Notizie dalle Parrocchie: Nuovo testo per il Padre Nostro

 

La preghiera del Padre Nostro è per eccellenza la preghiera universale per tutti i cristiani. Quella che ci è stata consegnata nel giorno del nostro Battesimo; il modo in cui ci rivolgiamo a Dio in qualità di Padre. Rappresenta l’unica invocazione dettata da Gesù agli uomini, con la quale Lui stesso si rivolge a Dio. Per questo sicuramente si può affermare che il Padre Nostro rappresenta il compendio di tutto il Vangelo, come affermava Tertulliano, grande padre della Chiesa.

Questa, che è la prima preghiera che tutti abbiamo imparato, cambia! L’invocazione a Dio “non indurci in tentazione” è stata modificata con una traduzione ritenuta più appropriata: “non abbandonarci alla tentazione”.

Anche se l’uso liturgico obbligatorio sarà introdotto a partire dalle Messe del 29 novembre di quest’anno, prima domenica d’Avvento, già dalla quaresima (ad iniziare dal Mercoledì delle Ceneri) vogliamo incominciare ad usare la nuova versione.

Il motivo per cui i vescovi italiani hanno deciso la modifica di una delle più antiche  e conosciute preghiere cristiane è per una maggiore fedeltà alle intenzioni espresse dalla preghiera di Gesù e all’originale greco. Infatti l’originale greco usa un verbo che significa letteralmente “portarci, condurci”. La traduzione latina “inducere” poteva richiamare l’omologo greco. Però, in italiano “indurre” vuol dire “spingere a..” in sostanza, far sì che ciò avvenga. E risulta strano che si possa dire a Dio “non spingerci a cadere in tentazione”. Insomma, la traduzione con “non indurci in …” non risultava fedele.

Il nuovo “Padre nostro” risponde anche a una precisa indicazione di papa Francesco che più volte è intervenuto sull’argomento, sottolineando come l’invocazione “Non ci indurre in tentazione” non è una buona traduzione, «Anche i francesi – ha detto – hanno cambiato il testo con una formulazione che dice “non lasciarmi cadere nella tentazione”’. Sono io a cadere, non è lui che mi butta nella tentazione per poi vedere come sono caduto, un padre non fa questo, un padre aiuta ad alzarsi subito».«Quello che ti induce in tentazione  è Satana, quello è l’ufficio di Satana».

Lo stesso Giacomo lo ricorda. «Nessuno, quando è tentato, dica: “Sono tentato da Dio”; perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno» (Giac 1, 13). Il nostro è un Dio che ci soccorre, che ci aiuta a non cadere in tentazione. Non un Dio che in qualunque modo ci tende una trappola. Questa è un’idea assolutamente inaccettabile.

 

don Claudio