GIOVEDI’ SANTO
Ci fermiamo su questa scena del Vangelo, in cui una donna, Maria, cosparge di olio prezioso e profumato i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli. Questa donna con questo gesto fa qualcosa per Gesù. Ed è qualcosa di nuovo, di bello. Se voi notate, sempre nel Vangelo c’è Gesù che fa qualcosa per qualcuno. Qui Gesù non fa niente: è questa donna che fa qualcosa per Gesù. Qui sta il mistero di questo brano. Questa donna rappresenta ciò che avverrà alla fine del Vangelo: la reciprocità d’amore con il Signore. E’ il senso del Vangelo: Dio è amore e l’amore è presente dove? Dove è riamato, altrimenti è ucciso. Quindi questa donna rappresenta il frutto maturo del Vangelo, il Vangelo ci vuol portare a diventare come questa donna, che è la sposa che ama lo sposo con lo stesso amore.
Gesto che Gesù riconosce e apprezza, “Lasciala fare”, ma diventa anche invito, “ I poveri li avete sempre con voi”, come a dirci che quell’amore che dobbiamo al Signore deve passare attraverso l’amore verso i fratelli, in primo luogo i più poveri, i più bisognosi. Ma se ci pensiamo bene siamo tutti bisognosi, bisognosi di amore. Perché allora non provare a tradurre queste parole in atteggiamento cOggi ci viene affidato il mistero più grande della nostra fede. Per amore Dio è annientato fino ad
assumere le umili specie del pane e del vino, per rimanere con noi per sempre come nostro “viatico”, compagno di strada nella vita. Celebriamo il dono d’amore di Dio per noi. Ma oggi ci viene anche ricordato che non si tratta solo di ricevere quel pane, il suo corpo offerto per noi, quel vino, il suo sangue versato per noi, ma si tratta di diventare noi “pane spezzato” e “vino versato” per gli altri, cioè non si soltanto di lasciarci amare dal Signore ma anche di imitarlo nell’amore ai fratelli.
Come?
“Vi ho dato un esempio”, “lavò loro i piedi”, “perché anche voi facciate come io ho fatto a voi”. Si tratta anche per noi di “alzarci da tavola” per andare incontro al fratello, di fare il primo passo, di prendere l’iniziativa. Si tratta anche per noi di “deporre le vesti” del nostro io, del nostro egoismo, dei nostri interessi, e “prendere un asciugamano e cingerlo attorno alla vita”, cioè indossare un nuovo vestito, il vestito del servizio, del dono, dell’amore, quello indossato dal
Signore. Ricordiamocelo il pretendere di essere serviti è la negazione dell’amore. Si tratta anche per noi di “versare dell’acqua”, l’acqua della pazienza, della disponibilità, del tempo per l’altro, della disponibilità, dell’accoglienza, l’acqua del perdono, per “lavare i piedi ai fratelli”. Con questo mandato il Signore dice a tutti i credenti di renderlo presente nel servizio fatto per amore ad iniziare dalla nostra famiglia, nei gesti di amore verso i poveri, i piccoli, gli ammalati, gli anziani, gli emarginati e gli handicappati.
Per questo ogni gesto di servizio fatto con amore diventa Eucarestia, l’Eucarestia che non finisce mai.
Oggi non potremmo celebrare insieme l’Eucarestia in Chiesa, e questo ci mancherà, ma oggi siamo comunque invitati a celebrare in casa la nostra Eucarestia, la nostra offerta d’amore.
Allora buon Giovedì Santo a tutti.
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Don Claudio