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La testimonianza: Ragab e l’esperienza in MSNA

Ragab è stato ospite della Comunità Accoglienza per Minori Stranieri Non Accompagnati dell’Oratorio Salesiano San Luigi. In questo video ci parla della sua esperienza e di come sia stato aiutato in questo percorso di crescita.

Info su Accoglienza MSNA

 

 

 

 

Ritiro Sportivo A.S.D. Auxilium San Luigi

È stato organizzato per le squadre Under 12, Ragazzi (tutte le squadre), Allievi e Juniores un ritiro sportivo nella Struttura Sportiva O.A.S.I. LAURA VICUÑA sita in Via Laura Vicuña 8 – 10040 Tetti Francesi – Rivalta di Torino (Tel. 0119017636) nella giornata di sabato 15 settembre 2018.

 

Categorie UNDER 12 e RAGAZZI (2004/2005/2006)

Ore 10.00: ritrovo presso O.A.S.I. LAURA VICUÑA sita in Via Laura Vicuña 8 – 10040 Tetti Francesi, Rivalta di Torino (possibilità di partenza congiunta anche con ritrovo alle ore 9.30 presso l’Oratorio SSPP di Via Giacosa 8)

Ore 10.15: inizio dell’attività sportiva. La Struttura (utilizzata anche dal Torino Calcio F.C.) dispone di campi a 11 in erba, campi a 7, campi a 5.

Ore 13: pranzo al sacco portato da casa.

ORE 14-18: allenamenti e partite sui campi a 5 o 7, 11

Ore 18.30: S. Messa

 

Categorie ALLIEVI e JUNIORES

Ore 14.00: ritrovo presso O.A.S.I. LAURA VICUÑA sita in Via Laura Vicuña 8 – 10040 Tetti Francesi (possibilità di partenza congiunta anche con ritrovo alle ore 13.30 presso l’Oratorio SSPP di Via Giacosa 8)

Ore 14.15-18: inizio dell’attività sportiva. La Struttura (utilizzata anche dal Torino calcio F.C.) dispone di campi a 11 in erba, campi a 7, campi a 5.

Ore 18.30: S. Messa

 

COSTO: euro 5 (da consegnare direttamente agli allenatori)

ABBIGLIAMENTO: presentarsi già con divisa da gioco e un cambio (con maglia da gioco e polo Auxilium per chi la dispone)

Info su A.S.D. Auxilium San Luigi

 

 

 

 

 

 

I giovani francesi del Campo Bosco a Spazio Anch’Io

Nel pomeriggio di mercoledì 28 agosto hanno fatto visita a Spazio Anch’Io, nel parco del Valentino a Torino, circa 300 giovani francesi del Campo Bosco, un pellegrinaggio di quattro giorni alla scoperta di don Bosco. I giovani ospitati nella casa salesiana di Colle don Bosco (AT) stanno facendo un’esperienza formativa sui luoghi salesiani. Nella mattinata hanno visitato la città di Torino e i posti dove è vissuto san Giovanni Bosco. Ad accoglierli nel pomeriggio a Spazio Anch’Io c’era don Mauro Mergola, incaricato dell’Oratorio San Luigi che ci ha detto il perché di questa loro tappa:

 Oltre alla visita ai luoghi storici salesiani hanno voluto conoscere un’esperienza di servizio pastorale a Torino e sono venuti a Spazio Anch’Io. Hanno ascoltato la presentazione del progetto che svolgiamo per i giovani di questo territorio.

In questo contesto due giovani di Spazio Anch’Io, Eloussin proveniente dal Marocco impegnato nel servizio civile e Oumar proveniente dalla Costa d’Avorio che sta concludendo il suo percorso nella comunità di accoglienza per Minori Stranieri Non Accompagnati dell’Oratorio San Luigi, hanno raccontato la loro testimonianza ai giovani del Campo Bosco.

 

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Info su Spazio AnchIo

 

A La Voce e Il Tempo cronache estive d’integrazione negli Oratori di San Salvario

Il settimanale La Voce e Il Tempo, a firma del giornalista Stefano di Lullo, ha dedicato un pezzo all’inclusione che si vive a trecentosessanta gradi negli Oratori Estivi, da Falchera a Porta Palazzo fino a San Salvario, quartiere multietnico, quest’ultimo, in cui opera  il salesiano don Mauro Mergola, e in cui ogni giorno si vive la sfida dell’integrazione. 

Estate negli Oratori, qui è «straniero» un ragazzo su tre

Cronache di integrazione –  l’inclusione è a tutto campo: estate ragazzi nel campo rom di via Germagnano. Tra gli animatori delle parrocchie di Settimo Torinese ci sono i migranti del Centro Fenoglio

L’oratorio estivo arriva anche al campo Rom di via Germagnano alla periferia nord di Torino: fra il degrado che nell’insediamento nomadi continua ad essere al limite della dignità umana gli animatori dell’oratorio San Pio X di Falchera con il parroco don Adelino Montanelli, in rete con l’Ufficio per la Pastorale dei Migranti, la Comunità Abramo e il Comune, tutti i mercoledì, parallelamente alle attività in parrocchia, regalano alcune ore di gioco ai bambini che vivono lì con il tipico stile dell’oratorio. Allo stesso modo la parrocchia Cafasso ha avviato un progetto di inclusione di bambini rom.

Sono solo due degli esempi di integrazione e accoglienza, forse i più forti, che gli oratori estivi incarnano: in queste settimane sono mobilitati in tutta la diocesi dove, soprattutto nei quartieri periferici torinesi e della prima cintura segnati dall’emergenza,  diventano la «casa» per le famiglie del territorio. Alcuni centri si colorano con oltre trenta nazionalità, appartenenti a diverse religioni. La maggior parte delle estate ragazzi oratoriane conta il 25% di iscritti di origine straniera, in alcuni casi si supera ampiamente il 50%. Non si tratta solo delle ordinarie attività aggregative: gli oratori aprono anche alla sera e nei week-end coinvolgendo a tutto campo le famiglie del quartiere: numerosi i progetti che favoriscono l’inclusione degli stranieri, dei migranti, dei disabili, dei ragazzi svantaggiati.

San Salvario e l’Educativa di Strada 

Nei mesi estivi si intensifica l’attività di «Spazio Anch’io» al Parco del Valentino (tra via Medaglie d’Oro e via Ceppi), la postazione dei Salesiani dell’oratorio San Luigi di San Salvario, guidato da don Mauro Mergola, dove gli educatori tutti i pomeriggi stanno accanto ai ragazzi che si incontrano sulla strada accompagnandoli a riprendere in mano la propria vita. Da lunedì a venerdì dalle 15 alle 19 gli animatori dell’Educativa di strada propongono scuola di italiano, laboratori, tornei, street art, lab music e uscite.  «Il venerdì», spiega Giulia Melardi, educatrice, «si tengono laboratori artigianali: un tappezziere insegna ai ragazzi a cucire, seguono dunque laboratori sul confezionamento di borsette o portafogli, il tutto utilizzando il cucito».

 

Info su Educativa di Strada

 

 

 

 

Don Mergola e Don Ciotti dopo l’aggressione al giovane del Darfur a Torino: “le parole violente alimentano il razzismo”

Sulla “violenza verbale che rischia di tradursi in violenza di fatto” è intervenuto don Luigi Ciotti, prete torinese e fondatore del Gruppo Abele (Associazione che promuove l’inclusione e la giustizia sociale) per commentare le botte e gli insulti razzisti subiti, venerdì sera, da uno studente universitario del Darfur che vive alla parrocchia dell’Ascensione di Torino.  Gli fanno da eco Matteo Aigotti, educatore a Spazio Anch’Io al Parco del Valentino, che denuncia il linguaggio politico intriso di razzismo, e don Mauro Mergola, parroco a Santi Pietro e Paolo Apostoli in San Salvario e direttore dell’oratorio salesiano San Luigi di via Ormea, che spiega come negli ultimi anni è aumentato il malessere e il sospetto verso i ragazzi di colore della zona, che si sono fatti la fama di essere spacciatori tra gli abitanti del quartiere.

LA STAMPA, edizione del 7 luglio 2018. Articolo a cura di Maria Teresa MARTINGENGO

Don Ciotti: “Le parole violente stanno fomentando un clima razzista”

L’allarme dopo l’aggressione al giovane del Darfur

«C’è una violenza verbale che rischia di tradursi in violenza di fatto. C’è degrado nelle parole, nei linguaggi e anche nei comportamenti, c’è un clima giudicante. Credo che dovremmo fare una dieta delle parole: dobbiamo trovare l’umiltà di fermarci». È la reazione di don Luigi Ciotti alle botte e agli insulti razzisti subiti venerdì sera da uno studente universitario del Darfur che vive presso la parrocchia dell’Ascensione e collabora con l’ex assessora Ilda Curti.  Ieri pomeriggio don Ciotti era nel salone del Gruppo Abele per presentare la nuova grande accoglienza che nascerà, grazie ai Gesuiti, a Villa Santa Croce di San Mauro. Da Torino aveva annunciato l’iniziativa delle «magliette rosse» di sabato. «Tutti in maglietta rossa per dire da che parte stiamo, per dire che stiamo dalla parte delle fragilità».

Sospetto

Le parole che ogni giorno fanno di ogni erba un fascio, cioè di ogni migrante una persona indesiderata, l’ha detto Ciotti, creano l’atmosfera che si coglie sui mezzi pubblici, con i borbottii quando una madre velata sale con un passeggino, quando persone identificabili come non di origine italiana vengono additate come «quelli che ricevono aiuti mentre gli italiani fanno la fame». Don Mauro Mergola, parroco ai Santi Pietro e Paolo Apostoli a San Salvario e direttore dell’oratorio salesiano San Luigi di via Ormea, tra i più «mondiali» della città, ammette che «c’è un clima di maggior sospetto rispetto ad un po’ di tempo fa e i ragazzi sentono disagio. Naturalmente c’è un grande malessere da parte della gente verso chi vende la droga. Il fatto è che i giovani senegalesi si sono fatti la fama di essere spacciatori. Però, noi che in largo Saluzzo siamo in mezzo alla movida, sappiamo che vendono alla grande anche gli italiani, solo che non sono riconoscibili». Don Mauro combatte con l’arma della conoscenza e del coinvolgimento. «In settembre in parrocchia apriremo un housing per quattordici giovani italiani e stranieri: stiamo creando una rete di accoglienza per far sì che ogni ragazzo sia sostenuto e accompagnato da una famiglia. Non da un singolo volontario, ma da una famiglia, che lo faccia sentire importante per qualcuno, senza interessi».

Sdoganamento

Non mancano testimonianze che dicono che dalla politica arriva lo sdoganamento del linguaggio razzista. «Ci sono ragazzi italiani che sono cresciuti qui al Valentino tra i giovani migranti, che hanno amici di varie origini – dice Matteo Aigotti, educatore di Spazio Anch’Io, l’oratorio all’aperto del San Luigi accanto a Torino Esposizioni- eppure bisogna leggere cosa scrivono su Facebook: parole cariche di odio. È un modo sbagliato per rivendicare il lavoro che non c’è per i giovani italiani. L’espressione ricorrente su Facebook e sui tram è “io non ho soldi, non ho lavoro ma per i neri c’è tutto”». Di sdoganamento delle parole che esprimono razzismo parlano anche all’Ufficio Stranieri dell’Anolf-Cisl: «Ci sono datori di lavoro che quando hanno un contrasto con i dipendenti se ne escono con “Adesso c’è Salvini, è finito il tempo della pacchia”. E lavoratori che raccontano come certe parole facciano male, che nello scherzo c’è chi ormai passa il limite».

 

 

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La testimonianza: Iosif e l’esperienza di noviziato salesiano in Piemonte: “la vocazione è farsi delle domande profonde sulla propria vita”

Cosa vuol dire oggi Don Bosco per i giovani? Ecco la testimonianza di Iosif, “per gli amici Bubu”, 22 anni,  dalla Romania, novizio salesiano che a settembre di quest’anno farà la prima professione per diventare un salesiano di Don Bosco. Yosi ha svolto un anno di discernimento, insieme ad altri 9 novizi e alle guide spirituali, a Monte Oliveto, a Pinerolo, sede del Noviziato dei Salesiani di Piemonte. All’Oratorio Salesiano San Luigi di Torino ha prestato servizio insieme ad altri 3 novizi, esperienza questa che gli è servita a rafforzare ancora di più la sua decisione di entrare nella congregazione salesiana, come racconta lo stesso:

Vengo dalla Romania, da 3 anni sono in Italia al Noviziato salesiano di Pinerolo.  Novizio è una persona che nella sua vita si fa delle domande, delle domande profonde, una persona qualunque che pensa e crede che il Signore lo chiami a diventare figlio di Don Bosco. Sono cresciuto fin da piccolo all’Oratorio salesiano don Bosco di Bacau, dove partecipavo all’Estate Ragazzi e alle altre attività oratoriali e dove ho prestato il mio servizio come animatore.  Mi sentivo voluto bene in quell’ambiente, con quelle persone. Crescendo poi mi sono accorto che la mia vocazione risiedeva nel donarmi agli altri, specie nei giovani dove vedevo anche il volto di qualcosa di più grande.

Il Signore ha risposto a questa vocazione inviandomi, 3 anni fa, in una casa salesiana nel Triveneto, a Udine: lì ho potuto scoprire cosa vuol dire scorgere il Signore nei volti dei ragazzi. Tanti volti: ragazzi felici, altre volte sofferenti. Ma è in quei volti che ho sentito come il Signore mi abbia chiamato a fare qualcosa di più, a donarmi completamente a Lui.  Essere un padre e un amico per quei ragazzi. Qui in Piemonte, in questo anno di noviziato, insieme ad altri miei nove fratelli, ci interroghiamo sulla vita consacrata salesiana, in cui cerchiamo di avvicinarci sempre più a Gesù, e cerchiamo di assomigliare al volto del nostro papà, Don Bosco.

Viviamo in una casa, insieme ai nostri formatori, come persone normali, magari siamo un po’ più chiusi chiusi nel senso che non usciamo troppo spesso, però li impariamo a vivere da salesiani, da consacrati.  In strada facciamo attività di apostolato, io insieme altri confratelli, andiamo quasi ogni domenica a Torino per fare un po’ di animazione: sono molto felice perché avere una vocazione e farsi delle domande profonde sulla propria vita, perché tante volte parli di vocazione e pensi ai preti: vero, ma in parte. Penso invece che ogni persona normale cerchi la propria vocazione, cerchi di prendere la vita sul serio, e in quelle domande scopre la sua vocazione.

E vocazione vuol dire essere papà, vivere da padre, da madre, nella misura in cui ti stai prendendo cura di qualcuno. Dipende a chi ti rivolgi. Io ho deciso di donare tutta la vita al Signore, per essere di nuovo un papà, un papà spirituale, o da consacrato o da prete. A quelli che vogliono diventare novizi Salesiani consiglio di lavorarci su, di farsi delle domande serie, di chiedersi come possono spendere la propria vita, e ancora di più, gli consiglio di vivere la vita in unità con loro stessi e con gli altri, ma soprattutto con Dio, perché oggi viviamo in una società ricca di  stimoli che non fanno che acuire il proprio vuoto esistenziale, chiamiamole tentazioni, in cui tante volte ci si dimentica di Dio e, di conseguenza, dell’umano e delle sue necessità. Perchè Dio risiede dentro ognuno di noi, per questo motivo la vita va custodita, in tutti i suoi aspetti.

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Il quotidiano La Stampa sull’aiuto concreto dello sportello lavoro all’Oratorio Salesiano San Luigi di Torino

LA STAMPA, edizione del 27 Giugno 2018. Articolo a cura di Lidia CATALANO

Info sullo Sportello Lavoro

 

 

 

 

La Voce e il Tempo: Al Torneo Migranti di Torino anche i Salesiani di San Salvario “per dare un calcio ai pregiudizi”

La cooperativa sociale Gruppo Arco, il 20 giugno, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, ha organizzato con il Comune e il progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) della Prefettura, il torneo “Rondine Cup”una competizione calcistica che ha visto partecipi i ragazzi di alcune delle comunità di minori stranieri non accompagnati (Msna) accolti a Torino, e tra queste anche i ragazzi della comunità Minori Stranieri non Accompagnati del San Luigi di Torino, accompagnati dal loro incaricato don Mauro Mergola. Il settimanale diocesano La Voce e il Tempo ha dedicato all’evento l’articolo che pubblichiamo di seguito, a firma di Stefano Di Lullo. 

LA VOCE E IL TEMPO, edizione del 25 Giugno 2018. Articolo a cura di Stefano DI LULLO

Torneo migranti a Torino, il calcio batte i pregiudizi

Un torneo di calcio, come i tanti che si svolgono in questi mesi estivi negli oratori e nelle associazioni di promozione sociale, dove lo sport unisce, include, soprattutto fa sentire gli atleti parte di una comunità che accoglie e accompagna, in particolare chi è più fragile e indifeso.

È l’iniziativa che la cooperativa sociale «Gruppo Arco» ha organizzato il 20 giugno, in sinergia con il Comune di Torino, il progetto Sprar della Prefettura (il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e l’Ammp (associazione Maria Madre della Provvidenza), attraverso una competizione calcistica che ha riunito, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, alcune delle comunità di minori stranieri non accompagnati (Msna) accolte a Torino. «Rondine Cup» è il nome del torneo, che si è giocato presso la sede della cooperativa Arco in Borgo San Paolo (via Capriolo 18), dedicato alla comunità di 15 minori soli, «Casa Rondine», ospitata presso la struttura.

Hanno preso parte alle partite le comunità torinesi «Casa Rondine» del Gruppo Arco, «Casa che accoglie» dei Salesiani di Borgo San Paolo e di San Salvario, «Centro Civico Zero», «Nuova Aurora» dei Gruppi di volontariato vincenziano nel quartiere San Donato, le cooperative sociali «Biosfera» e «Tenda» e la fondazione «Difesa dei fanciulli». Dopo gare a gironi, disputate presso il nuovo campo da calcio del complesso di via Capriolo, le otto squadre partecipanti sono state premiate dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia che ha incontrato i ragazzi uno ad uno.

Commenta racconta don Mauro Mergola, direttore dell’oratorio salesiano San Luigi a San Salvario e responsabile della Comunità che ospita 15 Msna (ndr):

È fondamentale costruire un progetto unitario e condiviso a livello cittadino […] per operare sempre meglio nell’accoglienza e soprattutto nel percorso di accompagnamento dei ragazzi soli, soprattutto su diversi temi che riguardano la formazione, come la dimensione religiosa, al centro del confronto degli ultimi incontri del Tavolo coordinato dall’Ufficio Minori del Comune.

 

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I Nafsi Africa dal Kenya a San Salvario: “attraverso i nostri spettacoli aiutiamo i più poveri”

All’interno delle attività dell’Educativa di strada, nello Spazio Anch’io al Parco del Valentino, giovedì 21 giugno, in occasione della Giornata mondiale del Rifugiato, si sono esibiti gli acrobati del gruppo Nafsi Africa Acrobats, cinque ragazzi provenienti dalle baraccopoli del Kenya che hanno animato con balli, danze, performance circensi un intenso pomeriggio, con i ragazzi dell’Oratorio San Luigi, proponendo loro anche dei laboratori. L’evento è stato organizzato insieme all’Agenzia per lo Sviluppo San Salvario Onlus e l’Educativa di Strada dell’Oratorio Salesiano San Luigi.

Nafsi Africa Acrobats è un gruppo di giovani artisti urbani che hanno incominciato la loro attività in condizioni sociali di estremo disagio e povertà arrivando a risultati professionali. A Nairobi gli acrobati propongono laboratori d’intrattenimento per i bambini più poveri, quelli che hanno solo la strada per casa: annualmente il 50% del ricavato delle loro performance viene devoluto alle persone più in difficoltà, come spiegano gli stessi acrobati:

Crediamo che mettendoci la giusta energia e tenacia il valore delle nostre iniziative possa rafforzarsi e diventare magari il nuovo paradigma per i mutamenti sociali.

Ecco la testimonianza degli acrobati in questa breve video-intervista:

Visita il sito di Nafsi Africa Acrobats Maggiori Info su Educativa di Strada

La testimonianza: Matthew Alfino e l’esperienza di noviziato in Piemonte: “Vocazione è dire di sì ogni giorno a Cristo!”

Cosa vuol dire oggi Don Bosco per i giovani? Ecco la testimonianza di Matthew, 31 anni, di Malta, novizio salesiano che a settembre di quest’anno farà la prima professione per diventare un salesiano di Don Bosco. Matthew ha svolto un anno di discernimento, insieme ad altri 9 novizi e alle guide spirituali, a Monte Oliveto, a Pinerolo, sede del Noviziato dei Salesiani di Piemonte. All’Oratorio Salesiano San Luigi di Torino ha prestato servizio insieme ad altri 3 novizi, esperienza questa che gli è servita a rafforzare ancora di più la sua decisione di entrare nella congregazione salesiana, come racconta lo stesso:

La mia prima esperienza con i salesiani l’ho vissuta all’oratorio di Sliema, dove svolgevo il ruolo di “sergente maggiore” della Brigata salesiana, e mi dilettato nelle attività di teatro e di coro. Con i salesiani ho lavorato per più di 10 anni, nel frattempo vivevo una vita “normale”, come un qualunque coetaneo. Ho avuto diverse relazioni con le ragazze ma percepivo sempre dentro di me che tutto quello non mi bastava, e in me cresceva sempre più il desiderio di approfondire la vita salesiana e di conoscere più da vicino Gesù. Ed eccomi qui come novizio, con tante domande a cui spero di dare risposte. In collina, sul Monte Oliveto, mi sento felice, a casa, perchè so che potrò approfondire e vagliare la mia vocazione, che potrò approfondire ogni giorno chi è Don Bosco, cosa è stato per tanti ragazzi, per tanti salesiani, osservando più da vicino la vita comunitaria e le 196 regole dello statuto salesiano, il nostro manuale per la vita. 

La gente mi domanda spesso, incuriosita, cosa è un novizio: io rispondo che il novizio è colui che intende approfondire la vita salesiana, che vuole conoscere molto più da vicino il cuore del nostro fondatore, del nostro papà, Don Bosco, per potersi avvicinare ancora di più a Dio. E che tutti possono vivere questa esperienza anche se non sceglieranno la vita consacrata. Ad un patto: che accettiamo noi stessi. Non possiamo avere tante maschere per piacere agli altri. Solo così possiamo ascoltare la nostra vocazione. Sono consapevole che non sarà sempre facile, che la tentazione è dietro l’angolo, ma con l ‘aiuto del Signore, con la protezione della nostra mamma celeste, si può andare avanti.  

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