PILLOLA DELLA DOMENICA

La forza della semplicità

Un uomo sussurrò: Dio, parla con me! E un usignolo cominciò a cantare, ma l`uomo non l`ascoltò. Allora l`uomo ripeté: Dio, parla con me! E si sentì l`eco di un tuono, ma l`uomo fu incapace di ascoltare. L`uomo si guardò attorno e disse: Dio, fa che ti veda! E una stella brillò nel cielo ma l`uomo non la vide. L`uomo cominciò a gridare: Dio, mostrami un miracolo! E nacque un bambino, ma l`uomo non sentì il battere della vita. Allora, l`uomo cominciò a piangere e disperarsi: Dio, toccami e fammi sapere che sei qui con me! E una farfalla si posò dolcemente sulla sua spalla.

L`uomo spaventò la farfalla con una mano e deluso continuò la sua strada, triste, solo e con paura. Fino a quando dobbiamo soffrire per comprendere che Dio è sempre dove c`è la vita? Fino a quando lasceremo i nostri occhi ed i nostri cuori chiusi di fronte ai miracoli della vita che si presentano in tutti i momenti del giorno.

Così… semplicemente senza secondi fini.

Dal vangelo secondo Matteo (10,37-42)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Chi ama padre o madre più di me non è degno di me; chi ama figlio o figlia più di me non é degno di me; chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me. Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà. Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato. Chi accoglie un profeta perché è un profeta, avrà la ricompensa del profeta, e chi accoglie un giusto perché è un giusto, avrà la ricompensa del giusto. Chi avrà dato da bere anche un solo bicchiere d’acqua fresca a uno di questi piccoli perché è un discepolo, in verità io vi dico: non perderà la sua ricompensa».

PAROLA DEL PARROCO

Dio non va in vacanza!

Estate. Per molti, tempo in cui c’è quasi una  ricerca spasmodica del riposo, dello svago. Potremmo definire questi “i forzati delle vacanze”.

Vivere le vacanze non è solo o principalmente sospendere il ritmo lavorativo, “perché così mi riposo!”. Spesse volte si scelgono itinerari e modi di “fare vacanza”  che non favoriscono il riposo, perché sono equivoci. Non è raro sentir dire che alla fine delle ferie si torna al lavoro più stanchi di quando sono iniziate!

Le vacanze/ferie sono un tempo privilegiato per favorire il riposo fisico, ma anche per il ristoro interiore.

Pensiamo alla nostra vita.

Facciamo tante cose, siamo sempre molto indaffarati a rincorrere diecimila impegni, come se le sorti del mondo dipendessero esclusivamente da noi.

Da una parte si prova la soddisfazione di poter realizzare qualcosa, rendendosi anche utili a qualcuno, ma spesso si sente più forte il senso di impotenza perché non si riesce a fare tutto. In molti casi si ha l’impressione di essere sempre in ritardo con tutto, e che le persone che ci stanno attorno continuano a pretendere qualcosa da noi. Giornate che lasciano poco spazio al silenzio, alla riflessione, al contatto con la natura, a consolidare la relazione e l’armonia tra coniugi e con i figli; a rendere stabili e cordiali i rapporti con gli amici.

Sarà capitato a tutti, qualche volta, di aver voglia di mettersi al centro del mondo per poter gridare: “basta!!!”.

Questo normalmente accade quando pensiamo proprio che tutto dipenda esclusivamente da noi: in questo stare indaffarati Dio non c’è. Non si riesce a sperimentare l’aiuto e la vicinanza di Dio nel fare quotidiano. E si è sempre stanchi e stressati, col desiderio continuo di evadere.

Un esempio chiarissimo: vivere così è come continuare a camminare con la zavorra di uno zaino pesantissimo, che dobbiamo portare sulle nostre spalle da soli. Quando invece ci apriamo alla dimensione religiosa della vita, scopriamo la vicinanza di Dio. L’affidare al Signore ogni nostra preoccupazione ci fa sentire più leggeri e dinamici: non si cammina più con lo zaino sulle spalle, ma ci si rende conto che, nella vita, è lui che ti porta sulle spalle; anzi, è come se ti mettesse su di un aereo: tu stai tranquillo e la fatica la fa Lui.

Pensare al tempo delle vacanze significa, allora, ripensare al nostro modo di affrontare la vita. Se arriviamo a questo periodo stanchi e un po’ demotivati, forse occorre rivedere le nostre priorità e dare più spazio all’esperienza con Dio.

Al capitolo 11 del Vangelo di Matteo, il Vangelo di questa domenica, leggiamo: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro». Sembra un invito pensato proprio per noi. Abbiamo bisogno di vacanze e, proprio per questo motivo, abbiamo bisogno di Dio. Per molti mesi abbiamo continuato a fare come Marta nella casa di Betania che ha sì accolto Gesù, ma poi era «distolta per i molti servizi». È, ora, il tempo di Maria che «seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola» (Lc 10).

È questo il tempo dell’ascolto di Dio: possiamo avere più tempo per ascoltare la sua Parola.
È questo il tempo della preghiera: riprendere il filo della Celebrazione Eucaristica, anche feriale.
È questo il tempo della carità: se ci fermiamo un attimo possiamo scoprire che attorno a noi c’è tanta gente che ha bisogno, e che nel volto del prossimo posso trovare il volto di Dio.

E quando si riscopre Dio si recupera gioia, serenità, pace e forza.
Benedetta, allora, la vacanza: perché Dio non va in vacanza.

don Claudio

Questa settimana parliamo di….

“Estate Ragazzi”: unica su tre oratori

Una sola Estate Ragazzi sui tre oratori della nostra comunità: San Luigi, Santi Pietro e Paolo e Sacro Cuore di Maria.

I circa duecento bambini e ragazzi, con gli animatori e gli educatori, iniziano le giornate insieme e poi, divisi per fasce di età (elementari, prima e seconda media, terza media e prima superiore), si dividono tra le varie strutture, tra cui anche la sede del Parco del Valentino (“Spazio Anch’io”), in base alle diverse attività proposte.

L’Estate Ragazzi prosegue

Incontro con don Gianmarco Pernice

Presentiamo la prima parte dell’intervista a don Gianmarco apparsa sul Bollettino Salesiano.

“Apre le porte dell’Oratorio giorno e notte nel quartiere più problematico di Torino. Proprio come don Bosco ai vecchi tempi.”

Mi chiamo don Gianmarco Pernice e l’obbedienza mi ha regalato la possibilità di vivere la missione salesiana al centro del cuore del carisma di don Bosco nella comunità salesiana dell’opera di San Salvario a Torino accanto alla stazione di Porta Nuova.

Com’è nata la tua vocazione?

Ho vissuto la mia infanzia nella casa salesiana di Cuneo. Vivendo in oratorio mi sono innamorato della vita salesiana perché ho conosciuto una comunità di persone che hanno donato tutta la loro vita a Dio con lo stile di don Bosco.

Un modo per conoscerlo e per ringraziarlo della sua presenza in mezzo a noi in questi anni. Infatti da settembre gli sarà affidato un nuovo impegno come direttore all’oratorio di Cascine Vica (Rivoli)