L’intervista: Don Elio Arcostanzo e il futuro salesiano al Sacro Cuore di Maria

Salesiano dal 1960 e sacerdote dal 1971, Don Elio Arcostanzo è vicario parrocchiale dal settembre 2017 alla Chiesa Sacro Cuore di Maria, in precedenza gestita dalla fraternità dei monaci aspostolici diocesani di Torino, ora in mano ai salesiani.

Don Elio, come sono stati accolti i salesiani nel quartiere?

È stata una felicità generale il passaggio e continua a rimanere questa soddisfazione. Sono stato accettato con simpatia da subito: le varie iniziative che si propongono vengono accolte con entusiasmo, anche le attività ordinari che per un certo periodo erano state diciamo trascurate, come ad esempio il rosario nel cortile ogni sera alle 20, con cui siamo impegnati tutti i giorni e abbiamo riempito tutto il mese.  E poi ci sono le attività straordinarie come l’ultima Via Crucis che ha riscosso grande successo di folla.

Su cosa state puntando?

Sulla formazione adulti e giovani e sull’azione liturgica: c’è un gruppo che si interessa di preparare l’introduzione per la lettura e la preghiera per i fedeli. Insieme alla parrocchia Santi Pietro e Paolo seguiamo il settore catechesi, io mi occupo della preparazione ai sacramenti del battesimo, comunione e cresima. Ben organizzato è poi il gruppo Caritas anche se non vanta un notevole numero di volontari: il giovedì si radunano in tre solo per l’ascolto di emergenze, sul come intervenire, se solo con i pacchi o economicamente, o con l’assistenza a casa. Si tratta di famiglie, per la maggior parte stranieri, ma appartenenti al nostro territorio. Per le persone della nostra circoscrizione, si considera bene la situazione e come intervenire, a secondo delle necessità.

Rispetto alla passata gestione cosa è rimasto uguale?

L’orario delle messe. Tutto il resto è stato per l’appunto rafforzato: con entusiasmo è stata persino presa la messa – anche al mattino – nei tempi feriali delle ore 9: ho un bel gruppo che partecipa, composto non solo anziani ma da tanti giovani. Due insegnanti ogni mattina vengono a messa prima di recarsi a scuola. Ho spostato la festa parrocchiale che si celebrava nel mese di novembre, al mese di maggio, inserendola all’interno delle concelebrazioni mariane del mese. Ho aggiunto la festa degli anniversari di matrimonio, l’anniversario dei battesimi – la scorsa domenica ai genitori che hanno battezzato i figli negli ultimi tre anni ho dato, a fine messa, un ovetto – e dopo ogni celebrazione ho introdotto un rinfresco.  Piccole cose che fanno dire alla gente “questo prete fa tanto per noi!”. La frequenza stessa è cambiata anche per questo. Non faccio miracoli, porto solo la spontaneità salesianità – che ci contraddistingue – nei quartieri.

A proposito di salesianità, esiste un Oratorio?

Si, certo, accanto alla Chiesa. Al sabato mattina è aperto però solo per i ragazzi che fanno doposcuola, che sono seguiti da tre animatori. Le attività di catechismo per i ragazzi vengono invece svolte nella parrocchia di Santi Pietro e Paolo. In Oratorio al Sacro Cuore vado a dire di proposito la preghiera, proprio per incontrare questi ragazzi.

La Parrocchia in passato è stata un santuario mariano. Oggi permane ancora l’impronta mariana?

Tale impronta si è mantenuta abbastanza forte: alla fine di ogni celebrazione la gente si ferma e offre un canto alla Madonna. E’ una devozione che è rimasta, e che va coltivata tra i parrocchiani, giorno dopo giorno. Confidiamo nella Madonna, in Maria Ausiliatrice che per noi salesiani è Madre e guida ispiratrice.

 

Il 25 Maggio concerto per organo al Sacro Cuore di Maria per la festa patronale

Venerdì 25 Maggio, alle ore 21, alla Chiesa Sacro Cuore di Maria in via Oddino Morgari 9, in occasione della festa patronale della Parrocchia, si terrà il concerto per organo e coro con l’organista della Cattedrale di Vercelli Carlo Montalenti, il Coro Alpette di Torino, diretto da Carlo Luca Sambataro con l’accompagnamento di Isabella Stabio al saxofono(II parte).

Ingresso libero.

3351099087
parr.sacro.cuore.maria@diocesi.torino.it

Il Sacro Cuore di Maria e l’architettura neogotica nel cuore di San Salvario

La Chiesa del Sacro Cuore di Maria, in stile neogotico, si trova tra le vie Morgari e Belfiore, al centro geografico del quartiere di San Salvario, conosciuto per la variegata presenza di associazioni e iniziative multiculturali. La parrocchia occupa il lato nord dell’aiuola Donatello, luogo di incontro e di scambio di diverse realtà: la Casa del Quartiere ospitata nell’edificio degli ex bagni pubblici e luogo di ritrovo di varie associazioni del quartiere; la casa Morgari, di proprietà della parrocchia, è sede operativa della Caritas diocesana.

La descrizione

La pianta della Chiesa si sviluppa mediante un modulo ottagonale che si ripete longitudinalmente tre volte, affiancato da una serie di cappelle a base esagonale estradossate e si conclude con una zona presbiteriale circolare. L’interno è scandito lungo la navata da pilastri polistili che sostengono le volte. Quattro pilastri, di cui due formano l’arco trionfale, costituiscono gli elementi portanti del tamburo della cupola e unitamente ad altri 6 pilastri di minori dimensioni collegati da archi a tutto sesto, separano l’area del presbiterio con l’altare maggiore dall’ambulacro circostante. Al di sopra dell’ambulacro con un loggiato o matroneo con finestrature a doppio ordine di colonnine e rosoni nella parte centrale del loggiato è collocato il grande organo.

La complessa volta che copre ognuna delle tre campate della navata è costituita dall’unione di una volta a stella a base quadrata e due porzioni di volta ad ombrello a base ottagonale, che a sua volta si divide in tre “spicchi” per parte che si impostano su colonnine. La decorazione dell’interno adotta il colore verde per le volte e le pareti in accordo con l’impiego del Marmo verde Roja e motivi dorati. Le finestre sono adorne di vetrate illustranti le Litanie lauretane e la vita della Vergine.

Opere di valore storico artistico

Il rosone disegnato nel settembre del 1896 da Paolo Gaidano, professore dell’accademia di Torino, ed eseguito dal professore Francesco Moretti di Perugia, caposcuola dei dipinti su vetro è presentato nel 1898 all’esposizione di arte sacra di Torino. Distrutto nei bombardamenti è stato ricostitruito sullo stesso disegno del Gaidano.

Concerto di 10 campane e campanone: il Campanile ospita 10 campane realizzate dalla ditta Mazzola nel 1895.

Cappella del Fonte battesimale con tela del battesimo di Gesù al fiume Giordano, opera di Luigi Onetti che sostituisce una tela da andata distrutta ma di analogo soggetto del Gaidano.

Cappella di Santa Bernadetta

Cappella di San Giuseppe: altare originariamente in forma di trittico che accoglie oggi, nella porzione centrale, una statua di San Giuseppe con Bambino Gesù. Ospitava un quadro di Luigi Morgari a sfondo oro, fatto in forma di trittico, nella cui parte centrale era posto San Giuseppe avante ai lati Pio IX e Leone XIII.

Altare maggiore: realizzato in marmo chiaro con trafori a logge e rosoni, ornato di colonnine e decorazioni a gigli. Danneggiato già nel primo bombardamento e tempestivamente ricostruito con alcuni elementi originari, tra cui la porticina del tabernacolo del Gaidano raffigurante la resurrezione di Cristo. La statua della Vergine, posta sopra l’altare maggiore ed eseguita a Carrara, era opera di Davide Calandra; distrutta nei bombardamenti è rifatta da Edoardo Rubino nelle forme e dimensioni originali.

Organo: costruito da Carlo Vegezzi Bossi e posto in opera nel maggio 1898, risultò a quel tempo uno dei più grandi d’Italia, ampliato fino alla seconda guerra mondiale quando subi i bombardamenti, in parte recuperato. L’organo attuale è del 1965.

Cappella con tela raffigurante l’Ultima Cena: attribuita alla scuola del Moncalvo, risalente al XVII secolo.

Cappella del Cristo Risorto: opera del Ceppi, in marmo con sottili colonnine tortili e sculture. Tela raffigurante l’apparizione di Gesù a Santa Maria Maddalena, opera di Luigi Onetti, che sostituisce una tela di Paolo Gaidano andata distrutta e raffigurante San Guglielmo.

Cappella del Crocifisso con tabernacolo della custodia eucaristica, opera di Carlo Ceppi e di Pietro Canonica, con mensa in marmo bianco con un medaglione in bassorilievo raffigurante “Il Pellicano”,  simbolo del sacrificio del Cristo. Il Crocifisso, due volte premiato all’Esposizione Internazionale di Parigi, venne distrutto nei bombardamenti. La mensa è stata ricostruita nella forma e dimensioni originarie del Ceppi, mentre l’opera del Canonica è stata sostituita da un Crocifisso ligneo policromo di pregevole fattura di ignoto maestro piemontese.

La planimetria della Chiesa

All’esterno la facciata principale è dominata dal grande arco centrale, che inquadra nella parte inferiore due portali di ingresso e nella parte superiore il rosone a cinque petali ed è circondata da una serie di aperture minori quadrilobate, e nella parte inferiore da una serie di settefinestre ad arco trilobato. La particolare forma lobata del rosone si ripete come motivo fondamentale nelle aperture dei lati lunghi e del tamburo. La grande vetrata del rosone raffigura l’assunzione della Madonna in cielo. Ai lati dei due campanili a pianta quadrata disposta diagonalmente, arricchiti da fasci di colonnine che partendo dall’alto zoccolo in pietra terminano in mensole con statue dei profeti, sormontate da una cuspide. Su ciascun lato del campanile aggettano, nella parte superiore, logge semicircolari aperte con trifore sormontate da un traforo che riprende il motivo della rosa a sei petali. I campanili terminano con una copertura a cuspide, ornata nella sommità da mazzo di gigli e rose di rame dorato. La decorazione esterna bianca circonda tutta il tempio con ornati di gigli e rose unitamente a versetti del “Magnificat” scritti a grossi caratteri.

Inaugurazione del Ri-Generation Lab per offrire un’occasione di lavoro ai giovani in difficoltà

L’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl, avvieranno la sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Si chiama “Ri-Generation Lab” e vuole offrire l’opportunità, mediante un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici”, di “mettere in pratica valori che si basano sull’economia circolare: creare lavoro per chi è in difficoltà e rimettere sul mercato elettrodomestici che erano destinati alla rottamazione, quindi salvaguardare le persone e l’ambiente. Astelav, forte di una pluriennale esperienza maturata nel campo degli elettrodomestici e dei ricambi, mette a disposizione i propri tecnici, le proprie competenze e capacità per insegnare ai ragazzi le prime buone pratiche per effettuare la riparazione di elettrodomestici e dare così a loro una prospettiva di inserimento sociale e di futuro lavorativo“, come sottolinea Giorgio Bertolino, amministratore delegato di Astelav Srl.

L’inaugurazione del progetto “Ri-Generation Lab” si terrà Lunedì 21 maggio 2018, alle ore 18.00 presso i locali della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, in Via Saluzzo, 39 angolo Via Giacosa a Torino.

Per l’occasione, oltre ai rappresentanti dei diversi Enti coinvolti, sarà presente il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, X successore di Don Bosco, che presiederà la cerimonia del taglio del nastro, perchè per i salesiani “la prima preoccupazione è che i giovani, in particolare i più poveri e bisognosi, possano avere delle opportunità per dare dignità alla propria vita. Papa Francesco dice: “Il lavoro è una priorità umana. E, pertanto, è una priorità cristiana”. Così con questo nuovo progetto vogliamo continuare a ripercorrere le orme del nostro fondatore San Giovanni Bosco” afferma don Enrico Stasi, ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta.

L’esperienza maturata nella formazione dei giovani suggerisce che alcuni minori, a volte in uscita da percorsi di accompagnamento, abbiano bisogno di un “periodo di transizione guidato” per rinforzare le competenze di base acquisite (nel caso di licenza media già ottenuta) e per sviluppare le competenze necessarie ad un inserimento lavorativo e utili per la crescita personale.

In tal senso, il progetto prevede l’attivazione di un corso formativo di breve durata (100 ore con possibilità di successivo tirocinio) per coinvolgere i ragazzi “non ancora pronti” per un’esperienza lavorativa e con difficoltà a re-inserirsi positivamente all’interno di percorsi strutturati di IeFP. Un’esperienza per piccoli gruppi, entro una dimensione comunitaria, con personale qualificato, per offrire ai ragazzi coinvolti un “tempo” dedicato, facendo rete tra gli “spazi” che frequentano: CPIA, oratori, associazioni, centro di formazione professionale.

Il corso è stato co-progettato in maniera congiunta dal partenariato proponente ed integra le attività pratiche, preponderanti in questo tipo di esperienza, con le competenze teoriche di base del settore di riferimento, consentendo il rinforzo delle competenze di base (lingua italiana e asse matematico-scientifico), con un costante accompagnamento educativo.

Il corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici” si terrà in parte nella sede del Cnos-Fap di Valdocco e in parte presso i locali stessa Parrocchia Santi Pietro e Paolo, dove sono state allestite le postazioni di lavoro per l’attività laboratoriale.

Tale iniziativa, anche alla luce dell’eterogeneità degli enti attuatori, si propone di realizzare nuove pratiche inclusive, concorrendo alla sperimentazione di spazi di welfare comunitario, coniugando lavoro, formazione, educazione.

 

Cerimonia di Inaugurazione in diretta streaming su:

 

ANS - Agenzia Info Salesiana
MGS - Piemonte

 

RASSEGNA STAMPA

Si propone una breve rassegna stampa sulla neonata iniziativa di San Salvario – frutto della collaborazione tra l’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl – dal titolo “Ri-generation Lab”, una sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro.

LA VOCE E IL TEMPO, edizione del 13 Maggio 2018. Articolo a cura di Stefano DI LULLO.

SALESIANI – UN PROGETTO PER I MINORI CHE NON VANNO A SCUOLA

I neet di San Salvario ripareranno lavatrici

«Il problema dei neet non si può identificare solo nella mancanza di concrete opportunità formative e lavorative, ma spesso di una comunità che dia fiducia e accompagni anche quei ragazzi che non sono in grado di ‘stare dentro’ a percorsi strutturati». È questa la convinzione che ha portato la Pastorale giovanile dei  Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta ad avviare a San Salvario, da lunedì 14 maggio, un laboratorio  professionale per la riparazione di elettrodomestici rivolto ai ragazzi minori che hanno abbandonato i circuiti della formazione e rimangono «parcheggiati» sulle strade.

«Ri-Generation Lab» è il nome del progetto coordinato dalla parrocchia Ss. Pietro e Paolo, dall’oratorio salesiano San Luigi, dal Centro di formazione professionale Cnos Fap dei Salesiani del Piemonte e dall’azienda Astelav srl di Vinovo. La parrocchia ha concesso all’azienda un locale in via Saluzzo 39 da adibire a negozio per la vendita di elettrodomestici rigenerati, a fianco è stato predisposto un laboratorio- officina che diventerà la scuola per 7 ragazzi che né studiano né lavorano (sono previste 100 ore di corso, più un tirocinio). L’associazione Cnos-Fap si occuperà di riconoscere le competenze acquisite per la qualifica di formazione professionale.

«Questo progetto, che nasce in forma sperimentale», evidenzia don Mauro Mergola, salesiano, parroco di Ss. Pietro e Paolo e direttore dell’oratorio San Luigi, «vuole lanciare un messaggio alle istituzioni sulla necessità di strutturare percorsi di formazione professionale più flessibili e integrati con l’accompagnamento  educativo».

I ragazzi provengono in parte dalla comunità per minori stranieri non accompagnati ospitata all’oratorio San Luigi e in parte sono segnalati dal progetto comunale contro la dispersione scolastica «Provaci ancora Sam» portato avanti dagli oratori salesiani torinesi.

«Nel momento in cui il ragazzo si sente accolto e stimato», conclude don Mergola, «allora può dare il massimo, se si sente un peso ecco che ricerca forme per evadere dalla realtà con il rischio di cadere nella rete della devianza. Ciò che conta è costruire una relazione educativa che permette di raccogliere dei frutti». Il progetto sarà inaugurato ufficialmente lunedì 21 maggio alle 18 in via Giacosa 8 alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernandez Artime.

 

 

TORINOOGGI.IT, 9 maggio 2018 (clicca qui per accedere alla pagina)

Un “Ri-Generation Lab” per offrire un’occasione di lavoro a giovani in difficoltà

L’iniziativa vede impegnati Cnos-Fab, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo e l’impresa Astelav Srl. I ragazzi seguiranno un corso di riparazioni e rigenerazioni di elettrodomestici

L’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl, avvieranno la sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Si chiama “Ri-Generation Lab” e vuole offrire l’opportunità, mediante un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici”, di “mettere in pratica valori che si basano sull’economia circolare: creare lavoro per chi è in difficoltà e rimettere sul mercato elettrodomestici che erano destinati alla rottamazione, quindi salvaguardare le persone e l’ambiente. Astelav, forte di una pluriennale esperienza maturata nel campo degli elettrodomestici e dei ricambi, mette a disposizione i propri tecnici, le proprie competenze e capacità per insegnare ai ragazzi le prime buone pratiche per effettuare la riparazione di elettrodomestici e dare così a loro una prospettiva di inserimento sociale e di futuro lavorativo”, come sottolinea Giorgio Bertolino, amministratore delegato di Astelav Srl.

L’inaugurazione del progetto “Ri-Generation Lab” si terrà lunedì 21 maggio 2018, alle 18 presso i locali della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, in Via Saluzzo, 39 angolo Via Giacosa a Torino.

Per l’occasione, oltre ai rappresentanti dei diversi Enti coinvolti, sarà presente il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, X successore di Don Bosco, che presiederà la cerimonia del taglio del nastro, perchè per i salesiani “la prima preoccupazione è che i giovani, in particolare i più poveri e bisognosi, possano avere delle opportunità per dare dignità alla propria vita. Papa Francesco dice: “Il lavoro è una priorità umana. E, pertanto, è una priorità cristiana”. Così con questo nuovo progetto vogliamo continuare a ripercorrere le orme del nostro fondatore San Giovanni Bosco” afferma don Enrico Stasi, ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Tale iniziativa, anche alla luce dell’eterogeneità degli enti attuatori, si propone di realizzare nuove pratiche inclusive, concorrendo alla sperimentazione di spazi di welfare comunitario, coniugando lavoro, formazione, educazione.

LA STAMPA, 22 maggio 2018, Circoscrizione 8/San Salvario

Il negozio di frighi e lavatrici riparati dai ragazzi in difficoltà

Pier Francesco Caracciolo

Nel nuovo punto vendita Astelav, a San Salvario, si possono comprare elettrodomestici riparati e rimessi a
nuovo da giovani rimasti fuori da percorsi scolastici o dal mondo del lavoro. Ragazzi tra 16 e 18 anni, che non conoscono la nostra lingua o arrivano da contesti familiari difficili, e per questo faticano anche a intraprendere corsi professionali. Il negozio in via Saluzzo 39 (angolo via Giacosa) è stato inaugurato ieri grazie a un accordo con la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. I salesiani, proprietari dei muri, hanno dato in affitto i locali. La ditta di Vinovo, che da 55 anni distribuisce ricambi per elettrodomestici ed è coinvolta
nel salvataggio di Embraco, ha ristrutturato uno spazio in più, il negozio accanto, e messo a disposizione i
propri tecnici. Così ha permesso la nascita di un laboratorio ad hoc: uno spazio in cui 6 giovani italiani e stranieri – provenienti dal centro di accoglienza per minori non accompagnati dell’oratorio San Luigi, in via Ormea, o in arrivo dal progetto contro la dispersione scolastica «Provaci ancora Sam» – possano imparare a «rigenerare» lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi destinati al macero. Gli obiettivi? «Aiutare questi ragazzi ad acquisire autostima e riscoprire interessi e passioni che in contesti difficili si rischia di perdere – spiega don Mauro Mergola, il parroco dei Santi Pietro e Paolo -. Nella speranza che questo possa avvicinarli verso una vera professione».Il progetto, Ri-Generation Lab, è stato realizzato col sostegno della Compagnia di San Paolo. Al taglio del nastro, oltre al fondatore di Astelav Giorgio Bertolino, erano presenti vertici salesiani e istituzioni: il rettor
maggiore don Angel Fernandez Artime, l’ispettore del Piemonte don Enrico Stasi, l’assessora regionale Monica Cerutti e quella comunale Sonia Schellino, il presidente di circoscrizione Davide Ricca. I 6 ragazzi,
da qui a luglio, seguiranno un corso di 100 ore. In parte è teorico, ed è già iniziato la scorsa settimana presso il centro Valdocco, con l’aiuto dei docenti del Cnos-Fap (centro di formazione salesiano). Le lezioni pratiche sono partite ieri nel laboratorio di via Saluzzo. Con successo: i ragazzi hanno fatto ripartire una vecchia Ariston sostituendo la vasca e una resistenza. Appena sarà pronto, sarà il primo degli elettrodomestici in arrivo dal laboratorio messo in vendita nel nuovo negozio. Affiancherà altri frigoriferi o
lavastoviglie usati, recuperati e messi in commercio da Astelav. Al termine del corso, i ragazzi ritenuti idonei parteciperanno a un tirocinio all’interno dell’azienda: «Siamo al lavoro per aiutare i giovani delle fasce più deboli – ha detto don Stasi -. Per questo siamo in contatto con altre aziende: vogliamo far partire a breve progetti analoghi».

 

TORINOOGGI.IT, 22 maggio 2018 (clicca qui per accedere alla pagina)

A San Salvario per don Bosco
giovani stranieri “rigenerano” elettrodomestici

Inaugurato alla presenza del rettor maggiore dei salesiani Ángel Fernández Artime, il progetto “Ri- generation” nasce dalla collaborazione tra l’agenzia formativa Cnos-Fp, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo e l’impresa Astelav, protagonista anche nel dopo-Ebraco

Provengono dal Senegal, dall’Albania, dal Gambia, dall’Ecuador. Oppure sono nati qui da genitori arrivati  in Italia tanto tempo fa, e sentono il richiamo della terra madre. Come tutti gli adolescenti hanno dei sogni nel cassetto, coltivati in una terra non sempre disponibile ad aprirsi all’accoglienza. Vorrebbero mettere da parte qualche soldino, ma spesso non sanno da dove cominciare.

“Se vuoi che i giovani facciano quello che tu ami, ama quello che piace ai giovani“, diceva don Giovanni Bosco. Ed è proprio in suo nome che è partito, a San Salvario, un nuovo progetto sperimentale dedicato ai tanti ragazzi del quartiere che vivono in condizioni non facili e chiedono una mano per incanalare la giusta strada verso il mondo del lavoro.

L’agenzia formativa Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo, in collaborazione con l’impresa Astelav (già protagonista della reindustrializzazione di Embraco, insieme ai cino-israeliani di Ventures Production) e il sostegno della Compagnia di San Paolo, sono gli attori protagonisti di “Ri-generation”, un nuovo format educativo rivolto a minori in situazioni di svantaggio sociale. In occasione del lancio del progetto, ha fatto visita alla sede di via Saluzzo il rettor maggiore dei salesiani don Ángel Fernández Artime, in Piemonte già da qualche giorno.

Da maggio a luglio, i ragazzi preselezionati affronteranno 100 ore di corso pratico di riparazione  elettrodomestici, per poi avviare, a settembre, dei tirocini mirati a un vero e proprio inserimento lavorativo. Alla base di tutto, l’economia circolare, il senso del riutilizzo antispreco, l’abilità manuale nell’aggiustare ciò che comunemente finirebbe nella spazzatura. Un’esperienza pensata per piccoli gruppi, nella dimensione comunitaria della parrocchia, con del personale qualificato capace di unire teoria e pratica in una sola offerta formativa.

All’inaugurazione erano presenti anche l’ispettore salesiano don Enrico Stasi, Giorgio Bertolino, padre fondatore dell’azienda, l’assessora regionale alle pari opportunità e immigrazione Monica Cerutti e  l’assessora comunale alle politiche sociali Sonia Schellino.

“Da tempo i salesiani sono attenti alla dispersione scolastica e alle possibilità lavorative per i giovani”, ha spiegato l’ispettore. “L’idea iniziale è di don Bosco: unire l’educazione all’autonomia professionale. Spesso in soli tre anni di corso i ragazzi non riescono ad apprendere abbastanza, quindi questa nuova proposta formativa vuole essere una possibilità in più in vista di un futuro sostenibile”.

I ragazzi un tempo protetti sotto l’ala del santo sociale per eccellenza, don Bosco, sono oggi i cosiddetti “neet”, acronimo di “not (engaged) in education, employment or training”. In sostanza, giovani senza un lavoro né una base d’istruzione solida e completa.

L’idea è nata due anni fa dall’incontro tra la famiglia Bertolino e il parroco dell’oratorio San Luigi, don Mario Mergola. Ecco l’idea di fornire ai ragazzi lì accolti un’istruzione tecnica, coniugando l’attenzione per l’ambiente alle possibilità concrete di lavoro.

“Rigenerare” prende quindi il significato di “restituzione della dignità” in senso lato: agli oggetti destinati alla spazzatura, alle persone senza lavoro e prospettive.
“La prospettiva futura per questi giovani è di diventare riparatori eccellenti con competenze sia tecniche che commerciali”, spiegano i Bertolino, commossi nel vedere riparata la prima lavatrice Ariston.

Nel laboratorio si prendono elettrodomestici destinati ai rifiuti e si rigenerano rendendoli nuovamente funzionali. Un processo che, nei disegni imprenditoriali illuminati come quelli dell’Astelav, dovrebbe diventare sempre più preponderante.

“L’interdisciplinarità è fondamentale – ha commentato l’assessora Cerutti – e questo progetto ci porta a riflettere sulla sostenibilità mettendo in atto un modello formativo molto più snello. Ragioniamo in termini di discriminazione positiva, riconoscendo le potenzialità di questi ragazzi”.

“La dimensione del sogno per don Bosco era fondamentale – ha aggiunto l’assessora Schellino – e dobbiamo far sì che oggi questi ragazzi possano trovare nella società dei punti di riferimento per realizzare ciò che desiderano. San Salvario va rivalutato come quartiere pieno di solidarietà, capace di far nascere iniziative simboliche come questa, una formazione professionale manuale per la quale i salesiani vantano una lunga tradizione”.

“Aiutiamoli a diventare finalmente dei professionisti”, ha esortato infine don Artime. “Ci sono un’azienda e le istituzioni che si stanno impegnando insieme. Noi salesiani, del resto, nei giovani abbiamo sempre creduto tanto”.

CORRIERE DELLA SERA, edizione di Torino, 22 maggio 2018 

Negozio e laboratorio, Astelav fa il bis in San Salvario

Sette migranti assunti per rigenerare gli elettrodomestici. E alla Embraco si riconvertiranno frigoriferi

Lisa Di Giuseppe

Sette ragazzi da sette Paesi diversi. Vengono da Ecuador, Nigeria, Marocco, Albania, Senegal, Gambia e
Romania gli ultimi arrivati in casa Astelav: l’azienda di Vinovo fa il bis nel business della rigenerazione,
inaugurando a San Salvario il Ri-Generation Shop e il Ri-Generation Lab.
Dopo l’inaugurazione del primo negozio a Porta Palazzo, oggi arriva il secondo: uno store di elettrodomestici rigenerati al portone affianco, in cui ha sede il laboratorio dove gli operai insegnano il
mestiere alle nuove leve. Forze fresche che condividono lo stesso destino: aver raggiunto l’Italia da minori
non accompagnati.

Insieme ai Salesiani della parrocchia di San Pietro e Paolo, la famiglia Bertolino, da 55 anni alla guida della ditta, ha infatti scelto di dar loro l’opportunità di imparare un mestiere. Di qui l’idea di far partire un corso di 100 ore teoriche e pratiche che permetterà ai sette ragazzi di apprendere le basi della professione ed eventualmente di proseguire il lavoro in Astelav.

Ancora una volta, spiegano i Bertolino, nell’attività dell’azienda si cerca di combinare l’attenzione al territorio con il benessere di chi lo abita. Racconta Ernesto, figlio del fondatore Giorgio e responsabile marketing: «Puntiamo sull’economia circolare: recuperiamo oggetti che altrimenti verrebbero buttati. In più, cerchiamo di impiegare persone che sono rimaste senza impiego o si trovano in difficoltà». È questa la storia degli otto dipendenti già assunti nell’ambito del progetto Ri-Generation a Porta Palazzo.
E sarà quella dei 40 lavoratori Embraco che passeranno con l’impresa di Vinovo, se tutto andrà secondo i
piani prestabiliti. «Domani è il giorno dei tavoli, è vero. Vedremo come andrà, ci sono ancora diverse questioni da risolvere», puntualizza Ernesto Bertolino. Che poi però tronca di netto: «Embraco è importante, ma oggi parliamo di un’altra storia».

Insomma, dopo Ri-Generation, si aspetta che arrivi l’ok da Roma per assistere a un lieto fine anche per i dipendenti di Riva di Chieri, che appena possibile dovrebbero iniziare la rigenerazione di frigoriferi nel vecchio stabilimento dell’azienda brasiliana. L’ultimo intoppo burocratico sul passaggio è però di pochi giorni fa: per gestire gli R1, la categoria dei rifiuti speciali di cui fanno parte i frighi, c’è bisogno di un’autorizzazione particolare, che però non è stata ancora concessa a Astelav dalle autorità competenti.

LA REPUBBLICA, edizione di Torino, 22 maggio 2018 

Ragazzi rigenerano le vecchie lavatrici

A San Savalvario aperto un laboratorio organizzato da Astelav, l’azienda che assorbirà 40 dipendenti
Embraco a Riva di Chieri

Un negozio di elettrodomestici rigenerati a San Salvario, che si aggiunge a quello già in attività a Porta Palazzo. E un corso di formazione per ragazzi a rischio emarginazione in collaborazione con i Salesiani.

Sono le due nuove iniziative di Rigeneration, il progetto di economia sociale e sostenibile dell’azienda torinese Astelav. Che anche grazie a queste nuove attività potrà assorbire una quarantina di lavoratori del’Embraco di Chieri.
Ri-generation è un progetto che si basa sui valori della solidarietà, del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente. È nato all’inizio del 2017 dalla collaborazione fra l’imprenditore Giorgio Bertolino, titolare di Astelav, e il Sermig di Ernesto Olivero. Il primo passo è stato l’apertura nella sede di Astelav, a Vinovo (Torino), di un laboratorio per la rigenerazione di elettrodomestici per creare opportunità di lavoro per persone in difficoltà e contribuire a costruire una mentalità di contrasto allo spreco. Un anno fa poi l’inaugurazione in via Mameli 14, del primo Rigeneration Shop italiano, dove si vendono lavatrici e lavastoviglie rigenerate. Ora due altri i passi avanti grazie alla collaborazione con la Famiglia Salesiana: il secondo Rigeneration Shop e il Ri-Generation Lab, un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici” che si terrà nella sede del Cnos/Fap di Valdocco e presso l’Oratorio della Parrocchia di San Pietro e Paolo, in via Saluzzo 39. «Lo scopo – spiega Bertolino è fornire le basi per la riparazione di elettrodomestici e dare ai giovani le conoscenze per un giusto approccio al lavoro». Al corso sono iscritti 8 adolescenti, fra i 15 i 17 anni di 8 Paesi diversi: Ecuador, Nigeria, Marocco, Albania, Senegal, Gambia, Romania, Italia. Nel laboratorio a Vinovo, sono già stati riparati e rigenerati più di 1.200 elettrodomestici. Più della metà di questi erano rifiuti destinati alla rottamazione.

RAI 3 – TGR PIEMONTE, 21 maggio, ore 19.30

Elettrodomestici salvati e rimessi a nuovo dai tecnici salvati dalla disoccupazione

Astelav, azienda torinese che si prepara ad assumere 40 licenziati dall’Embraco, ha inaugurato il suo 2° negozio a San Salvario

Martino Villosio

Visita del Rettor Maggiore per le strade di San Salvario

In occasione della visita del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, alla Ispettoria salesiana del Piemonte e Valle d’Aosta, il X successore di don Bosco avrà anche l’opportunità di visitare la presenza salesiana nel quartiere di San Salvario. L’appuntamento è per lunedì 21 maggio con il seguente programma:

  • Ore 16:00

    Arrivo presso il San Giovanni Evangelista in via Madama Cristina 1.
    Saluti alla comunità.

  • Ore 16:15

    Visita alla Chiesa e breve momento di preghiera con la CEP.
    Preghiera a Maria Ausiliatrice.

  • Ore 16:30

    Incontro con consiglio CEP (educatori)
    Se il tempo lo consente è prevista la visita a Spazio anch’io (parco del Valentino).

  • Ore 17:20

    Incontro con le famiglie che accolgono e accompagnano i ragazzi Minori Stranieri Non Accompagnati (MSNA).
    Le famiglie raccontano la loro esperienza.

  • Ore 17:40

    Benedizione del nuovo Housing sociale.
    Via Saluzzo 25 bis.

  • Ore 19:00

    Conclusione della visita e saluti

La testimonianza: Eleonora dell’Istituto Flora di Torino e lo stage al San Luigi

Cosa vuol dire don Bosco a San Salvario? Ecco la testimonianza di Eleonora Maria Katia Tartaglia, studentessa dell’Istituto Flora – Liceo della Comunicazione di Torino che ci racconta lo stage svolto all’Oratorio San Luigi:

L’Oratorio è un ambiente di lavoro sostanzialmente accogliente e sereno. Lo stage è stata un’esperienza significativa che mi ha permesso di mettermi alla prova, migliorandomi umanamente. che mi ha permesso di acquisire e rafforzare competenze anche per il lavoro che andrò a svolgere in futuro. Conoscevo in parte questo tipo di servizi, grazie ad esperienze lavorative passate, come il Post-scuola.  Nonostante alcune difficoltà incontrate durante il percorso di stage, in parte nella comunicazione ed in parte nell’aiutare i ragazzi a svolgere i compiti, rifarei questa esperienza; la struttura è ben attrezzata per svolgere varie attività ed è presente il materiale necessario per coinvolgere i ragazzi nei vari laboratori manuali. Lo proporrei anche agli animatori del prossimo ciclo oltre che alle famiglie che intendono scrivere i loro figli all’oratorio, per il personale che è ben accogliente, organizzato e altamente professionale.

Sotto i riflettori del TGR per i 20 anni del Centro Filippino in San Salvario

Quest’anno il Centro Filippino di Torino, ospitato nei locali dell’Istituto San Giovanni Evangelista, in via Madama Cristina a Torino, festeggia i suoi 20 anni di presenza nel quartiere di San Salvario.  Tra le tante attività che il Centro propone, notevole successo ha riscosso “lo sportello lavoro”, un punto di incontro e di sostegno per tanti filippini nella città sabauda, che funge anche da vero e proprio ufficio di collocamento.  Proprio sullo sportello lavoro, domenica 6 maggio, nella cornice della festa di El Shaddai (Dio onnipotente) a cui hanno partecipato più di 300 persone, una troupe del TG3-Piemonte ha puntato i riflettori con un servizio girato nei locali dell’istituto San Giovanni Evangelista di via Madama, e andato in onda all’interno del TGR Piemonte delle ore 14.

Fiero del lavoro svolto dallo sportello lavoro per la comunità filippina nella città sabauda e stupito per l’attenzione mediatica dimostratagli si dichiara il salesiano Don Giovanni Benna, 85 anni, vice cappellano del Centro Filippino che così aggiunge sulla festa di El Shaddai:

Non è solo momento di preghiera per i gruppi coinvolti ma anche una giornata di festa gioiosa, un invito che ogni anno rivolgiamo a tutti i rappresentanti delle altre comunità di preghiera. È un raduno che si svolge una volta all’anno e coinvolge tutti i gruppi di preghiera filippini dell’Italia settentrionale.

Quest’anno i partecipanti a questo evento sono stati oltre 300 persone, proveniente da molte parti d’Italia e del mondo. Sono convito che questo numero è destinato a crescere, perché forte è l’entusiasmo e la propensione alla fede della comunità filippina, e di chi entrando in contatto con loro, ne viene contagiato.

RAI 3 – TGR PIEMONTE, 6 maggio, ore 14.30, servizio di Giampiero AMANDOLA

Inaugurazione del Ri-Generation Lab, uno spazio per offrire un’occasione di lavoro ai giovani in difficoltà

L’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl, avvieranno la sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Si chiama “Ri-Generation Lab” e vuole offrire l’opportunità, mediante un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici”, di “mettere in pratica valori che si basano sull’economia circolare: creare lavoro per chi è in difficoltà e rimettere sul mercato elettrodomestici che erano destinati alla rottamazione, quindi salvaguardare le persone e l’ambiente. Astelav, forte di una pluriennale esperienza maturata nel campo degli elettrodomestici e dei ricambi, mette a disposizione i propri tecnici, le proprie competenze e capacità per insegnare ai ragazzi le prime buone pratiche per effettuare la riparazione di elettrodomestici e dare così a loro una prospettiva di inserimento sociale e di futuro lavorativo“, come sottolinea Giorgio Bertolino, amministratore delegato di Astelav Srl.

L’inaugurazione del progetto “Ri-Generation Lab” si terrà Lunedì 21 maggio 2018, alle ore 18.00 presso i locali della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, in Via Saluzzo, 39 angolo Via Giacosa a Torino.

Per l’occasione, oltre ai rappresentanti dei diversi Enti coinvolti, sarà presente il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, X successore di Don Bosco, che presiederà la cerimonia del taglio del nastro, perchè per i salesiani “la prima preoccupazione è che i giovani, in particolare i più poveri e bisognosi, possano avere delle opportunità per dare dignità alla propria vita. Papa Francesco dice: “Il lavoro è una priorità umana. E, pertanto, è una priorità cristiana”. Così con questo nuovo progetto vogliamo continuare a ripercorrere le orme del nostro fondatore San Giovanni Bosco” afferma don Enrico Stasi, ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta.

L’esperienza maturata nella formazione dei giovani suggerisce che alcuni minori, a volte in uscita da percorsi di accompagnamento, abbiano bisogno di un “periodo di transizione guidato” per rinforzare le competenze di base acquisite (nel caso di licenza media già ottenuta) e per sviluppare le competenze necessarie ad un inserimento lavorativo e utili per la crescita personale.

In tal senso, il progetto prevede l’attivazione di un corso formativo di breve durata (100 ore con possibilità di successivo tirocinio) per coinvolgere i ragazzi “non ancora pronti” per un’esperienza lavorativa e con difficoltà a re-inserirsi positivamente all’interno di percorsi strutturati di IeFP. Un’esperienza per piccoli gruppi, entro una dimensione comunitaria, con personale qualificato, per offrire ai ragazzi coinvolti un “tempo” dedicato, facendo rete tra gli “spazi” che frequentano: CPIA, oratori, associazioni, centro di formazione professionale.

Il corso è stato co-progettato in maniera congiunta dal partenariato proponente ed integra le attività pratiche, preponderanti in questo tipo di esperienza, con le competenze teoriche di base del settore di riferimento, consentendo il rinforzo delle competenze di base (lingua italiana e asse matematico-scientifico), con un costante accompagnamento educativo.

Il corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici” si terrà in parte nella sede del Cnos-Fap di Valdocco e in parte presso i locali stessa Parrocchia Santi Pietro e Paolo, dove sono state allestite le postazioni di lavoro per l’attività laboratoriale.

Tale iniziativa, anche alla luce dell’eterogeneità degli enti attuatori, si propone di realizzare nuove pratiche inclusive, concorrendo alla sperimentazione di spazi di welfare comunitario, coniugando lavoro, formazione, educazione.

 

Cerimonia di Inaugurazione in diretta streaming su:

 

ANS - Agenzia Info Salesiana
MGS - Piemonte

 

RASSEGNA STAMPA

Si propone una breve rassegna stampa sulla neonata iniziativa di San Salvario – frutto della collaborazione tra l’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl – dal titolo “Ri-generation Lab”, una sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro.

LA VOCE E IL TEMPO, edizione del 13 Maggio 2018. Articolo a cura di Stefano DI LULLO.

SALESIANI – UN PROGETTO PER I MINORI CHE NON VANNO A SCUOLA

I neet di San Salvario ripareranno lavatrici

«Il problema dei neet non si può identificare solo nella mancanza di concrete opportunità formative e lavorative, ma spesso di una comunità che dia fiducia e accompagni anche quei ragazzi che non sono in grado di ‘stare dentro’ a percorsi strutturati». È questa la convinzione che ha portato la Pastorale giovanile dei  Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta ad avviare a San Salvario, da lunedì 14 maggio, un laboratorio  professionale per la riparazione di elettrodomestici rivolto ai ragazzi minori che hanno abbandonato i circuiti della formazione e rimangono «parcheggiati» sulle strade.

«Ri-Generation Lab» è il nome del progetto coordinato dalla parrocchia Ss. Pietro e Paolo, dall’oratorio salesiano San Luigi, dal Centro di formazione professionale Cnos Fap dei Salesiani del Piemonte e dall’azienda Astelav srl di Vinovo. La parrocchia ha concesso all’azienda un locale in via Saluzzo 39 da adibire a negozio per la vendita di elettrodomestici rigenerati, a fianco è stato predisposto un laboratorio- officina che diventerà la scuola per 7 ragazzi che né studiano né lavorano (sono previste 100 ore di corso, più un tirocinio). L’associazione Cnos-Fap si occuperà di riconoscere le competenze acquisite per la qualifica di formazione professionale.

«Questo progetto, che nasce in forma sperimentale», evidenzia don Mauro Mergola, salesiano, parroco di Ss. Pietro e Paolo e direttore dell’oratorio San Luigi, «vuole lanciare un messaggio alle istituzioni sulla necessità di strutturare percorsi di formazione professionale più flessibili e integrati con l’accompagnamento  educativo».

I ragazzi provengono in parte dalla comunità per minori stranieri non accompagnati ospitata all’oratorio San Luigi e in parte sono segnalati dal progetto comunale contro la dispersione scolastica «Provaci ancora Sam» portato avanti dagli oratori salesiani torinesi.

«Nel momento in cui il ragazzo si sente accolto e stimato», conclude don Mergola, «allora può dare il massimo, se si sente un peso ecco che ricerca forme per evadere dalla realtà con il rischio di cadere nella rete della devianza. Ciò che conta è costruire una relazione educativa che permette di raccogliere dei frutti». Il progetto sarà inaugurato ufficialmente lunedì 21 maggio alle 18 in via Giacosa 8 alla presenza del Rettor Maggiore dei Salesiani don Ángel Fernandez Artime.

 

 

TORINOOGGI.IT, 9 maggio 2018 (clicca qui per accedere alla pagina)

Un “Ri-Generation Lab” per offrire un’occasione di lavoro a giovani in difficoltà

L’iniziativa vede impegnati Cnos-Fab, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo e l’impresa Astelav Srl. I ragazzi seguiranno un corso di riparazioni e rigenerazioni di elettrodomestici

L’Associazione Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia Santi Pietro e Paolo di Torino, in collaborazione con l’impresa Astelav Srl, avvieranno la sperimentazione di un nuovo format educativo-formativo rivolto a minori e adolescenti in situazioni di svantaggio e con maggiori difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro. Si chiama “Ri-Generation Lab” e vuole offrire l’opportunità, mediante un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici”, di “mettere in pratica valori che si basano sull’economia circolare: creare lavoro per chi è in difficoltà e rimettere sul mercato elettrodomestici che erano destinati alla rottamazione, quindi salvaguardare le persone e l’ambiente. Astelav, forte di una pluriennale esperienza maturata nel campo degli elettrodomestici e dei ricambi, mette a disposizione i propri tecnici, le proprie competenze e capacità per insegnare ai ragazzi le prime buone pratiche per effettuare la riparazione di elettrodomestici e dare così a loro una prospettiva di inserimento sociale e di futuro lavorativo”, come sottolinea Giorgio Bertolino, amministratore delegato di Astelav Srl.

L’inaugurazione del progetto “Ri-Generation Lab” si terrà lunedì 21 maggio 2018, alle 18 presso i locali della Parrocchia Santi Pietro e Paolo, in Via Saluzzo, 39 angolo Via Giacosa a Torino.

Per l’occasione, oltre ai rappresentanti dei diversi Enti coinvolti, sarà presente il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, X successore di Don Bosco, che presiederà la cerimonia del taglio del nastro, perchè per i salesiani “la prima preoccupazione è che i giovani, in particolare i più poveri e bisognosi, possano avere delle opportunità per dare dignità alla propria vita. Papa Francesco dice: “Il lavoro è una priorità umana. E, pertanto, è una priorità cristiana”. Così con questo nuovo progetto vogliamo continuare a ripercorrere le orme del nostro fondatore San Giovanni Bosco” afferma don Enrico Stasi, ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Tale iniziativa, anche alla luce dell’eterogeneità degli enti attuatori, si propone di realizzare nuove pratiche inclusive, concorrendo alla sperimentazione di spazi di welfare comunitario, coniugando lavoro, formazione, educazione.

LA STAMPA, 22 maggio 2018, Circoscrizione 8/San Salvario

Il negozio di frighi e lavatrici riparati dai ragazzi in difficoltà

Pier Francesco Caracciolo

Nel nuovo punto vendita Astelav, a San Salvario, si possono comprare elettrodomestici riparati e rimessi a
nuovo da giovani rimasti fuori da percorsi scolastici o dal mondo del lavoro. Ragazzi tra 16 e 18 anni, che non conoscono la nostra lingua o arrivano da contesti familiari difficili, e per questo faticano anche a intraprendere corsi professionali. Il negozio in via Saluzzo 39 (angolo via Giacosa) è stato inaugurato ieri grazie a un accordo con la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo. I salesiani, proprietari dei muri, hanno dato in affitto i locali. La ditta di Vinovo, che da 55 anni distribuisce ricambi per elettrodomestici ed è coinvolta
nel salvataggio di Embraco, ha ristrutturato uno spazio in più, il negozio accanto, e messo a disposizione i
propri tecnici. Così ha permesso la nascita di un laboratorio ad hoc: uno spazio in cui 6 giovani italiani e stranieri – provenienti dal centro di accoglienza per minori non accompagnati dell’oratorio San Luigi, in via Ormea, o in arrivo dal progetto contro la dispersione scolastica «Provaci ancora Sam» – possano imparare a «rigenerare» lavatrici, lavastoviglie, frigoriferi destinati al macero. Gli obiettivi? «Aiutare questi ragazzi ad acquisire autostima e riscoprire interessi e passioni che in contesti difficili si rischia di perdere – spiega don Mauro Mergola, il parroco dei Santi Pietro e Paolo -. Nella speranza che questo possa avvicinarli verso una vera professione».Il progetto, Ri-Generation Lab, è stato realizzato col sostegno della Compagnia di San Paolo. Al taglio del nastro, oltre al fondatore di Astelav Giorgio Bertolino, erano presenti vertici salesiani e istituzioni: il rettor
maggiore don Angel Fernandez Artime, l’ispettore del Piemonte don Enrico Stasi, l’assessora regionale Monica Cerutti e quella comunale Sonia Schellino, il presidente di circoscrizione Davide Ricca. I 6 ragazzi,
da qui a luglio, seguiranno un corso di 100 ore. In parte è teorico, ed è già iniziato la scorsa settimana presso il centro Valdocco, con l’aiuto dei docenti del Cnos-Fap (centro di formazione salesiano). Le lezioni pratiche sono partite ieri nel laboratorio di via Saluzzo. Con successo: i ragazzi hanno fatto ripartire una vecchia Ariston sostituendo la vasca e una resistenza. Appena sarà pronto, sarà il primo degli elettrodomestici in arrivo dal laboratorio messo in vendita nel nuovo negozio. Affiancherà altri frigoriferi o
lavastoviglie usati, recuperati e messi in commercio da Astelav. Al termine del corso, i ragazzi ritenuti idonei parteciperanno a un tirocinio all’interno dell’azienda: «Siamo al lavoro per aiutare i giovani delle fasce più deboli – ha detto don Stasi -. Per questo siamo in contatto con altre aziende: vogliamo far partire a breve progetti analoghi».

 

TORINOOGGI.IT, 22 maggio 2018 (clicca qui per accedere alla pagina)

A San Salvario per don Bosco
giovani stranieri “rigenerano” elettrodomestici

Inaugurato alla presenza del rettor maggiore dei salesiani Ángel Fernández Artime, il progetto “Ri- generation” nasce dalla collaborazione tra l’agenzia formativa Cnos-Fp, la Pastorale Giovanile Salesiana, la Parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo e l’impresa Astelav, protagonista anche nel dopo-Ebraco

Provengono dal Senegal, dall’Albania, dal Gambia, dall’Ecuador. Oppure sono nati qui da genitori arrivati  in Italia tanto tempo fa, e sentono il richiamo della terra madre. Come tutti gli adolescenti hanno dei sogni nel cassetto, coltivati in una terra non sempre disponibile ad aprirsi all’accoglienza. Vorrebbero mettere da parte qualche soldino, ma spesso non sanno da dove cominciare.

“Se vuoi che i giovani facciano quello che tu ami, ama quello che piace ai giovani“, diceva don Giovanni Bosco. Ed è proprio in suo nome che è partito, a San Salvario, un nuovo progetto sperimentale dedicato ai tanti ragazzi del quartiere che vivono in condizioni non facili e chiedono una mano per incanalare la giusta strada verso il mondo del lavoro.

L’agenzia formativa Cnos-Fap, la Pastorale Giovanile Salesiana, la parrocchia dei Ss. Pietro e Paolo, in collaborazione con l’impresa Astelav (già protagonista della reindustrializzazione di Embraco, insieme ai cino-israeliani di Ventures Production) e il sostegno della Compagnia di San Paolo, sono gli attori protagonisti di “Ri-generation”, un nuovo format educativo rivolto a minori in situazioni di svantaggio sociale. In occasione del lancio del progetto, ha fatto visita alla sede di via Saluzzo il rettor maggiore dei salesiani don Ángel Fernández Artime, in Piemonte già da qualche giorno.

Da maggio a luglio, i ragazzi preselezionati affronteranno 100 ore di corso pratico di riparazione  elettrodomestici, per poi avviare, a settembre, dei tirocini mirati a un vero e proprio inserimento lavorativo. Alla base di tutto, l’economia circolare, il senso del riutilizzo antispreco, l’abilità manuale nell’aggiustare ciò che comunemente finirebbe nella spazzatura. Un’esperienza pensata per piccoli gruppi, nella dimensione comunitaria della parrocchia, con del personale qualificato capace di unire teoria e pratica in una sola offerta formativa.

All’inaugurazione erano presenti anche l’ispettore salesiano don Enrico Stasi, Giorgio Bertolino, padre fondatore dell’azienda, l’assessora regionale alle pari opportunità e immigrazione Monica Cerutti e  l’assessora comunale alle politiche sociali Sonia Schellino.

“Da tempo i salesiani sono attenti alla dispersione scolastica e alle possibilità lavorative per i giovani”, ha spiegato l’ispettore. “L’idea iniziale è di don Bosco: unire l’educazione all’autonomia professionale. Spesso in soli tre anni di corso i ragazzi non riescono ad apprendere abbastanza, quindi questa nuova proposta formativa vuole essere una possibilità in più in vista di un futuro sostenibile”.

I ragazzi un tempo protetti sotto l’ala del santo sociale per eccellenza, don Bosco, sono oggi i cosiddetti “neet”, acronimo di “not (engaged) in education, employment or training”. In sostanza, giovani senza un lavoro né una base d’istruzione solida e completa.

L’idea è nata due anni fa dall’incontro tra la famiglia Bertolino e il parroco dell’oratorio San Luigi, don Mario Mergola. Ecco l’idea di fornire ai ragazzi lì accolti un’istruzione tecnica, coniugando l’attenzione per l’ambiente alle possibilità concrete di lavoro.

“Rigenerare” prende quindi il significato di “restituzione della dignità” in senso lato: agli oggetti destinati alla spazzatura, alle persone senza lavoro e prospettive.
“La prospettiva futura per questi giovani è di diventare riparatori eccellenti con competenze sia tecniche che commerciali”, spiegano i Bertolino, commossi nel vedere riparata la prima lavatrice Ariston.

Nel laboratorio si prendono elettrodomestici destinati ai rifiuti e si rigenerano rendendoli nuovamente funzionali. Un processo che, nei disegni imprenditoriali illuminati come quelli dell’Astelav, dovrebbe diventare sempre più preponderante.

“L’interdisciplinarità è fondamentale – ha commentato l’assessora Cerutti – e questo progetto ci porta a riflettere sulla sostenibilità mettendo in atto un modello formativo molto più snello. Ragioniamo in termini di discriminazione positiva, riconoscendo le potenzialità di questi ragazzi”.

“La dimensione del sogno per don Bosco era fondamentale – ha aggiunto l’assessora Schellino – e dobbiamo far sì che oggi questi ragazzi possano trovare nella società dei punti di riferimento per realizzare ciò che desiderano. San Salvario va rivalutato come quartiere pieno di solidarietà, capace di far nascere iniziative simboliche come questa, una formazione professionale manuale per la quale i salesiani vantano una lunga tradizione”.

“Aiutiamoli a diventare finalmente dei professionisti”, ha esortato infine don Artime. “Ci sono un’azienda e le istituzioni che si stanno impegnando insieme. Noi salesiani, del resto, nei giovani abbiamo sempre creduto tanto”.

CORRIERE DELLA SERA, edizione di Torino, 22 maggio 2018 

Negozio e laboratorio, Astelav fa il bis in San Salvario

Sette migranti assunti per rigenerare gli elettrodomestici. E alla Embraco si riconvertiranno frigoriferi

Lisa Di Giuseppe

Sette ragazzi da sette Paesi diversi. Vengono da Ecuador, Nigeria, Marocco, Albania, Senegal, Gambia e
Romania gli ultimi arrivati in casa Astelav: l’azienda di Vinovo fa il bis nel business della rigenerazione,
inaugurando a San Salvario il Ri-Generation Shop e il Ri-Generation Lab.
Dopo l’inaugurazione del primo negozio a Porta Palazzo, oggi arriva il secondo: uno store di elettrodomestici rigenerati al portone affianco, in cui ha sede il laboratorio dove gli operai insegnano il
mestiere alle nuove leve. Forze fresche che condividono lo stesso destino: aver raggiunto l’Italia da minori
non accompagnati.

Insieme ai Salesiani della parrocchia di San Pietro e Paolo, la famiglia Bertolino, da 55 anni alla guida della ditta, ha infatti scelto di dar loro l’opportunità di imparare un mestiere. Di qui l’idea di far partire un corso di 100 ore teoriche e pratiche che permetterà ai sette ragazzi di apprendere le basi della professione ed eventualmente di proseguire il lavoro in Astelav.

Ancora una volta, spiegano i Bertolino, nell’attività dell’azienda si cerca di combinare l’attenzione al territorio con il benessere di chi lo abita. Racconta Ernesto, figlio del fondatore Giorgio e responsabile marketing: «Puntiamo sull’economia circolare: recuperiamo oggetti che altrimenti verrebbero buttati. In più, cerchiamo di impiegare persone che sono rimaste senza impiego o si trovano in difficoltà». È questa la storia degli otto dipendenti già assunti nell’ambito del progetto Ri-Generation a Porta Palazzo.
E sarà quella dei 40 lavoratori Embraco che passeranno con l’impresa di Vinovo, se tutto andrà secondo i
piani prestabiliti. «Domani è il giorno dei tavoli, è vero. Vedremo come andrà, ci sono ancora diverse questioni da risolvere», puntualizza Ernesto Bertolino. Che poi però tronca di netto: «Embraco è importante, ma oggi parliamo di un’altra storia».

Insomma, dopo Ri-Generation, si aspetta che arrivi l’ok da Roma per assistere a un lieto fine anche per i dipendenti di Riva di Chieri, che appena possibile dovrebbero iniziare la rigenerazione di frigoriferi nel vecchio stabilimento dell’azienda brasiliana. L’ultimo intoppo burocratico sul passaggio è però di pochi giorni fa: per gestire gli R1, la categoria dei rifiuti speciali di cui fanno parte i frighi, c’è bisogno di un’autorizzazione particolare, che però non è stata ancora concessa a Astelav dalle autorità competenti.

LA REPUBBLICA, edizione di Torino, 22 maggio 2018 

Ragazzi rigenerano le vecchie lavatrici

A San Savalvario aperto un laboratorio organizzato da Astelav, l’azienda che assorbirà 40 dipendenti
Embraco a Riva di Chieri

Un negozio di elettrodomestici rigenerati a San Salvario, che si aggiunge a quello già in attività a Porta Palazzo. E un corso di formazione per ragazzi a rischio emarginazione in collaborazione con i Salesiani.

Sono le due nuove iniziative di Rigeneration, il progetto di economia sociale e sostenibile dell’azienda torinese Astelav. Che anche grazie a queste nuove attività potrà assorbire una quarantina di lavoratori del’Embraco di Chieri.
Ri-generation è un progetto che si basa sui valori della solidarietà, del lavoro, della salvaguardia dell’ambiente. È nato all’inizio del 2017 dalla collaborazione fra l’imprenditore Giorgio Bertolino, titolare di Astelav, e il Sermig di Ernesto Olivero. Il primo passo è stato l’apertura nella sede di Astelav, a Vinovo (Torino), di un laboratorio per la rigenerazione di elettrodomestici per creare opportunità di lavoro per persone in difficoltà e contribuire a costruire una mentalità di contrasto allo spreco. Un anno fa poi l’inaugurazione in via Mameli 14, del primo Rigeneration Shop italiano, dove si vendono lavatrici e lavastoviglie rigenerate. Ora due altri i passi avanti grazie alla collaborazione con la Famiglia Salesiana: il secondo Rigeneration Shop e il Ri-Generation Lab, un corso per “Riparazioni e rigenerazione di elettrodomestici” che si terrà nella sede del Cnos/Fap di Valdocco e presso l’Oratorio della Parrocchia di San Pietro e Paolo, in via Saluzzo 39. «Lo scopo – spiega Bertolino è fornire le basi per la riparazione di elettrodomestici e dare ai giovani le conoscenze per un giusto approccio al lavoro». Al corso sono iscritti 8 adolescenti, fra i 15 i 17 anni di 8 Paesi diversi: Ecuador, Nigeria, Marocco, Albania, Senegal, Gambia, Romania, Italia. Nel laboratorio a Vinovo, sono già stati riparati e rigenerati più di 1.200 elettrodomestici. Più della metà di questi erano rifiuti destinati alla rottamazione.

A La Voce e Il Tempo la provocazione di Matteo Aigotti dell’Educativa di Strada: “Gli adulti ‘da salotto’ non educano

Matteo Aigotti, assistente sociale, coordinatore dei progetti di Educativa di strada all’Oratorio San Luigi di Torino, Barbara Celia, assistente sociale esperta in ambito giuridico, sono due educatori da alcuni anni impegnati sul fronte della prevenzione del disagio giovanile. Per La Voce e Il Tempo, settimanale della Diocesi di Torino, hanno riflettuto su alcuni fatti di cronaca collegati alla problematica del bullismo, in cui sono protagonisti adolescenti, con l’intento di lanciare una sfida agli adulti.
LA VOCE E IL TEMPO, edizione del 29 Aprile 2018. Articolo di Matteo AIGOTTI, Barbara CELIA
Preoccupazione. Timore. Grandi titoli sui giornali. Una marea che sembra non più incanalabile, che sfugge al nostro controllo e alla nostra azione. Baby gang. Ci si chiede “che succede ai nostri ragazzi? ” Abuso dell’agio o disagio di relazioni, sofferenze affettive, necessità di gridare contro un dolore muto. Emergere da un’apparente normalità per far esplodere un’aggressività inaspettata. Distese di solitudine. Spazi a volte osservati, studiati, ma forse… poco abitati. Per noi oggi il bullismo non è la culla della criminalità. Almeno: non per definizione. A meno che non siamo noi, lentamente, a esiliare una vita possibile in un ambito di emarginazione. La nuova legge sul cyberbullismo che ha preso vita nel giugno 2017 è una norma di diritto mite: vuol dire che passa il testimone al mondo dell’educazione e non alle azioni di polizia. Per innalzare la cura delle relazioni, non per inasprire le pene. Il legislatore ci crede. Ma noi? Cosa provoca in noi il ragazzetto coi pantaloni a vita bassa, che si avvicina in gruppo, col giubbotto di pelle, le mani in tasca o la sigaretta in bocca? Ci sorge il desiderio di incontrarlo o ci assale il terrore? E così lo strafottente a scuola, la figlia della vicina di casa che non mi saluta mai e sbatte le porte; ma allo stesso tempo il giovane silenzioso, quasi invisibile, di cui non c’è traccia nei ricordi di nessuno.
I ragazzi hanno bisogno degli adulti in prima persona, non dei nostri discorsi, e del nostro sdegno

Quando fai educativa di strada queste domande fanno sorridere, perché agganciano le nostre emozioni e si affacciano immagini di volti, nuovi amici, originali relazioni che si colorano riempiendosi di vita dal momento in cui incontri un giovane e gli fai capire che… per te è importante. Nei panni dell’educatore, in particolare in servizi di educativa di strada, devi interiorizzare un approccio che vede l’adulto andare verso un mondo di minori e giovani che, per essere compresi, accolti, indirizzati, necessitano di uno sforzo razionale ed emotivo. Ma a ben vedere l’impegno, l’applicazione razionale ed emotiva non sono peculiarità del mondo adulto? Viceversa assistiamo ad un mondo adulto “da salotto” che all’azione subita, alla quale spesso assiste da spettatore, agisce con l’emotività senza il filtro della razionalità. Da qui la difficoltà a far sostenere la frustrazione di un brutto voto, la fatica di accettare i propri figli per come sono e non per come vorresti che fossero. Come educatori di strada, assistendo agli ultimi fatti accaduti a Torino – e in specifico in P.zza Bodoni – ci siamo chiesti: cosa ci faceva un ragazzino adolescente in quel contesto, a quell’ora della notte? Chi si preoccupava di lui? Chi sono gli adulti che in qualche modo hanno permesso che i fatti accadessero? I rimedi? Spesso le idee semplici sono quelle di maggior successo, spesso ritornare a tempi passati produce innovazione. Come sono lontani i tempi dei giardinetti, dei cortili, dove i bambini e i ragazzi erano figli di tutti. Non era quella responsabilità condivisa e comunitaria?

Fa ancora più male sentire una madre in televisione dire: “quei ragazzini devono essere puniti” riferendosi a minori di età compresa tra gli 11 e i 14 anni. Involontario cogente esempio di adulti da salotto che divengono protagonisti, non già nella vita sociale e comunitaria del territorio, ma del salotto stesso. Ritornare in strada ad incontrare i nostri ragazzi vuol dire, all’opposto, tornare ad esercitare le responsabilità adulte e questo non può e non deve essere prerogativa degli educatori di strada, ma del mondo adulto nel suo complesso. Il vero problema di oggi, forse, non è capire cosa farne di questi bulli, ma scoprire che hanno una storia, un nome, delle ferite e dei desideri. “Giovanni: cosa sai fare bene?” “Niente. Lasciami stare.” Non dedicarsi a cercare spegne la vita. La creatività nello scoprire cosa possiamo fare, chi possiamo essere, invece, la riaccende. Nella vita ciascuno di noi deve potersi sperimentare per mettersi alla prova. Si può sperimentare nel bene. O nel male. L’identità di ciascuno si incardina nelle situazioni in cui usiamo la nostra forza per primeggiare, farci notare; così come si plasma anche attraverso lo sguardo amorevole di chi ci sprona a riprovare, a non mollare, chi asciuga le nostre lacrime nelle delusioni e festeggia per i nostri successi. Queste ultime occasioni dovrebbero avere il sapore del focolare, l’odore della mamma e del papà, delle coccole dei nonni. Ma non possiamo credere che sempre avvenga e che solo quello sia il luogo eletto.

E se le porte di casa si aprono allora ciascuno di noi è interpellato: se ha dato vita ad un figlio, se ha a cuore i giovani, se insegna, se è educatore, se è un nonno… se intesse relazioni con altre storie. Se abita questo mondo, che magari contesta, ma che può essere modificato solo con l’intervento di ciascuno: dai piccoli gesti possibili, non da ideali e lamentele. Ci sono parole e sguardi che danno vita, che restano. Come ci sono parole e silenzi che fanno morire.Se hai voglia di parlare di giovani e se desideri per loro delle occasioni di bene non puoi bluffare. Devi comprometterti, sporcarti le mani, devi perdere il sonno la notte, devi aver voglia di sentire la stanchezza, devi pensare di fallire con un dolore pari alla gioia di quando le soddisfazioni ti fanno scoppiare il cuore per la felicità. Te la senti? Altrimenti possiamo continuare a fare discussioni da salotto, ma… cambiando argomento. I ragazzi hanno bisogno di noi, in prima persona. Non dei nostri discorsi e del nostro sdegno. Hanno bisogno di ritrovare la strada, partendo da lì. Dal luogo in cui sono.

Una gita a Nizza con la Sala Giovani DB

La “Sala Giovani DB“, anima universitaria pulsante del San Giovannino di Torino, organizza un viaggio nella capitale della Costa Azzurra, rinomata per il suo clima soleggiato e il suo peculiare multiculturalismo. Nizza con uno dei lungomare più belli al mondo si configura non solo come il luogo ideale per passeggiare, fare jogging e rilassarsi in riva al mare, ma anche come una città dalla storia millenaria, fieramente consapevole della sua unicità nel panorama francese ed europeo con la sua particolare città vecchia, il porto, le chiese, i musei e le colline tutt’attorno.

Ecco il programma  che caratterizzerà la gita a Nizza:

  • ore 07.00 – Partenza da Via Madama Cristina, 1 e successiva sosta in autostrada
  • ore 10.30 – Arrivo a Nizza
    – visita libera al centro storico (casa di Garibaldi e Paganini)
    – per gli appassionati di arte contemporanea, visita al museo di Marc Chagal e Henri Matisse
    – passeggiata alberata alla Coulée verte, passando per Piazza Massena, Promenade, Giardini e Cascata.
  • ore 18.00 partenza da Nizza per Torino, con arrivo previsto alle ore 22.00

La gita è rivolta a tutti e prevede una quota partecipativa: 30 € per giovani e universitari e 40 € per tutti gli altri.
Iscrizioni entro il 5 maggio 2018, fino ad esaurimento posti.

Informazioni

Mail: uni.gianni@gmail.com

Tel: 338.5899300