Vivere la settimana Santa con …un pensiero al giorno: DOMENICA DI PASQUA
DOMENICA DI PASQUA
I vangeli di Pasqua ci raccontano di donne che corrono al sepolcro. Donne che avevano conosciuto il Signore, lo avevano accompagnato lungo le strade della Galilea, si erano entusiasmati davanti alle sue parole, ai suoi miracoli, che avevano fatto esperienza del suo amore, un amore che li aveva accolti, perdonati e coinvolti. Ma anche di persone ancora incerte, dubbiose, con le loro fatiche, sofferenze, i loro tradimenti e rinnegamenti. Persone piene di domande, soprattutto quella domanda: “perché quella morte in croce?”. Gesù resterà un bel ricordo?
Tutto è chiuso in quella tomba, chiusa da quella grossa pietra! Tutto era diventato ricordo! E allora il loro andare al sepolcro era per visitare un morto, per mantenere vivo il ricordo, ma i loro dubbi, incertezze, sofferenze, rimanevano, anzi erano accresciuti: “noi speravamo”, diranno i due discepoli di Emmaus, “che fosse il Signore la nostra salvezza, ma tutto è crollato su quella croce, racchiuso in quella tomba”.
Ma a quella tomba, a quell’appuntamento avviene l’incredibile, il non-atteso: la pietra è stata tolta dal sepolcro, la tomba è vuota. È il primo miracolo a cui assistiamo, ancor prima di ricevere l’annuncio della resurrezione: la pasqua rotola via le pietre pesanti che pesano sulla nostra vita e su quella degli altri, le pietre più dure contro cui vanno a schiantarsi speranze e aspettative: la pietra della sfiducia, che ci rende dei “rassegnati”, con l’idea che al peggio non c’è mai fine, diventando dei perenni pessimisti; la pietra del peccato, dell’egoismo, che fa vedere solo noi stessi e ci impedisce di vedere il volto degli altri e la luce di Dio; le pietre dei pregiudizi, delle condanne, delle mormorazioni, di rancori e inimicizie mai risolte; le pietre della paura, della mondanità; anche le pietre che in questo periodo il coronavirus ha creato in noi e attorno a noi. Il risorto ha rotolato via anche la pietra della morte, che lo teneva imprigionato nella terra.
La prima grande notizia di Pasqua: nessun macigno, nessuna pietra è inamovibile, perché secondo una felice immagine di Tonino Bello la Pasqua è la “festa delle pietre rotolate”.
Ma non è sufficiente saperlo! Occorre andare a quel sepolcro, bisogna cercare Gesù, occorre ripartire da Lui. E’ l’esperienza di Pietro e soprattutto dell’altro discepolo, di cui racconta Giovanni nel suo Vangelo: “Entrò, vide e credette!” Gesù è risorto, è veramente risorto! (non c’è il nome quasi a dire che potremmo essere ciascuno di noi, anzi è un invito ad essere noi quell’altro discepolo!)
Entriamo anche noi allora in quel sepolcro, facciamo anche noi esperienza del Risorto, allora tutto cambia.
Significa che l’amore di Dio è più forte del male e della stessa morte. Significa che il suo amore può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore. Significa che l’odio, l’egoismo non hanno l’ultima parola.
Se Gesù è risorto significa che c’è speranza per te, per me, per noi, per il mondo, non siamo più sotto il dominio del peccato, del male! Ha vinto l’amore, ha vinto la misericordia! Ha vinto la vita!
Il Signore è risorto. Egli vive in mezzo a noi, quando guardiamo a Lui, quando ascoltiamo le sue parole, quando preghiamo. E’ vicino a chi soffre, è accanto alle ferite di chi ha bisogno.
Facciamo esperienza del risorto: del suo amore, lasciamoci coinvolgere dalle sue parole, dai suoi inviti, lasciamoci avvolgere dalla sua misericordia, dal suo perdono. Fermiamoci in silenzio, in ascolto, in preghiera con Lui.
E da quel sepolcro, da quest’incontro anche noi riprendiamo il cammino per divenire come i discepoli profeti della resurrezione, che rivelano al mondo l’amore di Dio che non si rassegna alla morte e al male.
Il mondo, il nostro vivere insieme, soprattutto in quest’ora, oggi, ha bisogno di noi, ha bisogno di donne e uomini della resurrezione, ha bisogno della nostra voce di speranza. Portiamo questa notizia con la nostra vita, con i nostri atteggiamenti, con i nostri gesti di servizio, di accoglienza, con il nostro sorriso.
Così renderemo più bella, più luminosa non solo la nostra vita, ma anche quella di chi incontreremo. Renderemo più bello il nostro vivere insieme.
Cristo è risorto dai morti! Veramente è risorto! Amen
https://www.chiesacattolica.it/liturgia-del-giorno/?data-liturgia=20200412
Don Claudio