpo, con lo Spirito Santo come suo tempio. Il bambino viene battezzato nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, non nel nome del Papa, dei vescovi e dei sacerdoti!

Ritornare alla sorgente della vita cristiana, allora, ci porta a comprendere meglio il dono ricevuto nel giorno del nostro Battesimo e a rinnovare l’impegno di corrispondervi nella condizione in cui oggi ci troviamo, ecco perché è un impegno sempre da riscoprire. E’ l’invito di papa Francesco, che ha ricordato che “la vita cristiana infatti è intessuta di una serie di chiamate e di risposte: Dio continua a pronunciare il nostro nome nel corso degli anni, facendo risuonare in mille modi la sua chiamata a diventare conformi al suo Figlio Gesù”.

Riscoprire il nostro battesimo, quindi, è riscoprire che il Battesimo è dono, dono immenso, dono da vivere, da non sprecare. Siamo figli di Dio, e lo siamo realmente. E’ riscoprire che è il fondamento dell’esistenza cristiana, secondo la parola dell’Apostolo: “Quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo” (Gal 3,27). Il Battesimo è il sacramento della nostra dignità, cioè un battezzato ha la stessa dignità del vescovo e del papa, e riscoprire il proprio Battesimo significa sapere che io sono protagonista della vita della Chiesa e che non ho bisogno dell’autorizzazione o del mandato di nessuno per darmi da fare, per costruire la Chiesa, per essere annunciatore del Vangelo e testimone del Risorto. I cristiani, cioè, sono “chiamati a far risplendere la novità e la forza del Vangelo nella loro vita quotidiana, familiare e sociale, come pure ad esprimere, con pazienza e coraggio, nelle contraddizioni dell’epoca presente la loro speranza nella gloria”, come detto da Giovanni Paolo II (Christifideles laici, 14).

Insomma, la fede è una cosa di cui essere orgoglioso, e che è messa nelle mie mani – o meglio, nel mio cuore – perché io sia protagonista della Chiesa di cui faccio parte grazie al Battesimo.

In tanti, credo, preghiamo il “Dio del cielo”. Forse spesso ci dimentichiamo del “Dio della terra”. Da bambini ci insegnavano a voler bene a Gesù. È facile dire “io amo Dio, amo Gesù”. È molto difficile amare la sorella e il fratello che mi sta accanto. È facile dirsi cristiani. È difficile tradurre il Vangelo nella vita di tutti i giorni.

Quando anch’io, come Gesù, “mi metto in fila” con i più deboli, quando mi prendo cura di chi mi sta accanto, quando non rimango indifferente di fronte alle ingiustizie, anche io vedo “squarciarsi i cieli”. Anche per me Dio ripete le stesse parole: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”. Ecco che cosa vuol dire diventare “figli di Dio”, cosa vuol dire riscoprire e vivere il proprio battesimo.

Don Claudio

Dal vangelo secondo Marco (1,7-11)

In quel tempo, Giovanni proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo».

Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

RIPRESA del Catechismo

Dopo mesi, dopo anche l’esperienza del cammino di Avvento fatto in lontananza, desideriamo ripartire con la Catechesi anche in presenza, pur nel rispetto di tutte le normative. Ripartiamo con un primo incontro tutti insieme per anno di catechismo, sarà anche occasione per suddividere i gruppi. In quell’occasione presenteremo l’ipotesi di cammino.

  • 1° anno di catechismo (2° elem.) – Lunedì 18 gennaio
  • 2° anno di catechismo (3° elem.) – Martedì 19 gennaio
  • 3° anno di catechismo (4° elem.) – Mercoledì 19 gennaio
  • 4° anno di catechismo (5° elem.) – Giovedì 20 gennaio
  • 5° anno di catechismo (1° media) – Venerdì 21 gennaio

Gli incontri si svolgeranno nella Chiesa SS. Pietro e Paolo Ap. (L.go Saluzzo), orario: 17.15 – 18.00 

Salvo cambiamenti nelle normative legati ai vari DPCM

 

RIPRESA delle messe feriali al Sacro Cuore di Maria

Da Martedì 19 gennaio riprendono le Messe feriali al Sacro Cuore di Maria Martedì e Giovedì alle ore 18.30

 

L’oratorio non si ferma! 

Un bel modo di concludere ed iniziare l’anno al nostro oratorio. Gli ultimi giorni di dicembre e i primi giorni di gennaio ha avuto luogo l’inverno ragazzi, un’opportunità data ai ragazzi per vivere le vacanze invernali, se non nella normalità consueta, almeno facendo un’esperienza di gruppo in presenza, dopo mesi di lezioni davanti ad uno schermo. Tanti i giochi e le attività. Da segnalare soprattutto la tombolata dell’ultimo giorno, vissuta come una grande festa, sia in presenza coi ragazzi che hanno aderito all’iniziativa, e sia online con alcune famiglie da casa. Un segno di allegria e di normalità: l’oratorio continua ad essere casa e cortile che accoglie.

 

Oratorio SAN LUIGI

Via Ormea, 4 – 10125 TO

Tel. 3387257105 – oratorio@sanluigitorino.org