La Voce e il Tempo: l’Oratorio San Luigi aiuta la rinascita di Ousmhan

Il settimanale La Voce e il Tempo, a firma del giornalista Stefano di Lullo, ha raccontato la storia di Ousman. Giovane proveniente dal Gambia con il progetto nazionale “M’interesso di te”, dopo l’incontro con educatori dell’Educativa di strada dell’Oratorio San Luigi ha potuto rigenerare la propria vita e non far più parte dei tanti giovani minori stranieri definiti “invisibili”.

 

Info su Educativa di Strada

 

 

 

 

Incontro con Adnan e gita al mare per i ragazzi della Comunità MSNA del San Luigi

Nella giornata del 3 agosto i ragazzi della Comunità Minori Stranieri Non Accompagnati dell’Oratorio San Luigi hanno vissuto una giornata di gita al mare a Loano, comune ligure della provincia di Savona. I ragazzi e gli accompagnatori sono stati ospiti del Garden Hotel, dove ad attenderli c’era Adnan, ragazzo proveniente dal Bangladesh, che è stato ospite della Comunità Minori Stranieri Non Accompagnati dell’Oratorio San Luigi dal 2013 al 2014 e ora lavora come dipendente del Garden Hotel. Con loro era presente don Mauro Mergola, tutore legale di questi ragazzi e incaricato dell’Oratorio San Luigi che ci ha detto:

Siamo andati a trovare Adnan e ci hanno ospitato, abbiamo vissuto con lui questa giornata per aiutare i ragazzi della Comunità a conoscere l’esperienza positiva di un giovane come loro che li ha preceduti e con impegno e determinazione ha costruito il proprio futuro umano, professionale e lavorativo.

 

Centro Accoglienza MSNA

 

 

 

La casa alpina di Solomiac ospita il campo Giovani

I Giovani dell’Oratorio Santi Pietro e Paolo e dell’Oratorio San Lugi hanno vissuto una settimana formativa da lunedì 16 a domenica 22 luglio a Solomiac nella casa alpina della Parrocchia Santi Pietro e Paolo. Questo momento è stata occasione di crescita insieme per tutti, attraverso i tempi di formazione, di animazione, di gioco, di preghiera.

 

Ecco la Fotogalleria

 

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Casa Alpina di Solomiac, luogo di formazione per tanti ragazzi

A 4 km dal comune di Cesana Torinese si trova la frazione di Solomiac. Qui nel 1957 il parroco don Sebastiano Bonifetto acquistò una casa e diversi appezzamenti di terreno boschivo che si trovano tra i comuni montani di Oulx e Cesana. Nel 1998 la casa diventa proprietà della Parrocchia Santi Pietro e Paolo su interessamento e richiesta dell’allora parroco don Piero Gallo presso la Diocesi di Torino che autorizzò a prendere questo lascito fatto dal parroco precedente. Ancora oggi la casa viene utilizzata dalla Parrocchia per attività di formazione come spiega l’attuale parroco don Mauro Mergola:

Questa casa è destinata ad attività di formazione di educazione e di culto per i ragazzi della Parrocchia, soprattutto ogni anno nel periodo estivo si propongono dei campi di formazione per le varie fasce di età. Così anche ogni anno, dal momento in cui il tempo è favorevole si offrono dei week-end di formazione secondo la tipologia di ragazzi che la nostra Parrocchia incontra, dai cresimandi, ai ragazzi delle Medie, ai gruppi di animatori.

 

Fotogallery

parrocchia santi pietro e paolo

 

 

 

 

 

Premiazione a “Campioni nella vita” per l’A.S.D. Auxilium San Luigi

A Campioni nella Vita evento organizzato dal CSI (Centro Sportivo Italiano), Lega Serie A e TIM sviluppato all’interno del torneo Junior TIM Cup è stata premiata la squadra dell’A.S.D. Auxilium San Luigi, allenata da Massimo Terazzan. Da alcuni anni questa iniziativa viene proposta alle società sportive di tutti i comitati CSI d’Italia. Le squadre che aderiscono all’iniziativa devono realizzare e documentare, in un periodo stabilito, una o più azioni di solidarietà o volontariato scegliendo una realtà disagiata nel proprio quartiere o paese. Fatto questo devono inviare il lavoro prodotto a una giuria formata da componenti di Lega Serie A, TIM e CSI, che valuta l’operato di tutte le squadre e sceglie la vincitrice a livello nazionale.

 

 

Info su A.S.D. Auxilium San Luigi

 

 

 

A Solomiac inizio delle attività estive con il campo Elementari

Dal 1 al 7 luglio alcuni ragazzi e ragazze della Scuola elementare hanno partecipato al “Campo Micro” nella casa alpina  della Parrocchia Santi Pietro e Paolo a Solomiac, frazione del comune di Cesana Torinese a 1379 metri di altezza. Il film Percy Jackson e gli dei dell’olimpo è stato lo spunto per affrontare con i ragazzi i temi dell’amicizia della lealtà e della diversità. Sono state due le figure di riferimento proposte ai ragazzi come modelli da seguire: il beato Antonio Rosmini, pensatore, prete, fondatore, e Michele Magone, uno dei ragazzi che nella sua vita ha incontrato don Bosco e a cui si è affidato.
Tante sono state le attività svolte durante la settimana, ci sono stati momenti di riflessione, di preghiera, di gioco, di passeggiata, i falò serali. Sono stati momenti vissuti insieme che hanno voluto essere un’opportunità per rafforzare i rapporti personali e formare comunità. Sabato 7 mattino si è conclusa l’esperienza con la S. Messa celebrata dal parroco don Mauro Mergola, seguita dal pranzo condiviso con i ragazzi, gli animatori e i genitori.

Qui di seguito la fotogalleria:

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Testimonianze da Spazio Anch’io

I giovani di Spazio Anch’io ci presentano in questo breve video la loro esperienza. Ogni pomeriggio sono tante le attività che l’equipe degli animatori propone ai ragazzi.

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A La Voce e Il Tempo cronache estive d’integrazione negli Oratori di San Salvario

Il settimanale La Voce e Il Tempo, a firma del giornalista Stefano di Lullo, ha dedicato un pezzo all’inclusione che si vive a trecentosessanta gradi negli Oratori Estivi, da Falchera a Porta Palazzo fino a San Salvario, quartiere multietnico, quest’ultimo, in cui opera  il salesiano don Mauro Mergola, e in cui ogni giorno si vive la sfida dell’integrazione. 

Estate negli Oratori, qui è «straniero» un ragazzo su tre

Cronache di integrazione –  l’inclusione è a tutto campo: estate ragazzi nel campo rom di via Germagnano. Tra gli animatori delle parrocchie di Settimo Torinese ci sono i migranti del Centro Fenoglio

L’oratorio estivo arriva anche al campo Rom di via Germagnano alla periferia nord di Torino: fra il degrado che nell’insediamento nomadi continua ad essere al limite della dignità umana gli animatori dell’oratorio San Pio X di Falchera con il parroco don Adelino Montanelli, in rete con l’Ufficio per la Pastorale dei Migranti, la Comunità Abramo e il Comune, tutti i mercoledì, parallelamente alle attività in parrocchia, regalano alcune ore di gioco ai bambini che vivono lì con il tipico stile dell’oratorio. Allo stesso modo la parrocchia Cafasso ha avviato un progetto di inclusione di bambini rom.

Sono solo due degli esempi di integrazione e accoglienza, forse i più forti, che gli oratori estivi incarnano: in queste settimane sono mobilitati in tutta la diocesi dove, soprattutto nei quartieri periferici torinesi e della prima cintura segnati dall’emergenza,  diventano la «casa» per le famiglie del territorio. Alcuni centri si colorano con oltre trenta nazionalità, appartenenti a diverse religioni. La maggior parte delle estate ragazzi oratoriane conta il 25% di iscritti di origine straniera, in alcuni casi si supera ampiamente il 50%. Non si tratta solo delle ordinarie attività aggregative: gli oratori aprono anche alla sera e nei week-end coinvolgendo a tutto campo le famiglie del quartiere: numerosi i progetti che favoriscono l’inclusione degli stranieri, dei migranti, dei disabili, dei ragazzi svantaggiati.

San Salvario e l’Educativa di Strada 

Nei mesi estivi si intensifica l’attività di «Spazio Anch’io» al Parco del Valentino (tra via Medaglie d’Oro e via Ceppi), la postazione dei Salesiani dell’oratorio San Luigi di San Salvario, guidato da don Mauro Mergola, dove gli educatori tutti i pomeriggi stanno accanto ai ragazzi che si incontrano sulla strada accompagnandoli a riprendere in mano la propria vita. Da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19 gli animatori dell’Educativa di strada propongono scuola di italiano, laboratori, tornei, street art, lab music e uscite.  «Il venerdì», spiega Giulia Melardi, educatrice, «si tengono laboratori artigianali: un tappezziere insegna ai ragazzi a cucire, seguono dunque laboratori sul confezionamento di borsette o portafogli, il tutto utilizzando il cucito».

 

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Serata di festa all’Oratorio per i Santi Pietro e Paolo Apostoli

I ragazzi, gli animatori e i genitori che partecipano a Estate Ragazzi si sono ritrovati la sera di giovedì 28 giugno nel cortile dell’Oratorio di via Giacosa 8 per festeggiare i Santi Pietro e Paolo Apostoli, patroni della Parrocchia e dell’Oratorio. I ragazzi e gli animatori hanno presentato il risultato dei lavori svolti durante le scorse settimane nei tanti laboratori: musica, danza, teatro, illusionismo, canto, multimedia. Nella medesima serata gli animatori con un balletto hanno presentato a tutti l’inno dell’Estate Ragazzi. La serata si è conclusa guardano le fotografie delle passate settimane di Estate Ragazzi proiettate sul grande schermo e mangiando un pezzo di anguria offerto a tutti. Alla serata era anche presente l’incaricato dell’Oratorio, il salesiano don Mauro Mergola, il quale ha detto:

Ringraziamo questa sera tutti gli animatori che hanno organizzato l’Estate Ragazzi di queste prime tre settimane. A tutti ricordiamo che questa festa è dedicata ai santi Pietro e Paolo Apostoli. Pietro: significa essere pietre. Ogni ragazzo, ogni famiglia della nostra Parrocchia è invitata ad essere pietra viva che costruisce la comunità, quindi dare il proprio contributo per il bene di tutti. Paolo: significa piccolo. Chi si fa piccolo e riconosce la centralità di Dio come ha fatto Paolo diventa grande, chi non si fa piccolo e pensa di essere grande non vale nulla agli occhi di Dio. Noi siamo un po’ come lo zero, Dio è come l’uno, se l’uno sta davanti allo zero, lo zero acquista valore se l’uno non viene considerato o è posto dopo lo zero, non ha nessun valore. Paolo è diventato grande perché ha messo davanti a se il Signore così anche noi siamo chiamati ad essere grandi, alla sua scuola se mettiamo al centro della nostra vita il Signore Gesù.

 

Ecco la photogallery della serata

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Don Mergola e Don Ciotti dopo l’aggressione al giovane del Darfur a Torino: “le parole violente alimentano il razzismo”

Sulla “violenza verbale che rischia di tradursi in violenza di fatto” è intervenuto don Luigi Ciotti, prete torinese e fondatore del Gruppo Abele (Associazione che promuove l’inclusione e la giustizia sociale) per commentare le botte e gli insulti razzisti subiti, venerdì sera, da uno studente universitario del Darfur che vive alla parrocchia dell’Ascensione di Torino.  Gli fanno da eco Matteo Aigotti, educatore a Spazio Anch’Io al Parco del Valentino, che denuncia il linguaggio politico intriso di razzismo, e don Mauro Mergola, parroco a Santi Pietro e Paolo Apostoli in San Salvario e direttore dell’oratorio salesiano San Luigi di via Ormea, che spiega come negli ultimi anni è aumentato il malessere e il sospetto verso i ragazzi di colore della zona, che si sono fatti la fama di essere spacciatori tra gli abitanti del quartiere.

LA STAMPA, edizione del 7 luglio 2018. Articolo a cura di Maria Teresa MARTINGENGO

Don Ciotti: “Le parole violente stanno fomentando un clima razzista”

L’allarme dopo l’aggressione al giovane del Darfur

«C’è una violenza verbale che rischia di tradursi in violenza di fatto. C’è degrado nelle parole, nei linguaggi e anche nei comportamenti, c’è un clima giudicante. Credo che dovremmo fare una dieta delle parole: dobbiamo trovare l’umiltà di fermarci». È la reazione di don Luigi Ciotti alle botte e agli insulti razzisti subiti venerdì sera da uno studente universitario del Darfur che vive presso la parrocchia dell’Ascensione e collabora con l’ex assessora Ilda Curti.  Ieri pomeriggio don Ciotti era nel salone del Gruppo Abele per presentare la nuova grande accoglienza che nascerà, grazie ai Gesuiti, a Villa Santa Croce di San Mauro. Da Torino aveva annunciato l’iniziativa delle «magliette rosse» di sabato. «Tutti in maglietta rossa per dire da che parte stiamo, per dire che stiamo dalla parte delle fragilità».

Sospetto

Le parole che ogni giorno fanno di ogni erba un fascio, cioè di ogni migrante una persona indesiderata, l’ha detto Ciotti, creano l’atmosfera che si coglie sui mezzi pubblici, con i borbottii quando una madre velata sale con un passeggino, quando persone identificabili come non di origine italiana vengono additate come «quelli che ricevono aiuti mentre gli italiani fanno la fame». Don Mauro Mergola, parroco ai Santi Pietro e Paolo Apostoli a San Salvario e direttore dell’oratorio salesiano San Luigi di via Ormea, tra i più «mondiali» della città, ammette che «c’è un clima di maggior sospetto rispetto ad un po’ di tempo fa e i ragazzi sentono disagio. Naturalmente c’è un grande malessere da parte della gente verso chi vende la droga. Il fatto è che i giovani senegalesi si sono fatti la fama di essere spacciatori. Però, noi che in largo Saluzzo siamo in mezzo alla movida, sappiamo che vendono alla grande anche gli italiani, solo che non sono riconoscibili». Don Mauro combatte con l’arma della conoscenza e del coinvolgimento. «In settembre in parrocchia apriremo un housing per quattordici giovani italiani e stranieri: stiamo creando una rete di accoglienza per far sì che ogni ragazzo sia sostenuto e accompagnato da una famiglia. Non da un singolo volontario, ma da una famiglia, che lo faccia sentire importante per qualcuno, senza interessi».

Sdoganamento

Non mancano testimonianze che dicono che dalla politica arriva lo sdoganamento del linguaggio razzista. «Ci sono ragazzi italiani che sono cresciuti qui al Valentino tra i giovani migranti, che hanno amici di varie origini – dice Matteo Aigotti, educatore di Spazio Anch’Io, l’oratorio all’aperto del San Luigi accanto a Torino Esposizioni- eppure bisogna leggere cosa scrivono su Facebook: parole cariche di odio. È un modo sbagliato per rivendicare il lavoro che non c’è per i giovani italiani. L’espressione ricorrente su Facebook e sui tram è “io non ho soldi, non ho lavoro ma per i neri c’è tutto”». Di sdoganamento delle parole che esprimono razzismo parlano anche all’Ufficio Stranieri dell’Anolf-Cisl: «Ci sono datori di lavoro che quando hanno un contrasto con i dipendenti se ne escono con “Adesso c’è Salvini, è finito il tempo della pacchia”. E lavoratori che raccontano come certe parole facciano male, che nello scherzo c’è chi ormai passa il limite».

 

 

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